(ANSA) - BRUXELLES - Continuano la loro crescita economica i
Paesi locomotiva della Nuova Europa, con una crescita sempre
superiore al 2%, nonostante alcuni abbiano risentito del forte
impatto del crollo degli scambi con la Russia. Sono le
previsioni economiche della Commissione europea a disegnare il
quadro, con i baltici sempre in pole rispetto agli altri Paesi
Ue, insieme a Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia, ma anche
Romania e Ungheria.
Non perde colpi l'Estonia: anche se soffre di una riduzione
delle attività commerciali con i principali partner, Finlandia e
Russia, cresce del 2,3% in 2015 e del 2,9% nel 2016, con una
disoccupazione che scende ulteriormente dal 6,2% al 5,8%. In
Lettonia la caduta dei prezzi del carburante e la crescita delle
entrate delle famiglie sono destinati a sostenere i consumi
interni, ma la prospettiva per il 2015 sarà condizionata dalle
turbolenze economiche in Russia. Secondo Bruxelles il Pil dei
lettoni segna comunque +2,3% quest'anno e +3,2% l'anno
prossimo, con un tasso dei senza lavoro che cala al 10,4% e poi
al 9,4%. Anche la Lituania dovrebbe mantenere una crescita del
2,8% nel 2015, nonostante un calo dell'export in Russia e
principalmente a causa della domanda interna, che Bruxelles si
aspetta rimanga il principale motore dell'economia. Il tasso di
disoccupazione dei lituani scende dal 9,9% quest'anno al 9,1%
nel 2016.
Una solida domanda interna è anche alle spalle del forte aumento
del Pil della Polonia, che nel 2015 dovrebbe rimanere +3,3% e
nel 2016 salire a +3,4%. Il tasso di disoccupazione dei polacchi
rientra in quello dell'area ed è destinato a diminuire in
maniera importante: 8,4% quest'anno e 7,9% l'anno prossimo.
Accelerano la corsa anche Repubblica Ceca e Slovacchia. Dopo
l'uscita dalla recessione nel 2014, la Repubblica Ceca
continuerà a far viaggiare l'economia con un segno positivo del
2,5% nel 2015 e del 2,6% nel 2016. La disoccupazione sarà sempre
più bassa, toccando quota 5,6% quest'anno e 5,5% l'anno
prossimo. Il Pil degli slovacchi secondo le stime di Bruxelles
salirà addirittura al 3% nel 2015 e al 3,4% nel 2016, con un
tasso di disoccupazione però più elevato rispetto ai vicini, del
12,1% quest'anno e del 10,8% l'anno prossimo. Le previsioni per
la Romania rimangono quelle di una salita importante (+2,8% nel
2015 e +3,3% nel 2016), che si accompagna sempre ad una
diminuzione dei disoccupati (6,6% nel 2015 e 6,4% nel 2016).
L'Ungheria certo decelera la sua corsa alla crescita, ma rimane
sempre sopra quota 2%: dopo la grande impennata del 3,6% nel
2014 il Pil scende ad un più sostenibile aumento del 2,8%
quest'anno e del 2,2% nel 2016. Fattori come l'assorbimento
record di fondi Ue perdono forza, ma in compenso continua a
calare il numero dei senza lavoro: 6,8% quest'anno e 6% nel
2016. (ANSA).
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