Esperta: dolore atroce, ripresa difficile
Ferraris: no a spettacolarizzazione dramma e coinvolgimento bimbi
14 marzo, 19:21ROMA - Di fronte a una tragedia, a un dolore così grande che coinvolge genitori e magari anche i fratellini delle vittime l'intervento immediato di psicologi può essere sicuramente un primo sostegno importante. Ma per accompagnare parenti e genitori nel difficile e lungo percorso di elaborazione del lutto e di gestione del trauma non c'é una ricetta unica e rapida, né un modo di comunicare loro che sia risolutivo. In questo momento è invece fondamentale il sostegno di parenti e amici. Lo spiega Anna Oliverio Ferraris, psicoterapeuta dell'età evolutiva a La Sapienza di Roma, secondo cui bisogna anche "evitare la spettacolarizzazione di questo grande dolore, l'eccessiva enfasi e tenere lontani da questa notizia tragica i più piccoli telespettatori che magari ne potrebbero rimanere eccessivamente colpiti e anche immedesimarsi nelle piccole vittime. Far arrivare loro i dettagli di una simile tragedia non può far altro che nutrire e alimentare paure irrazionali, soprattutto nella psiche dei più sensibili". Una equipe di psicologi è stata mobilitata dalle autorità svizzere per assistere i piccoli feriti nell'incidente di ieri sera, ma è chiaro, sostiene la psicoterapeuta, che il loro lavoro, per quanto importante, può essere al momento solo un conforto immediato, un sostegno cui si affianca quello di certo più prezioso delle famiglie.
Poi ognuno ha una elaborazione del tutto individuale del dolore. "Anche per la gestione del cosiddetto stress post-traumatico - spiega l'esperta - si è ormai compreso che non esiste una modalità unica di intervento". Alcune persone in seguito a un trauma si chiudono, ad altre fa invece bene sfogare il dolore parlando, ma non è detto che il vissuto delle prime sia patologico e la loro chiusura va anzi rispettata. Quindi lo psicologo in questo primo momento può dare un conforto importante ma non può certo neanche minimamente lenire il dolore; semmai, sottolinea la Ferraris, potrà servire più a lungo termine in seguito, 'a freddo', l'aiuto di uno psicoterapeuta. Di certo quello che si può dire è che, soprattutto i bambini, sia chi vive la tragedia da lontano come spettatore sia chi la vive da vicino, vanno protetti il più possibile da dettagli della notizia, altrimenti il rischio è che si identifichino nelle piccole vittime, che comincino ad avvertire la paura di andare in gita, la paura di mettersi in viaggio. Ancor più perché sono coinvolti bambini, quindi, è importante evitare la spettacolarizzazione eccessiva del dolore, evitare interviste a genitori e piccoli sopravvissuti, rispettare questa immensa tragedia per metabolizzare la quale serviranno anni.