di Redazione ANSA

Omc alla COP, un Green Deal per il Med

Fare del Mediterraneo un centro della transizione energetica grazie alle rinnovabili e gas naturale decarbonizzato grazie a un vero e proprio Patto multilaterale Verde per l’area. È la missione di OMC, la Mediterranean Energy Conference & Exhibition, lanciato con la partecipazione alla COP27 e che sarà rinforzato a maggio. L’ente che organizza la conferenza, nata nel 1993 come Offshore Mediterranean Conference & Exhibition, e che riunisce ogni anno a Ravenna oltre 11mila presenze e 300 trecento espositori da 25 nazioni, ha partecipato alla Conferenza delle Nazioni Unite sul clima a Sharm El-Sheikh (COP27) nel Padiglione del Mediterraneo. E prepara il prossimo evento a Ravenna, dal 23 al 25 maggio.

La MED Energy Conference, questo il nome dal 2021, è sbarcata per la prima volta a una COP sul clima grazie a un’iniziativa guidata dall'Unione per il Mediterraneo (UfM) insieme al Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente - Piano d'azione per il Mediterraneo (UNEP-MAP) e alla Fondazione PRIMA. Obiettivo, evidenziare le sfide urgenti relative al cambiamento climatico che la regione del Med sta affrontando, ma anche le soluzioni innovative che il settore energetico sta sviluppando per farvi fronte.

Creare alleanze

Monica Spada - OMC

“Per noi è stato un esordio proficuo – racconta la presidente di OMC Monica Spada – ci ha offerto l’occasione di raccontare alla scena mondiale gli interessi, le policy ed i business mediterranei sull’energia”. A Sharm El-Sheikh, OMC ha rappresentato gli interessi del business energetico del Mediterraneo. All’interno del Padiglione sono stati organizzati eventi che hanno fatto da cornice per lo scambio di know-how e iniziative da parte di tutti gli stakeholder coinvolti. L’impegno ad unire le diverse anime, privata, pubblica, accademica, del settore energetico del mare nostrum sarà ribadito a Ravenna a maggio. La mission è fare un altro passo verso “un Green Deal euromediterraneo”, afferma Spada. Concetto che include i discorsi sul Mediterraneo come “hub” energetico, ma va oltre, a inglobare il punto di vista delle politiche. L’obiettivo è coinvolgere tutti, operatori, istituzioni, conoscenze e competenze. “Alleanza è la parola che probabilmente meglio descrive la mission – prosegue Spada – alleanza tra tecnologie e fonti energetiche, alleanza tra stakeholder imprenditoriali, istituzionali e accademici” perché “solo insieme si possono raggiungere gli obiettivi climatici ed energetici condivisi”.


Un Patto per unire Nord e Sud

Un Patto per unire Nord e Sud

La sfida è grande. “Nei prossimi 25 anni la domanda di energia primaria nel Mediterraneo crescerà in modo sostanziale, per via tanto della crescita demografica quanto di quella economica, specie per quel che riguarda il Nord Africa – è lo scenario delineato da Spada – i numeri ci parlano di uno scenario in cui, entro il 2040, il consumo di energia raddoppierà nei Paesi del Sud del Mediterraneo, mentre il consumo di elettricità verrà addirittura triplicato, senza considerare gli aumenti delle emissioni di CO2”.

In questo contesto, però, “il Mediterraneo può diventare un vero e proprio canale delle rinnovabili e del gas naturale decarbonizzato – afferma la presidente OMC – grazie al potenziale offerto dalla cattura e stoccaggio di Co2 presente nei suoi giacimenti esauriti”. “La regione mediterranea – prosegue – ha un enorme potenziale rinnovabile, sia onshore che offshore, ancora non pienamente utilizzato”. Spada pensa “all'energia solare, soprattutto per l’area meridionale e orientale, o all’energia marina, a beneficio dell’intera regione”. Progetti per fare della regione “non solo un hub elettrico e del gas” e “per la cattura della Co2 e la decarbonizzazione per i settori hard to abate”, ma soprattutto un “ponte che unisce il nord e il sud del mondo”. “La cooperazione, l’integrazione di competenze e il know-how condiviso tra Paesi europei ed africani devono essere l’obiettivo di tutti gli operatori coinvolti”, racconta Spada, con “lo scopo di garantire resilienza e sostenibilità ambientale sul breve e sul lungo periodo”.


Verso la prossima Med Conference

Verso la prossima Med Conference

Il percorso è già tracciato, “già̀ avviato dalle società̀ dell’energia nell’ultimo decennio, per andare verso un mix energetico sempre più low carbon: una prospettiva olistica, che include tutte le forme di energia e allarga la platea dei player energetici” sottolinea Spada. Che ricorda come la partecipazione alla COP 27 rappresenti “uno dei momenti più̀ importanti” del percorso di avvicinamento alla 30esima edizione di OMC Med Energy, “dove si discuterà̀ di come rimodellare l’industria energetica in funzione della transizione e con il fine di garantire sviluppo sostenibile”.

L’appuntamento sarà “disegnato intorno alla centralità e lo sviluppo di tutti i paesi che si affacciano sul Mediterraneo, oggi più che mai, essenziali nel dibattito mondiale sul futuro dell’energia”, anticipa la presidente OMC. “La transizione energetica nel Mediterraneo può fungere da catalizzatore per quelle spinte trasformative, capaci di rivitalizzare l’economia dell’area – conclude Spada – e raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione, a patto che - e questa è la chiave di volta di tutto il processo - vi siano risposte multilaterali e azioni collettive. L’Italia e OMC 2023 rappresentano la soluzione naturale dove questo incontro può essere agevolato e concretizzato”