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Migranti: Vienna e Lubiana preparano altri muri

Con l'inverno calano i flussi,ma si aspetta 'tempesta primavera'

19 dicembre, 14:06
(Dell'inviato Stefano Giantin) (ANSA) - SPIELFELD/DRAGONJA (AUSTRIA/SLOVENIA), 17 DIC - Temperature quasi invernali, controlli più serrati alle propaggini meridionali della rotta balcanica. Non stupisce che i flussi di migranti che attraversano Slovenia e Austria siano molto diminuiti rispetto ai picchi dei mesi scorsi, ma potrebbe essere solo la calma che precede una nuova 'tempesta', la primavera prossima. E così Vienna e Lubiana, per non farsi trovare impreparate, si stanno adoperando per rafforzare la sicurezza sui confini. La Slovenia lo fa estendendo gli esistenti 137 km di filo spinato sulla frontiera sloveno-croata anche all'Istria; l'Austria costruendo una barriera metallica che sarà lunga 40 km a ridosso del confine austriaco-sloveno di Spielfeld. Entrambe le recinzioni hanno un solo obiettivo: incanalare i profughi verso i valichi presidiati per meglio controllarli. È proprio a Spielfeld, punto nevralgico per l'ingresso dei rifugiati in Austria, dove il lavoro dei militari austriaci per terminare la barriera metallica entro Natale ferve con maggior alacrità. Qui la recinzione è percepita come un passo inevitabile, anche se gli arrivi sono stati in media, negli ultimi giorni, di 'soli' mille rifugiati al giorno rispetto ai picchi autunnali di 7-8.000. "L'inverno ha fatto ridurre gli arrivi, ma la barriera è necessaria. Permette di controllare chi entra", afferma Reinhold Höflechner, sindaco di Strass- Spielfeld. "La gente di qui è soddisfatta della costruzione della recinzione, si sente più sicura", rimarca, ammettendo però che "c'è anche chi è contrario". Fra questi, i Polz, imprenditori che possiedono terreni vocati a vigneti sulle colline sopra Spielfeld, a cavallo della frontiera e che dovrebbero permettere la distruzione di mille piante per consentire il passaggio della recinzione. Hanno già detto 'no' e la recinzione avrà un 'buco' di 300 metri. Come loro, anche Helmut Strobl, ex politico e proprietario di appezzamenti sul confine, che ha parlato di "mossa inutile" e di "orbanizzazione" dell'Austria. Altro buco, di pochi metri. Anche in Slovenia, che di chilometri di filo spinato ne ha già posati 137 e che, per bocca del segretario di Stato agli Interni, Bostjan Sefic, ha assicurato che l'intero confine potrebbe essere sigillato, le voci critiche verso le barriere non mancano. A Dobova, dove arrivano i treni dei migranti dalla Croazia, la barriera è già stata eretta da settimane e anche qui i flussi si sono ridotti.

Al centro di prima accoglienza vicino alla stazione "non c'è nessuno", dice il capo della struttura, l'agente Sebastjan, indicando il vuoto nelle tende. "La situazione è tranquilla", conferma Sonja Cvetkovic, una residente. "Il filo spinato? Non ce n'è bisogno, pfui", ribatte subito dopo con disgusto, dicendosi poi "contenta che i miei genitori, deportati in Germania durante la Seconda guerra mondiale, siano morti e non debbano osservare tutto questo". E però in Istria, penisola divisa tra Slovenia e Croazia, l'area dove è più forte l'opposizione agli sbarramenti. Il filo spinato - per ora nella penisola ne sono stati posati 4-5 chilometri - deve essere rimosso subito, "non serve" e potrebbe creare solo problemi sul fronte "economico e del turismo", ha affermato Valter Flego, presidente della Regione Istriana. Flego che, assieme a sindaci sloveni e croati ha fatto tappa ieri al valico confinario di Dragonja, sul confine sloveno-croato. Tutti insieme, autorità di Paesi diversi, hanno protestato contro il filo spinato. Qui, nel cuore dell'Istria, nessuno sembra volerlo e - per ora - che serva è tutto da dimostrare. (ANSA). KYH-GV/ S0A QBXB
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