(ANSA) - BUDAPEST - La legge sugli straordinari, ribattezzata
"legge schiavitù", che ha portato in piazza migliaia di persone
in Ungheria in questi giorni contro il governo di Viktor Orban,
aspetta ancora la firma del presidente della Repubblica. Eppure,
le imprese hanno già iniziato a distribuire fra i dipendenti i
nuovi contratti di lavoro. I sindacati, sul piede di guerra,
hanno chiesto oggi al capo dello Stato Janos Ader di non siglare
la nuova norma che aumenta il tetto degli straordinari fino a
400 ore l'anno. Se dovesse entrare in vigore, hanno annunciato,
sarà battaglia, con una mobilitazione nazionale. "Faremo
scioperi in tutto il Paese, combinati con blocchi stradali",
sullo stile dei gilet gialli in Francia, ha minacciato il
presidente della confederazione 'Mszsz' Laszlo Kordas. Ader
potrebbe firmare la legge prima di Natale, ma ci sono anche
altre due opzioni: il presidente può infatti rimandare al
Parlamento il testo contestato, per delle verifiche, oppure
chiedere un controllo della Corte costituzionale. Le tre
confederazioni sindacali si riuniranno mercoledì, per decidere
nei dettagli la risposta più adeguata. In questo clima
tesissimo, i partiti dell'opposizione hanno aperto un'inchiesta
parlamentare sull'aggressione subita lunedì dai deputati
picchiati e mandati via dai guardiani dalla sede della
televisione di Stato. I parlamentari, che appoggiavano le
proteste, volevano leggere al telegiornale una petizione con le
rivendicazioni della piazza, ma sono stati malmenati e buttati
fuori. Il partito democratico (Dk) vuole sporgere denuncia
contro i responsabili materiali del fatto, contro chi ha dato
l'ordine di reagire con la violenza, e anche contro la polizia,
che non è intervenuta in difesa delle vittime. L'esito della
vicenda è che un deputato socialista è stato portato in ospedale
con l'ambulanza e un'altra parlamentare è rimasta ferita. In
Ungheria si discute anche sui profili giuridici dell'accaduto:
secondo diversi esperti della materia, i parlamentari avevano il
diritto di entrare negli studi televisivi, dal momento che la
legge consente loro di avere accesso ad ogni edificio pubblico.
L'aggressione da parte dei guardiani sarebbe stata invece
illegale. Il governo di Orban non la vede così: i parlamentari
avrebbero "abusato dell'immunità, ostacolando il lavoro di un
ente pubblico, e sono sanzionabili a loro volta", ha fatto
sapere l'esecutivo. Sono loro ad aver "istigato alla violenza",
è la conclusione. La linea del premier è quella di sminuire la
portata delle manifestazioni di Budapest, che sarebbero il
frutto dell'azione di "una piccola minoranza di agitatori,
finanziati da George Soros", il milionario americano-ungherese
accusato da Orban di essere responsabile di tutti i mali del
Paese.(ANSA).
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