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Polacchi in Italia, oltre 100mila, più occupati e integrati

Studio Idos,comunità in aumento. Manodopera femminile superiore

09 marzo, 18:59
(di Cristiana Missori) (ANSA) - ROMA - Sono 100 mila i cittadini polacchi residenti in Italia, 120 mila se si tiene conto degli oriundi. Vivono per lo più nelle regioni del Centro-Sud, in particolare nel Lazio (21.834), seguito da Emilia Romagna (11.542), Campania (9.706), Toscana (8.883) e Lombardia (8.193). Sono sempre più qualificati e godono di un tasso di occupazione in media più elevato rispetto agli italiani e agli altri immigrati. E, soprattutto, costituiscono un esempio di integrazione. E' questa la fotografia scattata dallo studio elaborato dal Centro Studi e Ricerche Idos ''I Polacchi in Italia'' per conto dell'Ambasciata di Polonia in Italia, e presentato oggi a Roma.

Una ricerca che restituisce una immagine di una comunità in evoluzione, in costante aumento, integrata e apprezzata dal Paese di accoglienza, commenta l'ambasciatore, Tomasz Orlowski. Secondo i dati Onu relativi al 2015, i polacchi che vivono fuori dal confine nazionale sono 4.449.789. Di questi, circa la metà si trova in Germania (1.930.136) e, a seguire, nel Regno Unito (703.050), Stati Uniti (463.732), in Canada (167.620), e circa 100 mila rispettivamente in Irlanda, Francia, Paesi Bassi e Norvegia. In Italia, prosegue Idos, i residenti polacchi sono 97.986 (Istat 2015), di cui il 73,3% donne. Tra il censimento del 2001 e il 2004, rimarcano i ricercatori, è intervenuto un raddoppio dei residenti polacchi (da 25.346 a 50.794) con un notevole inserimento nel settore della collaborazione familiare.

Dopo l'ingresso nell'Ue e la conseguente libera circolazione (maggio 2004) la comunità polacca, ha conosciuto aumenti annuali del 20-30% fino al 2008, sfiorando le 100mila presenze (99.389), superate successivamente (109.018 nel 2010). Diminuiti a 84.740 nel 2011 per via degli aggiustamenti post-censuari, il successivo aumento li ha portati agli attuali 97.986. Eppure, aggiunge il diplomatico, ''dopo l'adesione della Polonia all'Unione europea, non vi fu alcuna ondata di lavoratori sul mercato italiano.

''Il grosso dell'emigrazione fu verso i mercati britannico, dell'Irlanda e della Svezia'', rammenta Orlowski. Un altro elemento interessante dello studio è il tasso di occupazione degli immigrati polacchi in Italia pari al 61,2%. Un tasso, sottolinea la ricerca, ''superiore alla media degli immigrati (58,5%) e degli stessi italiani (55,4%)''. Spicca soprattutto il tasso di occupazione relativo alla componente femminile, pari al 57,5%, contro il 50,2% del totale delle donne straniere e il 46,4% delle donne italiane. Di queste, fa notare Idos, il 74,2% è inserito nel macro-settore dei servizi, il 22,4% in quello dell'industria e il restante 3,3% nell'agricoltura. Il comparto principale è quello dei servizi alle famiglie (37,8%), seguito da quelli riguardanti le costruzioni e gli alberghi/ristoranti (rispettivamente 9,2% e 8,8%). Infine, otre all'analisi di dati statistici, lo studio documenta anche la voce dei diretti interessati attraverso circa 600 questionari e la realizzazione di 21 interviste a Milano, Roma e Napoli. Il caso dei polacchi, concludono gli studiosi, ''testimonia una delle esperienze di integrazione più riuscite nel nostro Paese''. Nonostante i risultati confortanti e i notevoli progressi registrati nell'ultimo decennio, avvertono, la ricerca dimostra ''come non debba venire meno l'urgenza di una politica proattiva rivolta a promuovere una maggiore inclusione e partecipazione dei cittadini polacchi in Italia''. (ANSA).

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