Monti a Onu, crisi peggiore nella storia Ue
Il premier: serve più Europa
27 settembre, 13:53
dell'inviato Marcello Campo
'’Quella che stiamo vivendo non e’ un ricorrente squilibrio ciclico: e’ la peggiore e piu‘ grave crisi della storia europea’’. Mario Monti scuote l’assemblea generale dell’Onu con un giudizio impietoso sulle gravissime difficolta’ che il Vecchio Continente sta affrontando ormai da anni. Ma nel suo discorso pronunciato in inglese, ‘Supermario’, come tutti i media ormai chiamano il premier italiano, va oltre. Ai grandi del mondo riuniti al Palazzo di Vetro lancia un messaggio chiarissimo, bocciando implicitamente ogni ipotesi isolazionista o euroscettica: ‘’Ormai e’ chiaro che avere piu’ Europa sia un interesse globale’’. Come dire, nessuna cancelleria s’illuda che ci possa essere una ripresa mondiale senza un forte recupero dell’Eurozona. Del resto, superare le difficolta’, osserva Monti, fa parte del dna dell’Unione. E su questo punto Monti offre una prospettiva di ottimismo: ‘’ Le altre crisi hanno minacciato di cacciare l’Europa indietro, nel passato. Ma ogni volta – osserva l’ex Commissario Europeo - gli europei hanno trovato il modo di continuare il cammino apertosi oltre 50 anni fa’’. Quindi, cita uno dei padri nobili dell’europeismo, il filosofo francese Jean Monnet: ‘’Nelle sue memorie annotava: ‘L’Europa sara’ costruita’ passando attraverso le crisi’’. E anche oggi, spiega determinato, ‘’il mondo ha imparato quanto essenziale sia una Europa forte e credibile per affrontare le sfide globali dell’economia e della sicurezza. E quanto sia importante l’area Euro nella ripresa dell’economia mondiale’’.
E in questa fase delicata, Monti assicura la comunita’ mondiale sul fatto che il nostro Paese proseguira’ nel cammino delle ‘nuove dinamiche’, svolgendo ancora un ruolo di primo piano sul fronte del rigore e dello sviluppo: ‘’L’Italia continuera’ a fare la sua parte – sottolinea il premier - a favore di una maggiore sostenibilita’ di bilancio e per aumentare il potenziale di crescita’’. Ma non smentendo il suo ruolo di grande mediatore, osserva quanto sia ‘’ essenziale che anche i governi europei agiscano al livello nazionale’’. Ma Monti non ha parlato solo di crisi e Ue, alla sua ‘prima volta’ all’assemblea Generale Onu. Riecheggiando i toni usati ieri da Barack Obama, sul fronte della politica internazionale e dei rapporti con l’Islam, il premier ribadisce il valore centrale della tolleranza religiosa, come chiave di volta per la risoluzioni delle tante crisi regionali che infiammano il bacino del mediterraneo e il Medio Oriente: ‘’ Dobbiamo cooperare con saggezza e rigettare con fermezza la rappresentazione sbagliata di religioni o credi religiosi come strumenti di distruzione e destabilizzazione. Per raggiungere questo obiettivo – osserva - sono sempre necessarie delle buone leggi, ma queste spesso non sono sufficienti. La tolleranza deve essere promossa attraverso un impegno del governo e della società civile". In questo senso, affrontando il nodo storico della Primavera Araba, Monti ricorda che l’Italia e l’Europa devono continuare a confrontarsi con i Paesi del Mediterraneo per raggiungere ‘’gli obiettivi della pace e della cooperazione, attraverso il rispetto reciproco’. ‘’La cultura del dialogo – sottolinea – deve prevalere sulla contrapposizione’’. Piena adesione alla linea delle Nazioni Unite sul dossier caldo della Siria: ‘’L’Italia sostiene pienamente la missione del nuovo inviato Onu e chiede con forza che il Consiglio di Sicurezza superi lo stallo che sta bloccando un’efficace azione internazionale: la storia non e’ indulgente nel giudicare chi non si assume le sue responsabilita’’’. Quanto all’Iran, pieno appoggio all’impegno della Aiea ‘’per ottenere chiarimenti sulla vera natura del programma nucleare iraniano’’. Infine, con un pizzico d’orgoglio, Monti ricorda come malgrado la crisi, il nostro Paese terra’ lealmente fede agli impegni militari assunti con la comunita’ internazionale: ‘’Rimarremo sul terreno – assicura il Premier – al livello militare e civile in numerosi teatri come l’Afghanistan e il Libano’’.