Olanda al voto, tracollo degli euroscettici: vincono i pro-Ue
Secondo i primi exit poll l'ultradestra perde 13 seggi. Buon segnale per i mercati
13 settembre, 18:18
dell'inviato Fabio Govoni
L'AJA - Buone notizie per l'Europa dall'Olanda. I due maggiori partiti moderati e europeisti - i liberali e i laburisti - hanno sbancato le urne nelle elezioni politiche anticipate di oggi, mentre la destra populista ed euroscettica di Geert Wilders e' crollata.
I primi dati reali confermano e consolidano a tarda sera la leggera prevalenza accordata dagli exit poll ai liberal-conservatori del Vvd del premier uscente Mark Rutte sul partito laburista (PvdA) del giovane e carismatico Diederik Samsom. Insieme, teoricamente, queste due formazioni risultano poter avere un'ampia maggioranza, del tutto inattesa fino a oggi, per formare il prossimo governo. Quattordici seggi in piu' (44 da 31 che ne aveva) sono accreditati a Rutte, e 40 da 30 a Samsom, in un parlamento che conta in tutto 150 scranni.
I due, se i dati saranno confermati, daranno vita una trattativa che potrebbe, a questo punto, escludere gli altri candidati: i democratici centristi del D66, accreditati alla vigilia come i più probabili junior partner di una futura coalizione, che comunque crescono da 10 a 12 seggi. Perdono, come preventivato, gli alleati storici dei liberali, i cristiano-democratici (da 21 a 13 seggi), penalizzati dalla loro precedente alleanza con Wilders. Quest'ultimo, che in aprile aveva fatto cadere il governo nella speranza di cavalcare un'ondata antieuropeista (che non c'è stata) appare ormai del tutto marginalizzato (da 24 a 11 seggi), mentre gli euroscettici di sinistra, i socialisti dell'Sp, sotto la guida del focoso Emile Roemer non vanno oltre la conferma dei 15 seggi che gia' avevano. Fra gli altri partiti minori è crollata la Sinistra verde (Gl) (da 10 a 4 seggi), i cristiani uniti (da 5 a 4), mentre guadagnano i calvinisti ortodossi (Sgp)(da 2 a 3), fermi gli animalisti (2 seggi).
Tagliate le ali alle 'estreme', cresciuti tutti i partiti europeisti, appaiono dunque scongiurati i timori che il voto potesse far scarrozzare l'Olanda, Paese-colonna dell'euro, verso una deriva euroscettica o addirittura antieuropeista, com'era paventato solo poche settimane fa. Che avrebbe potuto creare un effetto-domino psicologico su altri Paesi, fra cui la Germania, che vota l'anno prossimo e che, come l'Olanda, rimugina nell'opinione pubblica un profondo scontento per l'enorme quantità di denaro che viene drenata per sostenere "l'indisciplinato" sud d'Europa.
La crescita "fulminea" del PvdA di Samsom è stata frutto del suo programma di europeismo e austerità "sostenibili", che il suo carisma personale è riuscito a rendere credibile. Un carisma che gli olandesi hanno scoperto solo negli ultimi tempi, soprattutto nell'infinita serie di dibattiti e talk show televisivi fra leader politici, dov'è apparso competente, calmo, intelligente e sicuro di sé, rendendo credibile il suo programma al contempo realista e "sociale".
La crescita di Rutte viaggiava invece su un'onda più lunga, partita quando il suo governo cadde lo scorso aprile, facendolo apparire l'unico riferimento politico liberista e conservatore credibile dopo la traumatica uscita dalla maggioranza di Wilders e lo sfaldamento dell'ex alleato Cda. Rutte è sempre apparso serio e preparato e ha intelligentemente mantenuto una stretta connessione fra la coerenza del suo programma di riforme e tagli dolorosi e le necessità del Paese. Riuscendo a schivare così il malcontento nei confronti dell'Europa e le provocatorie accuse, fattegli soprattutto dalle due ali euroscettiche a destra e sinistra, di essere al servizio degli eurocrati o il galoppino della Germania di Angela Merkel: "Non faccio questo per Bruxelles, ma perché è un bene per la nostra economia", ha detto ieri sera Rutte nell'ultimo dibattito in tv.
La forza dimostrata dai due partiti maggiori è ancora una volta segno che nella maggioranza degli olandesi, che eleggono con sistema proporzionale una pletora di partiti grandi e piccoli (erano 21 i simboli sulla scheda) e si fanno un'idea spesso all'ultimo momento, prevale quasi sempre un atteggiamento "razionale", tipico di un Paese ricco e tranquillo, abituato da sempre a stare unito piuttosto che a dividersi.