(ANSA) - MILANO, 30 OTT - Si definiscono una "sartoria tecnologica", perché fanno soluzioni robotiche su misura; un'impresa della conoscenza, perché investono nella formazione dei giovani; una "open company". Prima di tutto sono un'impresa familiare, la Loccioni, fondata nel 1968 nelle Marche da Enrico Loccioni per portare nel territorio un nuovo modello imprenditoriale fondato su lavoro e conoscenza, integrazione di idee, persone e tecnologie, nello sviluppo di sistemi automatici di misura e controllo.
"Da cinquant'anni lavoriamo per coniugare la tecnologia e le persone con l'obiettivo di portare sistemi innovativi nel manifatturiero e nelle aziende che fanno servizi", spiega l'Innovation director di Loccioni, Cristina Cristalli, aggiungendo che "oggi riusciamo a cambiare il processo produttivo in tempo reale, perché ci sono le tecnologie, che ci consentono di analizzare i dati real time, e perché ci sono le macchine connesse", che dialogano tra di loro e consentono di avvisarsi se c'è una distorsione nel sistema produttivo. In particolare, Loccioni sviluppa sistemi robotici integrati per il controllo distribuito (non più a fine linea) della qualità, del prodotto e del processo, con soluzioni studiate su misura per le singole aziende. I settori di riferimento nel mondo sono l'automotive e l'elettrodmestico, ma anche il manifatturiero, l'energetico, il medicale e l'ambiente. Il prossimo passo è il settore aerospaziale, in cui l'azienda ha già testato un sistema robotico di ultima generazione che conta di iniziare a produrre dal prossimo anno.
Locccioni punta inoltre "a portare lavoro nel territorio, ma soffriamo per una carenza di competenze. Non ci sono abbastanza ragazzi che scelgono la meccatronica, perché la fabbrica negli anni ha perso il suo appeal". La ricetta dell'azienda marchigiana è il "Vivaio", ovvero l'accompagnamento dei giovani in un percorso formativo che parte dalle scuole elementari e arriva all'Università. "Ospitiamo gli studenti in azienda e mostriamo loro che la tecnologia non è una cosa impossibile", spiega la manager, aggiungendo che ci sono anche "progetti di alternanza suola-lavoro: un percorso che, se fatto bene, funziona".(ANSA).