Pupi Avati, vorrei fare solo fiction tv
Regista a Taormina in collegamento via Skype
28 giugno, 14:50Correlati

di Francesca Pierleoni
La serie in 6 puntate per Rai1 'Un matrimonio' firmata da Pupi Avati, e ispirata alla storia della propria famiglia, con, fra gli altri, Flavio Parenti, Micaela Ramazzotti, Christian De Sica, Andrea Roncato, Katia Ricciarelli, che debutterà su Raiuno a fine anno, potrebbe essere solo il primo capitolo di un possibile addio al cinema del regista. Lo annuncia Avati parlando in collegamento via skype da Bologna (dove festeggia oggi i 48 anni di matrimonio, ndr) con i giornalisti al Taormina Film Festival. Una soluzione adottata per l'impossibilità del regista a intervenire come annunciato, all'omaggio stasera del festival a Lucio Dalla, per cui ci sarà invece Marco Alemanno. Lavorare in televisione "spero sia una scelta definitiva -dice sorprendentemente -. Per avere ancora l'opportunità del racconto lungo con cui riempire risme di carta. Così mi sento più tranquillo con la mia coscienza, si possono raccontare i personaggi in modo esaustivo. E' una possibilità che il film non mi dà. Oggi invece fare cinema che abbia qualche pretesa di qualità e molto molto difficile. Vorrei fare come ha fatto Rossellini che negli ultimi anni si è dedicato principalmente alla televisione".
E Avati, dopo Un matrimonio, ha già in cantiere per il piccolo schermo, un progetto estremamente ambizioso su cui preferisce rivelare pochi dettagli:"Non abbiamo ancora definito i dettagli, ma è su un tema importante, che non posso ancora svelare, ma che vorrei affrontare finché ho a disposizione energia su cui posso contare. E' un progetto già tentato anche da altri, che non sono riusciti a portare a conclusione. Io penso di aver trovato la password per entrare in questa storia". L'idea di scegliere la tv, per Avati, viene dalla convinzione che "oggi al cinema la qualità è l'ultimo elemento che viene preso in considerazione dal pubblico e i festival sono totalmente ininfluenti. Si chiudono le sale e si moltiplicano i centri che vendono i telefonini. Poi molti continuano a vedere i film ma con mezzi totalmente illegali, senza pensare che sia una cosa illegale, si pensa ci sia una sorta di impunità. Capita a me con i miei figli e nipoti, figuriamoci agli altri". Secondo il regista "oggi la tv, che rifiuta i nostri film, e ha sviluppato invece un suo linguaggio, è l'unico mezzo che ci fa entrare nelle case degli spettatori. Penso sia possibile farlo portando qualità".
'Un matrimonio', realizzata per Raifiction, "é divisa in sei puntate da 100 minuti, che ho realizzato in 36 settimane di riprese, finite venerdì scorso". Nel racconto di Avati è protagonista suo padre (interpretato da Flavio Parenti), costretto a risollevare le sorti del negozio d'antiquariato di famiglia dopo la morte improvvisa di suo padre (Christian De Sica), che aveva dissipato una piccola fortuna al gioco, nella Bologna anni '20-30. Si innamora del padre di Avati la dattilografa dell'azienda (Micaela Ramazzotti) figlia di operai (Andrea Roncato e Valeria Fabrizi). "Mia madre gli fu molto vicina - spiega Avati - si innamorarono e sposarono. Mio padre in pochi anni ha risalito la china. La loro storia va a fondersi con quella del mio matrimonio". Infine una parola sull'amico Lucio Dalla, scomparso qualche mese fa: "Mi avrebbe fatto piacere ricordare Lucio, parlando di lui per quello che è stato, un mio grande amico e compagno d'orchestra nelle tournee in Europa quand'eravamo giovani e collaboratore straordinario negli ultimi anni per le colonne sonore dei miei film. Lucio è stato generoso con tutti".