I ministri degli Esteri dell'Italia e
di 12 paesi (Canada, Danimarca, Francia, Finlandia, Germania,
Giappone, Nuova Zelanda, Olanda, Regno Unito, Svezia, Australia
e Corea del Sud coordinati da Antonio Tajani in quanto Italia
presidente del G7) esortano in una lettera all'omologo
israeliano Israel Katz il governo di Israele "a consentire
l'ingresso degli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza
attraverso tutti i valichi pertinenti, compreso quello di
Rafah".
Pur prendendo atto "della decisione del governo di Israele su
un elenco completo di misure", i 13 paesi chiedono "ulteriori
passi", a partire dalle azioni per proteggere i lavoratori delle
organizzazioni umanitarie e i giornalisti. Bisogna, sostengono,
"lavorare per un cessate il fuoco sostenibile per evitare
ulteriori vittime, per consentire a più aiuti di raggiungere la
popolazione di Gaza e per permettere la ricostruzione del
sistema sanitario". Tra le richieste, oltre al ripristino di
tutti i servizi idrici, elettrici e di rete, serve "facilitare
le operazioni umanitarie a Gaza" e "garantire la sicurezza del
personale umanitario e lo svolgimento sicuro e regolare delle
operazioni, anche da parte dell'Unrwa".
"Fin dall'inizio della crisi - affermano i ministri degli
esteri dei 13 Paesi - siamo stati collettivamente tra i maggiori
fornitori di assistenza alla popolazione civile colpita a Gaza.
In stretto coordinamento con le Nazioni Unite, in particolare
con la coordinatrice senior per gli aiuti umanitari e la
ricostruzione a Gaza, Sigrid Kaag, e con i partner regionali,
siamo pronti a continuare a impegnarci con il governo di Israele
in questi compiti chiave".
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