Nato, ok ministri a missili patriot in Turchia
Unicamente a scopo difensivo, non per supporto 'no fly zone'
04 dicembre, 20:35
Il consiglio dei ministri degli Esteri della Nato ha approvato il dispiegamento di missili Patriot in Turchia alla frontiera con la Siria come richiesto dal governo di Ankara. Essi avranno scopo puramente difensivo e non a supporto di una 'no-fly zone'. Lo ha twittato il segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen.
Almeno 123 persone sono state uccise oggi in Siria, secondo un bilancio provvisorio dei Comitati locali di coordinamento (Lcc) dell'opposizione. Ben 88 delle vittime sono segnalate a Damasco e nei suoi dintorni, compresi 29 studenti e un insegnante morti in un bombardamento con mortai su una scuola del campo rifugiati di Wafidin. L'agenzia governativa Sana ha accusato di questo bombardamento i "terroristi", termine abitualmente usato per indicare i ribelli armati.
RIBELLI VICINI A DAMASCO NATO: NO ARMI CHIMICHE - I ribelli siriani anti-regime controllano la maggior parte dell'autostrada dell'aeroporto e sono avanzati nelle ultime 48 ore fino a circa sei km dal centro di Damasco. Lo riferiscono all'ANSA testimoni oculari appena giunti a Beirut e che preferiscono rimanere anonimi per ragioni di sicurezza. Lo scalo internazionale dista circa 30 km da Damasco e l'autostrada che collega la città con l'aeroporto è attraversata da sette cavalcavia. La posizione di ciascuna sopraelevata rispetto al centro cittadino serve ai locali per orientarsi lungo questa autostrada. "Domenica i ribelli avevano preso il quinto ponte, ma ora sono arrivati al terzo", affermano le fonti, in riferimento al cavalcavia più prossimo alla città.
La Nato, intanto, ha detto di sapere che ''la Siria ha i missili e le armi chimiche'' e ''per questo e' urgente'' fornire protezione aerea alla Turchia. Il ''possibile uso'' di armi chimiche sarebbe ''completamente inaccettabile''. In quel caso, ha dichiarato il segretario generale dell'Alleanza, ''mi aspetterei una reazione immediata''.
Il dispiegamento dei Patriot in Turchia, cui è atteso oggi il via libera dei ministri degli esteri Nato oggi, "sarà solo difensivo" e "in nessun modo supporterà una no-fly zone o operazioni d'attacco". Lo ha detto il segretario generale, Rasmussen, prima della ministeriale che si apre con un incontro col russo Lavrov. Arrivando nel quartier generale dell'Alleanza a Bruxelles, Anders Fogh Rasmussen, ha definito "di grande preoccupazione" la situazione alla frontiera sud-orientale della Nato, ribadendo la "piena solidarietà con la Turchia". Inoltre ha affermato di aspettarsi una decisione favorevole al dispiegamento di batterie di missili Patriot "per dimostrare la nostra determinazione a dissuadere ogni minaccia". Il segretario generale della Nato ha aggiunto di aver già informato il ministro degli esteriu russo, Serguei Lavrov, "nello spirito di piena trasparenza".
E sale anche il bilancio delle vittime del bombardamento "compiuto da terroristi" su una scuola vicino Damasco: i morti sono saliti a 28 studenti ed un insegnante, per un totale di 29 vittime. Lo riferisce l'agenzia governativa Sana.
UCCISO UN GIORNALISTA FILOGOVERNATIVO - Un giornalista governativo siriano è stato ucciso in "un attentato terroristico" a Damasco. Lo riferisce la tv di Stato siriana, precisando che Nagi al Assaad è morto in un attacco compiuto da non meglio precisati "terroristi" a Tadamon, quartiere periferico della capitale solidale con la rivolta armata e da mesi obiettivo dei bombardamenti lealisti. La tv afferma che al Assaad era in pensione ma che saltuariamente scriveva per il quotidiano governativo Tishrin.
SCONTRI ALAWITI-SUNNITI NEL NORD DEL LIBANO - Miliziani armati alawiti, favorevoli al regime siriano di Bashar al Assad, e sunniti, schierati con l'opposizione, sono tornati a scontrarsi oggi a colpi di razzi e armi automatiche a Tripoli, nel nord del Libano, secondo quanto reso noto da media di Beirut. Almeno un uomo, riferisce la televisione Lbci, è rimasto ferito nel quartiere alawita di Jabal Mohsen, i cui miliziani hanno ingaggiato conflitti a fuoco con quelli del confinante quartiere sunnita di Bab al Tabbaneh. Le due aree rivali sono separate da Via Siria, sulla quale vi sono stati nei mesi scorsi diversi scontri che hanno provocato numerosi morti e feriti. Le tensioni sono tornate ad accendersi dopo che, la settimana scorsa, una ventina di miliziani libanesi che erano entrati in Siria per unirsi alla rivolta sono caduti in un'imboscata delle forze governative siriane. Almeno due di loro sono stati uccisi, secondo il ministro degli Esteri libanesi Adnan Mansur. Non si conosce la sorte degli altri, ma secondo fonti di stampa alcuni sarebbero stati fatti prigionieri e altri sarebbero riusciti ad unirsi ai ranghi dell'Esercito libero siriano (Els). Ieri il primo ministro libanese Najib Miqati ha chiesto al Comitati internazionale della Croce rossa di intervenire per ottenere la consegna alle famiglie delle salme dei due uccisi.