Premier: urne sarebbero grave danno. "Nel 2012 torneremo a livelli pre-crisi"
Berlusconi: impossibile un accordo con Fini, confido in Casini
24 dicembre, 18:41
di Federico Garimberti
ROMA - Le elezioni sarebbero un ''grave danno'' per un Paese che sta uscendo da un anno ''difficile'' piu' forte di prima; tuttavia, senza una maggioranza in grado di fare le riforme, l'unica alternativa resta quella del voto. Silvio Berlusconi, dopo la conferenza stampa di fine anno, continua a rivendicare i meriti del suo esecutivo, rinnovando l'apertura a Pier Ferdinando Casini.
Il leader centrista pero' rifiuta garbatamente la proposta e ribadisce di voler restare equidistante anche dal Pd, respingendo l'invito di Pier Luigi Bersani ad una ''alleanza costituente''. Il presidente del Consiglio, in un audio-messaggio ai Promotori della Liberta', avverte che la fine anticipata della legislatura sarebbe un ''grave danno'' al Paese. Per questo promette di fare il possibile per evitarlo. Ove cio' non fosse possibile, precisa pero', ''non ci sara' altra scelta se non tornare dal popolo sovrano''. L'obiettivo ''primario'', ripete, resta la ''governabilita''' attraverso un allargamento della maggioranza, visto che non esiste una maggioranza alternativa a quella attuale. L'intento e' sempre quello di attrarre singoli deputati delusi. Ma anche di convincere i centristi: spero che Casini si ''ravveda'' e decida di dare perlomeno un appoggio esterno al governo, afferma il premier. Che invece ripete di non vedere alcun margine con il presidente della Camera, Gianfranco Fini. Coi militanti Berlusconi rivendica soprattutto l'azione di governo, che ''tenendo in ordine i conti'' in un anno ''difficile'' e' riuscito a ''traghettare verso il 2011 un'Italia piu' stimata, piu' forte e piu' competitiva'', mentre altri ''ordivano congiure di palazzo''. Conferma pero' che per tornare ai livelli di crescita pre-crisi bisognera' attendere il 2012. Nel complesso, comunque, per il 2010 si puo' guardare al ''bicchiere mezzo pieno'', anche in considerazione dell'accordo raggiunto dalla Fiat a Mirafiori che non esita a definire ''storico''. Sul tema sempre caldo della giustizia, rinnova le sue critiche a quei pm che con ''indebite ingerenze sulla vita delle altre istituzioni'' determinano una ''vera e propria emergenza democratica''. Infine, a proposito di un possibile passo indietro, ripete che nel Pdl e nel governo ci sono alcuni ''protagonisti'' che ''potrebbero davvero, in un prossimo futuro, assumersi la responsabilita' di guidare il governo''. Eventualita', aggiunge, che ''mi auguro'' visto che farlo richiede ''grandissimi sacrifici''. L'ennesima offerta del premier non trova sponda nei centristi: ''Non diciamo ne' si ne' no ad un tavolo, constatiamo che il tavolo c'e' gia' ed e' il Parlamento'', ribadisce Casini. Che risponde picche anche all'alleanza costituzionale proposta da Bersani. ''E' un'idea emergenziale, ma io mi auguro che assieme si possa scongiurare una simile emergenza''. Insomma, per l'ex Dc e' meglio ''convergere'' in Aula su alcuni provvedimenti, restando ''ciascuno dov'e', maggioranza e opposizione''. Le parole del Cavaliere scatenano la reazione dell'opposizione: Per il Pd parlano Maurizio Migliavacca, che definisce l'intervento un ''copione ormai logoro'', e Stefano Fassina, che accusa il premier di rifilare agli italiani una ''stanca litania propagandistica''. Altrettanto dure le reazioni dell'Italia dei Valori: Antonio Di Pietro, a proposito della Fiat, parla di ''panettone al veleno'', mentre Luigi De Magistris e Fabio Evangelisti lo attaccano rispettivamente sulla giustizia (''l'unica emergenza democratica e' Berlusconi'') e sulla crisi (''Preoccupa la sua capacita' di mentire'').