Anche per studiare ci vuole ritmo. I genitori si ricredano: fare i compiti in un ambiente tranquillo e silenzioso non è sempre meglio. Un sottofondo cadenzato, dalla pioggia battente alla musica pop, può invece aiutare a studiare meglio e più velocemente la matematica, ad esempio. Ma anche le lingue straniere e le materie creative tipo arte e tecnica. E chi potrebbe trarre giovamento dai ritmi di sottofondo sono soprattutto i ragazzi introversi, adolescenti oppure studenti universitari. Inutile quindi spegnere lo stereo se i nostri figli pretendono di studiare con il rock a tutto volume?
Che Rihanna, Miley Cyrus e Katy Perry siano finite in cima alle classifiche delle playlist per aiutare gli studenti a fare i compiti e prendere voti migliori possa sorprendere genitori e insegnanti non ci sono dubbi, ma Emma Gray (esperta del British Cognitive Behaviour Therapy and consuelling di Londra) le liste le fa davvero da qualche anno includendoci le canzoni che hanno ritmi fra i 60 e gli 80 battiti al minuto (come We can’t stop di Miley Cyrus e Mirrors di Justin Timberlake) perché calmano l’ansia e aprono la mente all’apprendimento e al pensiero logico. Poi ci sono i ritmi più forzati (come Satisfation dei Rolling Stones o Firework di Katy Perry) he pare eccitino il cervello quel tanto che serve per renderlo disponibile ad imparare le lingue o le materie creative, dall’arte alla tecnica. Ma sembrano funzionare anche Per Elisa di Ludwig van Beethoven e il concerto per pianoforte e orchestra n.21 in C major di Mozart.
Dopo le compilation per rilassarsi, dormire, correre o meditare è la volta delle tracce per studiare. Il mercato è fiorente online e include compilation di musica relax, piano o con le presunte onde alpha che pare stimolino i chakra e calmino l’ansia da esame di maturità o in facoltà. Se ne discute nei siti specializzati per gli studenti universitari e nei post online fra adolescenti a caccia di una scorciatoia per fare i compiti.
I ragazzi ci credono eccome ma ora arriva una nuova conferma: pare che siano i ritmi cadenzati il segreto per una migliore concentrazione, mentre il silenzio fa calare l’attenzione. Si va dai rumori della pioggia e dei tuoni allo scrociare delle onde del mare, fino all’ascolto di un sottofondo muiscale stimolante, incluso un tempo allegro di Beethoven. Lo hanno appena dimostrato anche gli psicologi dell’università di Milano–Bicocca che hanno fatto un esperimento curioso su cinquanta studenti dell’accademia sottoposti a 180 operazioni aritmetiche, di diversi livelli di difficoltà. Un gruppo studiava ascoltando i rumori della natura o la musica in cuffia, un altro invece in silenzio. Quale la ricetta per studiare meglio? La pioggia scrosciante e la musica ritmata e gioiosa. Il silenzio invece è deleterio, soprattutto per i più introversi di carattere, conclude l’indagine.
Quali brani ben ritmati sono stati usati per l’esperimento? Duo pour Bruno di Franco Donatoni, St.John Passion BWV245 di Johann Sebastian Bach, Cantus in memoriam de Benjamin Britten di Arvo Part, il primo movimento da Kammermusik n. 1 di Paul Hindemith e la IV Sinfonia di Ludwing Van Beethoven .
E la pioggia migliore quale è? 75 minuti di tuoni e pioggia scrosciante. E se non piove? Quella usata dagli studiosi si può scaricare da Youtube ed ha già 9 milioni e mezzo di visualizzazioni. ( http://bit.ly/2FCqe6b)
Infine, cosa funziona meglio, la musica o il temporale? Pare quest’ultimo se la musica non è ritmata e vivace.