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Bulgaria domenica al voto, spettro ingovernabilità

Scarse possibilità cambiamenti tra crisi, povertà e corruzione

03 ottobre, 13:21
(di Atanas Tsenov) (ANSA) - SOFIA - I bulgari tornano alle urne domenica per le elezioni politiche anticipate, ma senza troppe speranze su possibili cambiamenti nel loro Paese, il più povero e il più corrotto della Ue. A distanza di 18 mesi dalle massicce proteste di piazza contro il carovita, l'arbitrio dei monopoli e la dilagante criminalità organizzata - che hanno causato la caduta del governo conservatore di Boyko Borissov - la popolazione ha oggi più che mai la sensazione che le oligarchie, infiltratesi nella vita politica, nelle strutture dello stato e nella giustizia, ritornino alla ribalta come se nulla fosse successo.

E dopo le dimissioni del 6 agosto scorso del governo sostenuto dai socialisti, rimasto al potere per poco più di un anno resistendo alle quotidiane proteste sociali, le formazioni politiche in lizza sono sempre le stesse. Tutti i sondaggi danno per scontata la vittoria del partito di centrodestra Gerb (Cittadini per lo sviluppo europeo della Bulgaria). Ma il suo carismatico leader, l'ex premier Boyko Borissov, difficilmente avra' voti sufficienti per mettere in piedi un governo monocolore e dare stabilità al Paese. Lo stesso Borissov ha già annunciato che dopo le elezioni è disposto a negoziare con tutti gli altri partiti in parlamento per garantire governabilita'.

Secondo l'ultimo sondaggio dell'agenzia Alpha research, il Gerb otterrebbe il 34,5% dei voti, mentre al suo grande rivale, il Partito socialista bulgaro (Bsp) andrebbe il 19.1%. Alle sue spalle viene dato il Partito della minoranza turca (Dps) con il 15.4%. Le neocostituite formazioni di centrodestra - Blocco riformista e Bulgaria senza censura - entrerebbero anch'esse in parlamento con il 6% dei voti ciascuna. A sorpresa negli ultimi giorni altre tre formazioni si sonno avvicinate sensibilmente allo sbarramento del 4% per accedere al parlamento. Si tratta del Fronte patriottico (nazionalisti), Ataka (ultranazionalisti) e Abv, il partito di centrosinistra dell'ex presidente Gheorghi Parvanov. In tal caso, secondo gli analisti, sarebbe molto più difficile per i maggiori gruppi parlamentari formare un governo stabile e si proseguirebbe con l'ingovernabilità. Le elezioni si tengono sullo sfondo di una persistente crisi economica e poverta', con scossoni nel sistema bancario e in quello energetico. Lo stipendio medio mensile da tempo si aggira intorno ai 400 euro e le pensioni sono inferiori ai 140 euro, mentre i prezzi dei generi alimentari, dell'energia e dei prodotti di consumo si avvicinano a quelli dei Paesi occidentali. D'altro canto l'embargo della Russia sui prodotti agricoli bulgari sta provocando perdite per decine di milioni di euro. Inoltre la crisi tra Mosca e Kiev potrebbe avere gravi ripercussioni sulla fornitura di gas alla Bulgaria, nel caso in cui la Russia decidesse di chiudere i rubinetti, in quanto Sofia dipende al 95% dal gas russo. Ad aggravare i bilanci familiari un rincaro del 10% dell'energia elettrica scattato il primo ottobre. L'atmosfera in cui vota in Bulgaria emerge tristemente da una vignetta apparsa sulla stampa locale in cui si vede un seggio elettorale che mostra all'ingresso la scritta 'Lasciate qui ogni speranza'. (ANSA)
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