Fondi Ue malspesi in Europa centrale e orientale, rapporto

(ANSA) - BRUXELLES - Miliardi di euro di fondi europei investiti per trasformare sistemi energetici inefficienti e a forte intensità di carbonio in Europa centrale e orientale (CEE) sono malspesi. L'accusa arriva da un nuovo rapporto di CEE Bankwatch Network and Friends of the Earth Europe. Secondo l'analisi delle ong, cattivi piani di spesa e l'assenza di impegni per fronteggiare i cambiamenti climatici da parte dei governi dei nove Paesi dell'Europa centrale e orientale, di fatto ostacola l'abbandono dei carburanti fossili pianificato dall'Ue.

Il rapporto rileva che nei Paesi dell'Europa centrale e orientale solo il 7% dei 178 miliardi di euro dei fondi di sviluppo regionale e di coesione dell'Ue stanziati fino al 2020 saranno investiti in rinnovabili, efficienza energetica e reti intelligenti, e che l'integrazione in tutti i piani di considerazioni legate al clima - richieste dalla normativa Ue - rimane superficiale. "Questi Paesi stanno privilegiando trasporti fortemente energivori e carburanti fossili rispetto a soluzioni per i cambiamenti climatici" spiega Markus Trilling, attivista di Bankwatch Network e Friends of the Earth Europe. La Commissione europea ha chiesto di concentrare i fondi Ue per il clima nei prossimi sette anni, nell'ambito del bilancio comunitario da mille miliardi fra 2014 e 2020. Il rapporto accusa la spesa insufficiente in questa direzione da parte dei Paesi Ue che poi ricevono i fondi europei. Per esempio, sia Polonia che Repubblica Ceca offriranno incentivi per la sostituzione di 'vecchie caldaie a carbone' con 'moderne caldaie a carbone', l'Estonia manterrà come principale fonte di energia il petrolio da scisto, e come la Croazia ha ricevuto aiuti per l'espansione di aeroporti, normalmente esclusi dai fondi Ue. In Romania, inoltre, un terzo di tutti soldi comunitari saranno spesi nel settore dei trasporti, senza nessuna considerazione legata ai cambiamenti climatici. (ANSA).