Morto Shimon Peres, una vita per la pace
Nacque in Polonia. Dal kibbutz agli accordi di Oslo
28 settembre, 10:42Tutto iniziò nell'azienda agricola laburista di Ben Shemen, dove Shimon Perski (questo il nome che nel 1923 aveva ricevuto nella natia Polonia) cominciò a farsi le ossa. Il giovane era sveglio, e fu presto notato dagli emissari di David Ben Gurion, il futuro fondatore dello Stato. Mentre i suoi coetanei versavano il sangue nella guerra di indipendenza (1948-49), era impegnato all'estero ad acquistare le armi per loro. Un incarico importante a livello nazionale, ma la macchia di "imboscato" gli restò addosso per mezzo secolo.
A 30 anni, Peres era direttore generale del ministero della Difesa, seguì la guerra nel Sinai del 1956, condotta da Tzahal assieme con inglesi e francesi, e gettò allora le basi per la costruzione della centrale atomica di Dimona (Neghev). Da 'falco' laburista seguì Ben Gurion: prima all'opposizione e poi, nel 1967, nel governo di unità nazionale. Solo nel 1984 Peres avrebbe strappato la nomina di premier: ma a metà, in rotazione col conservatore Yitzhak Shamir (Likud).
In quegli anni il 'falco' laburista stava infatti trasformandosi in 'colomba'. Nel 1992 Rabin riuscì a riportare i laburisti al potere e dietro le quinte Peres manovrò sapientemente per dar vita agli accordi di Oslo: la gloria andò però al suo rivale di partito, con cui spartì il premio Nobel per la pace. Nel novembre 1995 Peres e Rabin erano assieme ad una manifestazione per la pace a Tel Aviv. Dietro le quinte, c'era in agguato un terrorista ebreo: questi lasciò che Peres passasse indisturbato e poi abbatté a pistolettate Rabin. Nelle politiche del 1996 la vittoria di Peres era data per scontata: invece sul filo di lana prevalse il debuttante Benyamin Netanyahu (Likud).
Anche la carica di capo dello Stato fu difficile da raggiungere. Solo nel 2007, Peres divenne presidente e riconosciuto come icona di Israele nel mondo. La 'coabitazione' con il premier Netanyahu è stata per lui spesso motivo di cruccio, alla luce delle profonde divergenze. Ma in Israele era ormai diventato un punto di riferimento obbligato. "Voglio - disse in una delle ultime interviste - che il nostro Paese si basi sì su radici storiche molto profonde, ma anche che sia proiettato verso il futuro, verso i successi della scienza".
(ANSA).