(di Francesco Bongarrà)
(ANSA) - BERLINO, 29 LUG - Consentire la naturalizzazione
tedesca, con relativo acquisto della cittadinanza, agli ebrei ma
anche a tutti quelli che sono scappati dalla Germania per
sfuggire all'Olocausto ed alla persecuzione dai nazisti, oltre
che ai loro discendenti. E' lo spirito della proposta di legge
che i Verdi tedeschi intendono presentare al Bundestag alla
ripresa dei lavori parlamentari dopo la pausa estiva. La legge
sulla cittadinanza in vigore in Germania consente ai tedeschi
che vennero formalmente espulsi dal regime nazista il diritto al
rimpatrio. Il caso più eclatante è quello di Willy Brandt, lo
storico sindaco socialdemocratico di Berlino Ovest, il quale
visse sotto il suo nome di battesimo, Herbert Frahm, durante il
Terzo Reich come dissidente in Norvegia e fu mandato in esilio
dalle autorità naziste. Nulla del genere, invece, la legge
prevede per quei cittadini tedeschi che, soprattutto a causa
della loro appartenenza religiosa, durante il nazismo sono
fuggiti dalla Germania verso altri Paesi di cui hanno in seguito
acquistato la cittadinanza: non appena lo hanno fatto, hanno
perso automaticamente il diritto a riacquistare il passaporto
tedesco e, di fatto, a tornare a vivere in Germania con gli
stessi diritti di cui godevano quando sono stati costretti a
fuggirne per evitare di fare una brutta fine. Si tratta
soprattutto di ebrei, ma anche di esponenti di minoranze
religiose ed etniche comunque perseguitati dal regime di Hitler.
"Si tratta di una lacuna normativa "completamente
inaccettabile", ha spiegato Filiz Polat, osservando che "la
naturalizzazione per chi ha abbandonato il nostro Paese in
quanto la sua vita e quella dei propri familiari era minacciata
da un regime totalitario è solo una riparazione rispetto
all'ingiustizia nazionalsocialista". All'iniziativa dei Verdi
plaude il Consiglio centrale degli Ebrei tedeschi. "La
coalizione di governo dovrebbe dare rapido seguito a questa
proposta per determinare una situazione giuridica più equa",
sostiene il presidente del Consiglio centrale Josef Schuster,
secondo cui l'apertura alla cittadinanza per chi ha dovuto
fuggire dal Nazismo e per i loro eredi va letta come un "grande
voto di fiducia" di una Germania che "dovrebbe aprire
generosamente le porte a queste persone che per salvarsi hanno
dovuto lasciare le proprie case ed i propri affetti, e ai loro
discendenti". (ANSA).
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