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Bulgaria scommette su rivoluzione 4.0, Italia attratta

Confindustria, spazio in settori innovazione e hi-tech

15 maggio, 10:11
(di Cristiana Missori) (ANSA) - SOFIA - Un settore hi-tech all'avanguardia; un mercato dinamico e aperto agli investimenti nel campo dell'innovazione; un Pil considerato fra i più alti d'Europa e stimato anche per il 2017 al 3%; una tassazione fissa a 10% sugli utili e un costo della manodopera estremamente contenuto: la Bulgaria ha tutte le carte in regola per attrarre le aziende italiane.

A tracciare la fotografia del mercato bulgaro per ANSA Nuova Europa, è la direttrice di Confindustria Bulgaria, Mila Nenova, che nei giorni scorsi ha ospitato la diciassettesima Assemblea Generale delle aziende italiane presenti nel Paese - circa 300 - alla presenza del presidente degli industriali italiani, Vincenzo Boccia. La presenza italiana in Bulgaria conta 300 aziende ''dalla forte eterogeneità di settori operativi e soprattutto di dimensioni: dalle Pmi ai grandi gruppi. Si investe soprattutto nella produzione energetica, nel commercio e negli ultimi tempi nei settori edile e nell'agroindustria. ''Negli ultimi 3 anni si è registrato un crescente interesse per il settore dell'energia (rinnovabili in testa) e quello dell'It/outsourcing'', aggiunge Nenova.

Tra il 1996 e il dicembre 2016, gli investimenti diretti italiani (Ide) hanno raggiunto un valore complessivo di oltre 1,5 miliardi di euro, ''posizionandosi per valore totale come quarta presenza straniera dopo Paesi Bassi, Austria e Grecia''.

Se nel 2000 ''il valore degli Ide italiani ha toccato il tetto più alto a oggi mai registrato, arrivando a 379,5 milioni di euro, negli ultimi anni - fa notare Nenova - si è registrato un loro calo a testimonianza della crisi''. Gli investimenti diretti italiani passano infatti dai 66,4 milioni di euro del 2012 ai 7,3 milioni di euro nel 2017. L'Italia è uno dei principali partner commerciali della Bulgaria occupando la seconda posizione come Paese destinatario delle esportazioni bulgare dopo la Germania. Il valore complessivo dell'interscambio commerciale supera i 4 miliardi di euro. La diciassettesima Assemblea Generale di Confindustria Bulgaria ha affrontato il tema dell'industria 4.0. che punta a un processo di evoluzione del modello operativo aziendale ispirato alle moderne tecnologie digitali e di interconnessione.

Un ambito - come ha ricordato lo stesso presidente degli industriali Boccia - ''che rappresenta un passaggio determinante per rafforzare e accrescere la nostra capacità competitiva'' e su cui le aziende italiane hanno ancora molto da fare, ma che apre la possibilità a nuove partnership anche con le aziende bulgare. In Bulgaria, come anche in Lettonia e Polonia - secondo le indicazioni della Commissione Ue - replica Nenova, ''l'innovazione avanza più rapidamente''. La Bulgaria ''ripone nel discorso dell'innovazione tecnologica e nella digitalizzazione una grande attenzione'' come dimostra l'apertura ''del Sofia Tech Park, il primo parco scientifico e tecnologico nella regione balcanica che collaborerà con istituzioni pubbliche e private per lo sviluppo delle nuove tecnologie''. Le potenzialità per una crescita comune ci sono tutte, ma la Bulgaria deve compiere alcuni sforzi: mancano infatti una manodopera qualificata - il Paese, fa notare Nenova - ha sofferto infatti di una forte emigrazione e della cosiddetta fuga di cervelli ''che ha portato a una vera e propria mancanza di personale tecnico preparato''-; infrastrutture adeguate agli standard europei; investimenti nei trasporti; un utilizzo più sostenibile delle risorse naturali; maggiori investimenti nelle energie rinnovabili e nelle reti di distribuzione. (ANSA).

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