Stasi spiava Sissi-Romy Schneider
L'attrice sosteneva comitato opposizione
21 dicembre, 19:13Correlati

di Stefan Wallisch
BERLINO - Dolce ma anche un po' ribelle: è questo il ricordo che milioni di fan hanno di Romy Schneider, l'attrice austriaca diventata famosa nel ruolo dell'imperatrice Sissi. Probabilmente è stato proprio il suo carattere forte ad averla portata a sostenere un movimento d'opposizione della Germania dell'Est. A causa della sue simpatie 'sovversive' è finita addirittura nel mirino della Stasi. Per Rosemarie Magdalena Albach, in arte Romy Schneider, la popolarissima trilogia di Sissi è stata un colpo di fortuna, ma anche una sorta di condanna. Con molta difficoltà è riuscita ad abbandonare il ruolo della ragazzina sognatrice. Dietro a questa immagine si nascondeva una personalità forte e indipendente. Come rivela ora il quotidiano Bild, la Stasi, la polizia segreta della DDR, nel 1976 aveva aperto un fascicolo nei confronti dell'attrice nell'ambito di attività investigative contro il cantautore tedesco Wolf Biermann. Il titolo dell'operazione era "Lyriker".
A suscitare l'interesse degli agenti sarebbe stato il sostegno ideologico ed economico dato da Romy Schneider a un movimento d'opposizione, il Schutzkomitee Freiheit und Sozialismus. Il gruppo era stato fondato da alcuni intellettuali tedeschi a Berlino Ovest e si batteva per la scarcerazione di detenuti politici della DDR. Tra i suoi sostenitori più illustri c'era anche lo scrittore svizzero Friedrich Duerrenmatt. La Schneider - si legge negli atti - non avrebbe solo versato soldi al movimento, ma avrebbe anche reclutato nuovi membri, come per esempio Yves Montand e Simone Signoret. Romy Schneider si era, infatti, trasferita da tempo in Francia con l'intento di scrollarsi di dosso l'immagine di Sissi. A Parigi aveva conosciuto molti attori e artisti che la pensavano come lei. Durante il suo primo matrimonio aveva anche vissuto per qualche anno a Berlino. L'attrice aveva così utilizzato le amicizie in Germania e in Francia per diffondere le idee del Schutzkomitee Freiheit und Sozialismus. Dagli atti si evince che ogni volta che la Schneider entrava nella DDR veniva spiata. Come si legge in una nota del 25 maggio 1981 l'attrice aveva anche firmato una lettera aperta dello scienziato e dissidente Robert Havemann indirizzata al presidente dell'Urss Breznev. Il fascicolo è stato chiuso nel giugno del 1982, a pochi giorni dalla morte dell'attrice.