Fukushima: allarme fissione, ma Tokyo rassicura
Iniezioni acido borico in reattore n.2, no rialzo temperature
05 novembre, 18:22Correlati
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di Antonio Fatiguso
L'allarme fissione e' l'ultimo spettro generato dalla disastrata centrale di Fukushima. L'annuncio del gestore Tepco sulla presenza nel reattore n.2 di tracce di xenon, gas solitamente sprigionato dalla reazione dell'uranio, ha proiettato in mattinata scenari inquietanti via via migliorati con l'analisi e la lettura dei dati raccolti, fino a quando il ministro per l'Emergenza nucleare Goshi Hosono ha gettato in serata acqua sul fuoco. Hosono si e' detto ''ottimista'' su arresto a freddo e messa in sicurezza dei reattori ''entro fine anno'': le attivita' di ''raffreddamento procedono stabilmente e non c'e' motivo di cambiare i piani'', ha spiegato, anche con i segnali di fissione. I riflettori si sono riaccesi su Fukushima quando la Tepco ha, ''a scopo precauzionale'', cominciato a iniettare acido borico per neutralizzare possibili reazioni, mentre l'Agenzia per la sicurezza atomica (Nisa) ha avviato i suoi riscontri.
L'utility, che ha chiesto alla Japan Atomic Energy Agency (Jaea, l'istituto di ricerca nucleare) di effettuare analisi indipendenti sullo xenon, ha lanciato le procedure d'allerta a seguito della rilevazione nel vaso di contenimento primario di tracce (giudicate poi come 'residuali') di xenon: gli isotopi 133 e 135, con tempi di decadimento rispettivamente di 5 giorni e nove ore, hanno rafforzato l'idea del rilascio ''recente''. I fattori all'origine del fenomeno sono molteplici e anche la prova della presenza del gas non e' detto possa suggerire che il combustibile, parzialmente fuso dopo la rottura del sistema di raffreddamento per il sisma/tsunami dell'11 marzo, sia in condizione di criticita'. In altri termini, per la fissione e' necessaria la presenza di neutroni che potrebbero essere stati prodotti non dal processo di fissione stesso, ma dall'attivita' dei cosiddetti 'emettitori' di neutroni o da reazioni di natura secondaria. Ogni processo fissile nel reattore numero 2, qualora si fosse verificato, sarebbe estremamente limitato, ''mancando riscontri sul grande rilascio di energia'', hanno spiegato autorevoli fonti scientifiche all'ANSA.
L'agenzia ha notato che non ci sono state misure anomale di temperature (al fondo della struttura di contenimento sono stati rilevati addirittura 76,1 gradi) o pressione abnorme. ''Non neghiamo alcuna ipotesi, compresa quella di criticita' localizzate all'interno del reattore'', ha osservato Yoshinori Moriyama, portavoce della Nisa, valutando come ''altamente improbabile e remoto'' lo scenario di ''ri-criticita''', quando cioe' la fissione prende ''vigore e diventa un serio pericolo''. E' importante, ha detto in conferenza stampa, ''continuare a monitorare i segnali e mantenere una capacita' di controllo''. La scoperta, paradossalmente, coincide con il primo riavvio autorizzato di un reattore dopo lo scoppio della peggiore crisi nucleare da Cernobyl, nel 1986. La Kyushu Electric Power ha reso noto che il reattore n.4 di Genkai, spentosi il 4 ottobre dopo un guasto, ha ripreso a produrre elettricita' nel pomeriggio. Dalla prefettura di Iwate, invece, sono partiti per Tokyo i primi carichi di detriti da smaltire: il governo metropolitano della capitale ha accettato per solidarieta' 11.000 tonnellate su oltre 4 milioni totali. La radioattivita' testata, inferiore a 1,4 microsievert/ora, e' simile a quella naturale