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Lusso

Lapo Elkann, nel mio Garage Italia la dolce vita 4.0/VIDEO

Con officina ispirata al bisnonno e menù Cracco è sfida a Mattei

Lapo Elkann inaugura la nuova Garage Italia Customs © ANSA
  • Gioia Giudici
  • MILANO
  • 08 novembre 2017
  • 04:08

(di Gioia Giudici) Nell'ex-stazione Agip di piazzale Accursio, frequentata per decenni dai milanesi che andavano al lago per il weekend e poi troppo a lungo abbandonata, ha preso forma Garage Italia, il progetto di Lapo Elkann che unisce il mondo dei motori con quello della ristorazione, firmata da Carlo Cracco, e del design, curato da Michele De Lucchi, che ha restaurato l'edificio commissionato nel 1952 all'architetto Mario Bacciocchi da Enrico Mattei.

"Quando ho immaginato questo luogo - racconta Lapo nel suo garage - ho pensato a un concetto visto nei libri del mio bisnonno, Giovanni Agnelli, non l'Avvocato ma il genio della famiglia, con la pubblicità 'Fiat cielo terra mare'. Tra me e lui non c'è confronto, ma nel mio piccolo voglio riportare quel concetto in un'industria in pieno fermento che è quella del motion". Il bisnonno che fondò la Fiat non è l'unico ispiratore del progetto, che vede la luce dopo 3 anni di lavori: "Proveremo a fare con umiltà quanto e di più fatto da Enrico Mattei, che era un esempio di successo e forza italiani". E' all'Italia di quegli anni del boom, "quando eravamo un paese che dominava il mondo" che guarda oggi Lapo, pensando a una "Dolce vita 4.0, senza amarcord".

Un rinascimento che per l'imprenditore parte da Milano, "città in piena effervescenza", e dovrebbe coinvolgere tutta la penisola, che "ha cose incredibili che gli altri ci invidiano. Se lavori sul bello, il buono e la qualità questo è il Paese migliore del mondo. L'Italia - prosegue Lapo, in doppiopetto giallo canarino e calzini in pendant - ha delle eccellenze incredibili, con imprenditori e artigiani fuori dal normale, unendo le forze vinciamo se andiamo a combattere all'estero".

Per questo l'imprenditore tiene a sottolineare di aver collaborato con aziende come Cassina, che firma le sedute da regista con le livree automobilistiche, e Riva, che ha dato il suo nome al privé al primo piano e ai bagni stile yacht. Ovunque ci si giri - è la promessa mantenuta di Lapo - c'è qualcosa da notare: all'ingresso una nuvola di oltre 1.100 macchinine sospesa sul bar; sulle scale le impronte degli pneumatici; nella Materioteca - una grande libreria che mostra le lamiere verniciate, i tessuti e le pelli disponibili - la scrivania realizzata dagli artigiani Ferrari con la scocca di una Gto. Alle pareti, un inedito blu navy scurissimo che, insieme all''azzurro Lapo', sarà brevettato dalla Basf all'interno del progetto 'The code'. In un'area dedicata la possibilità di "guidare in pista" una Ferrari con un simulatore professionale, lo stesso utilizzato per i piloti del campionato GT. Sempre al piano terra, lo shop con cravatte e giacche realizzate con Rubinacci, le felpe con Hydrogen, il cashmere con Majestic. Al primo piano, il ristorante con al centro la carrozzeria di una Ferrari 250 GTO trasformata in cocktail station e sul soffitto la sagoma di una pista elettrica con 22 modellini di Formula 1, comprese due Ferrari, ovviamente posizionate vicine al traguardo. Nove sedili Ferrari Daytona e due della Ferrari 599 sono diventati delle poltrone, mentre il divano è un omaggio alla storica Ferrari di Gianni Agnelli.

Nel menù a forma di contagiri, firmato da Cracco, "la grande tradizione italiana legata ai racconti di Lapo, con il piatto del commendator Ferrari - racconta lo chef - il giardino di nonna Marella e l'insalata dell'Avvocato", ma anche piatti dedicati a Valentino Rossi e a corse mitiche come la Parigi Dakar. Sul tetto, a fianco del terrazzo-giardino tropicale, un aereo, e all'ingresso un'Harley Davidson, un motoscafo e delle auto già personalizzate. Il tutto nell'architettura che sembra spiccare il volo, esempio di streamline moderno, riportata all'originaria bellezza da Michele De Lucchi, che si è fatto trasportare dalla "forza propulsiva dell'ottimismo degli anni 50, in cui c'era il senso di voler costruire in mondo nuovo, lo stesso ottimismo - conclude l'architetto - che ci guida oggi". Se De Lucchi trova Lapo "la velocità in persona", lui invece a 40 anni sente che "andare veloci è importante, ma serve anche la calma per capire e rendere questo progetto perfetto al 100% prima di portarlo in giro per il mondo, come - assicura - farò sicuramente". Sul piano emotivo, come confidato a Rolling Stone, oggi invece "ci sono cose per cui mi mi sento pronto: avere una relazione stabile con una donna, fare dei figli".

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