Bengasi, manifestanti danno fuoco a sede islamici
Protesta in migliaia contro le 'milizie fuorilegge'
21 settembre, 23:47Un gruppo di sostenitori del governo libico che manifestava a Bengasi ha espugnato stasera il quartier generale della milizia islamica radicale di Anzhar al-Sharia. Lo riferiscono testimoni. La polizia e veicoli dell'esercito sono già sul posto, ma al momento non si segnalano scontri o episodi di violenza. Migliaia di libici hanno manifestato oggi a Bengasi a sostegno della democrazia e contro le milizie islamiche che Washington ritiene responsabili dell'attacco al consolato Usa nel quale la scorsa settimana è stato ucciso l'ambasciatore americano in Libia, Chris Stevens, e altri tre cittadini statunitensi. Il cosiddetto "Giorno del salvataggio di Bengasi", come è stata definita la manifestazione, è stato organizzato per chiedere al governo di sciogliere i gruppi armati che si sono rifiutati di consegnare le armi dopo la sollevazione che ha rovesciato il colonnello Muammar Gheddafi lo scorso anno. "Siamo entrati nella sede per consegnare questo luogo alle forze di sicurezza nazionale", ha detto l'attivista Musaf al-Sheikhy in merito all'irruzione nel quartier generale della milizia islamica radicale di Anzhar al-Sharia. L'iniziativa sembra parte di un'azione coordinata da polizia, truppe governative e attivisti contro le milizie alla fine della manifestazione di oggi. "Stiamo prendendo il controllo della sede della battaglia. Questo è stato fatto su richiesta del popolo che ha chiesto che le milizie lascino questo posto", ha detto il colonnello dell'esercito Naji al-Shuaibi, al comando delle operazioni che hanno condotto al presa di controllo del quartier generale.
Centinaia di manifestanti hanno dato fuoco al quartier generale della milizia islamica radicale di Anzhar al-Sharia a Bengasi. Lo riferiscono testimoni oculari. Sotto la pressione dei manifestanti, i membri del gruppo, che era stato indicato nell'attacco al consolato Usa della scorsa settimana, hanno sparato in aria prima di lasciare la sede, espugnata da centinaia di abitanti di Bengasi che protestavano contro le "milizie fuorilegge".