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Ue segue mosse Renzi, ministro tesoro sia europeista

Dijsselbloem e Rehn, in gioco competitività

17 febbraio, 19:56
Ue segue mosse Renzi, ministro tesoro sia europeista Ue segue mosse Renzi, ministro tesoro sia europeista

BRUXELLES - L'Europa dall'Italia non vuole parole ma fatti, e quindi a Matteo Renzi incaricato premier non suggerisce nomi ma presenta subito la lista delle cose da fare, possibilmente con un ministro dell'economia vero europeista: ridurre il debito, raggiungere il pareggio di bilancio strutturale, tagliare il cuneo fiscale, riformare la P.A., l'istruzione e la giustizia, recuperare il gap di competitività che ha gettato il Paese in una recessione più profonda del resto dell'eurozona. Lo ricordano proprio oggi il presidente dell'Eurogruppo Jeroen Dijselbloem e il commissario agli affari economici Olli Rehn.
 

Certo, per fare tutto questo e con i tempi che impone Bruxelles, cioè mettere in cantiere riforme entro maggio, mese in cui la Commissione passa in rassegna gli sforzi dei Paesi, Renzi ha bisogno di un ministro dell'Economia che, forte di una credibilità in Europa, apra con le istituzioni un dialogo costruttivo. Un buon mediatore. Soprattutto se l'obiettivo del nuovo Governo è mettere in discussione il rispetto passivo delle regole di bilancio, come il tetto del 3% di deficit o la regola del debito che dal prossimo anno ci mette a rischio di manovre pari a un ventesimo del pil se non avviamo una riduzione che a Bruxelles sta bene. E soprattutto se la Commissione ogni giorno ci ricorda che dalle regole non si deroga.
 

Il primo banco di prova in Europa del nuovo ministro dell'Economia sarà la reazione dopo le previsioni economiche d'inverno del 25 febbraio: è lì che la Commissione ci dirà se il deficit 2013 si è davvero fermato al 3% come prevedeva a novembre e quello 2014 è al 2,5%. E se l'aggiustamento strutturale è migliorato. Con numeri peggiori, che ci esporrebbero alle procedure per deficit e debito, starebbe al nuovo ministro aprire subito il dialogo con il commissario Rehn per evitare il peggio oppure per negoziare un rientro nei vincoli più soft, come è stato concesso ad esempio a Francia e Olanda. E anche se i numeri continuassero ad essere 'border line' come ora, ugualmente servirebbe una mediazione per cercare di ottenere dalla Ue un po' di flessibilità sulla spesa. La Commissione non chiude ad una simile idea, ma finora ha sempre detto che vuole vedere i risultati dei tagli alla spesa prima di concedere margini.

 

REHN, NUOVO GOVERNO TAGLI DEBITO E SBLOCCHI CRESCITA - Il nuovo governo in Italia "deve ridurre il debito molto alto e, ancora più importante, sbloccare il formidabile potenziale di crescita e di dinamismo e innovazione delle imprese": così il commissario agli affari economici Olli Rehn rispondendo a una domanda sulle sfide del nuovo Governo.

"Sappiamo che il debito italiano è molto alto e fare altro debito non migliora la competitività economica dell'Italia", ha detto Rehn. Il commissario ha poi precisato che "sta molto all'Italia stabilizzare il livello del debito e ridurlo", e sbloccare il potenziale delle imprese è "una sfida vera per tutti i Governi italiani".  


DIJSSELBLOEM, GOVERNO ITALIA SUBITO, NODO COMPETITIVITA' - "La stabilità politica è importante, l'Italia deve migliorare la competitività dell'economia e come ogni Paese fare ciò che deve fare", per questo "mi auguro che si insedi il nuovo governo il più in fretta possibile": così il presidente dell'eurogruppo Jeroen Dijsselbloem commentando la situazione italiana.


"Sì, c'é una data limite per la presentazione di dati che possano essere presi in considerazione nelle previsioni d'inverno e quella data è oggi". Lo ha detto il portavoce di Olli Rehn, Simon O'Connor precisando di "non avere notizia di aver ricevuto alcun dato" sulla spending review italiana.


O'Connor ha anche escluso di fare commenti sulla inutilità o sui possibili danni della clausola d'investimenti così come espressi dal Tesoro venerdì scorso. Allo stesso tempo, rileva l'Ocse in una pubblicazione sulle sfide della zona euro, mantenere l'equilibrio dei bilanci pubblici per centrare le regole europee può essere davvero una sfida per molti Paesi come Italia, Grecia e Portogallo che, anche a causa del debito elevato, devono mantenere un avanzo primario medio superiore al 5% del pil per dieci anni.
 


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