(ANSA) - LUBIANA, 1 GIU - In Slovenia si chiude oggi la
campagna elettorale in vista delle politiche anticipate di
domenica. A metà marzo il Primo ministro, Miro Cerar, ha
rassegnato le dimissioni dopo che una sentenza della Corte
suprema aveva invalidato il referendum sul progetto del secondo
binario lungo la tratta Divaccia-Capodistria, un progetto
infrastrutturale sul quale egli stesso e diversi rappresentanti
del governo si erano spesi per la promozione e realizzazione. Il
referendum è stato poi ripetuto a metà maggio, e per la seconda
volta non ha raggiunto il quorum ed è stato quindi bocciato.
I temi principali della campagna elettorale sono stati le
privatizzazioni delle compagnie statali, l'immigrazione, la
riforma della sanità pubblica e l'innalzamento delle pensioni.
Le dinamiche politiche al momento vedono da un lato il Partito
democratico sloveno (SDS, conservatore) e dall'altro un blocco
di partiti, dai socialdemocratici di SD al partito dei
pensionati (DeSUS) a quello del centro moderno (SMC) di Cerar,
pronto a unire le forze per evitare che l'SDS formi un
esecutivo.
L'SDS, il maggior partito d'opposizione guidato dall'ex primo
ministro Janez Janša, e' in testa nei sondaggi con circa il 25%
delle preferenze, e si attesta su posizioni molto vicine a
quelle del primo ministro ungherese Viktor Orban, che tramite
ambienti a lui vicino ha finanziato la campagna. Orban ha anche
partecipato al congresso dell'SDS a metà maggio a Celje, tenendo
un discorso dai classici toni duri nei confronti
dell'immigrazione. Janša, che gode di una solida base politica e
un sostegno costante, è l'unico parlamentare presente sui banchi
del parlamento sin dalle prime elezioni del 1990. Seconda in
termini di preferenze e' la Lista civica di Marian Sarec
accreditata del 13% circa. Terzo il Partito socialdemocratico
(SD) dato al 12%. Con un passato da giornalista radiofonico e
imitatore, Šarec alle elezioni presidenziali di novembre scorso
ha raccolto più preferenze di tutti i candidati dei partiti
tradizionali e costretto al ballottaggio il presidente in
carica, Borut Pahor. Il suo merito è quello di aver saputo
intercettare la disaffezione crescente per la politica
tradizionale e da Kamnik, un comune di circa 29 mila abitanti a
nord di Lubiana, sta cercando di portare nella capitale slovena
un nuovo modo di fare politica.
A giudicare dai diversi sondaggi d'opinione oltre un quinto
degli elettori ha detto di essere ancora indeciso. Fra le
formazioni politiche che dovrebbero entrare in parlamento, oltre
a SDS, SD, SMC e LMS ci sono Nuova Slovenia (NSi), che raccoglie
l'8%, il partito dei pensionati DeSUS, la Sinistra Unita
(Levica), intorno al 7%, e il movimento di Alenka Bratušek che
dovrebbe riuscire a superare la soglia di sbarramento del 4% per
entrare in parlamento.
Secondo i dati pubblicati sul sito della Commissione
elettorale, 1637 candidati rappresentati in 25 liste si
contenderanno i 90 seggi dell'Assemblea nazionale. Due dei seggi
parlamentari spettano di diritto ai rappresentanti delle
comunità nazionali italiana e ungherese, che verranno eletti al
seggio specifico delle rispettive minoranze.
Si potra' votare domenica dalle 7 alle 19, e i primi
risultati ufficiali saranno noti già dalle 21. (ANSA).
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