(ANSA) – ZAGABRIA – La Commissione europea non ha ricevuto
alcuna risposta dal governo croato riguardo alle limitazioni
della validità del mandato d'arresto europeo solamente per i
crimini commessi dopo l'agosto del 2002, decise dal parlamento
di Zagabria appena due giorni prima dell'ingresso della Croazia
nella Ue, il primo luglio scorso, e ritenute non conformi alle
normative europee. Lo ha dichiarato all'agenzia di stampa croata
Hina Mina Andreeva, portavoce del commissario per la giustizia,
Viviane Reding.
''Venerdì scorso è scaduto il termine entro il quale
Bruxelles si aspettava una spiegazione di Zagabria, e di
conseguenza potrebbero essere intraprese alcune misure contro la
Croazia'', ha detto Andreeva. Un mese fa Reding aveva criticato
la decisione di Zagabria chiedendo al nuovo Paese membro di
adeguare al più presto la legge sul mandato d'arresto europeo,
estendendone la validità a tutti i crimini commessi da croati
ricercati negli altri Paesi membri, a prescindere dalla data in
cui siano stati commessi. Zagabria aveva limitato la sua
validità, proteggendo in tal modo le persone accusate negli
altri Paesi membri di crimini commessi prima del 2002.
Secondo l'opposizione di centro-destra e una parte della
stampa, la limitazione è stata decisa per proteggere Josip
Perkovic, ex alto ufficiale dei servizi segreti della Jugoslavia
socialista, accusato in Germania di un omicidio di stampo
politico risalente al 1983. Il governo di Zagabria sostiene
invece che la limitazione non ha nulla a che vedere con questo o
alcun altro caso personale, ma che prima di questa data il
mandato d'arresto europeo non esisteva.
''La settimana prossima il commissario Reding informerà del
caso la Commissione, e proporrà misure conformi al Trattato di
adesione'', ha concluso Andreeva, indicando che una di queste
potrebbe essere la sospensione di fondi europei alla Croazia.
(ANSA).
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