(ANSA) - MILANO, 03 NOV - Gli 'scienziati del dato' sono tra le figure più ricercate dalle imprese e continueranno ad esserlo anche nel prossimo futuro. Si tratta di professionisti dell'innovazione in grado di leggere, analizzare e gestire enormi quantità di informazioni digitali. A spiegarlo è Alberto Scavino, Ceo di Irion, software house italiana specializzata nell'Enterprise Data Management, partner dell'Università degli Studi di Torino. Per diventare un buon 'data scientist' è necessario, innanzitutto, "avere solide basi in matematica applicata, statistica, informatica o fisica, oltre a specifiche competenze di machine learning e data mining (cioè l'apprendimento automatico e l'estrazione di dati, ndr)" sostiene Scavino. In un contesto in rapidissima evoluzione, come quello delle tecnologie digitali, in base alle quali vengono riprogettati i processi aziendali, "le competenze tradizionali non sono però più sufficienti". La ricetta di Irion, per orientare i ragazzi verso questa professione, contiene tre ingredienti salienti: l'integrazione dello studio con la pratica, ovvero "sporcarsi le mani e lavorare su dati reali"; lo sviluppo di "un ottimo intuito"; infine, la specializzazione, perché "in tutti i settori, si registra una crescente domanda di professionisti in grado di interpretare con precisione la mole di informazioni che quotidianamente le aziende ricevono". Anche il mondo accademico si sta muovendo, come dimostra il primo corso di laurea magistrale in Data Science nato all'Università La Sapienza di Roma, oppure il master dell'Università di Torino, che propone interventi di professionisti e aziende del settore, tra cui la stessa Irion.(ANSA).