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Le "due Gorizie" ricordano la caduta della Cortina di ferro

Dieci anni fa Slovenia in Europa, giù il "muro" alla Transalpina

30 aprile, 20:04

di Christian Seu

 

(ANSA) - GORIZIA - Dieci anni fa cadeva definitivamente il "muro di Gorizia". Con l'ingresso della Slovenia nell'Unione europea svaniva l'ultima barriera fisica retaggio della Cortina di ferro, imposta nel 1947 dal Trattato di Parigi a un territorio trovatosi innaturalmente diviso.

Oggi, Gorizia e Nova Gorica celebrano il decennale di quella giornata storica, senza cerimonie ufficiali: l'unico appuntamento è stato organizzato da un'associazione goriziana, con proiezioni e dibattito sull'Europa che sarà. Dieci anni fa era stato il presidente della Commissione europea Romano Prodi, assieme agli allora sindaci Brancati e Brulc, a salutare ufficialmente l'entrata della Slovenia nella Ue: la piazza della Transalpina, fino a quel momento divisa da un muretto di 80 centimetri sormontato da una rete metallica alta un metro, era stata eletta a simbolo dei festeggiamenti per l'allargamento a Est dell'Unione.

Oggi le "due Gorizie" ricordano, ma non festeggiano.

L'apertura delle frontiere ha di fatto cancellato buona parte dell'economia di confine, penalizzando autotrasportatori, rivenditori di carburante, servizi doganali e tabaccai.

Un'emorragia di fronte alla quale il territorio non ha saputo rispondere prontamente e che è costata decine di miliardi e migliaia di posti di lavoro.

Il bilancio di dieci anni di Europa comune non può essere considerato totalmente positivo: ''C'è una sostanziale differenza tra ieri e oggi", spiega all'ANSA il sindaco di Gorizia, Ettore Romoli: "Allora c'era maggior ottimismo, si riteneva l'Ue strumento utile a pervenire a un maggiore benessere dei cittadini, mentre oggi lo scetticismo ha coinvolto a vari livelli anche tra quegli Stati che l'Ue hanno contribuito a fondarla''. Secondo Romoli, tuttavia, la caduta dei confini ha contribuito a migliorare in maniera netta i rapporti tra le due comunità di Gorizia e Nova Gorica: ''Ora collaborare è quasi tradizione, in moltissimi campi. C'è un numero di cose sempre maggiore che viene fatto in comune rispetto a un tempo, quando era la retorica a farla da padrona. Il Gruppo europeo di cooperazione territoriale che abbiamo costituito ci permetterà di garantire maggior benessere ai nostri cittadini.

Per Livio Semolic, che presiede la Skgz (l'Unione economica culturale slovena) ''fino ad ora non ci sono stati riscontri concreti né a livello economico, né a livello turistico e culturale. Rispetto a 10 anni fa, i cittadini non possono dire di avere avuto vantaggi netti - riflette -. Servirebbero maggior coraggio e più ambizione da parte da parte delle istituzioni locali, consci del fatto che il tempo non è una variabile indifferente''. Secondo il presidente dei circoli sloveni in Italia, l'ingresso della Slovenia nell'Ue "ha contribuito indubbiamente ad abbattere le barriere storico-ideologiche, specie tra le nuove generazioni, che si spostano senza problemi dall'Italia alla Slovenia e viceversa''. (ANSA).

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