Caravaggio, ferve il dibattito sui 100 disegni inediti
16 luglio, 13:27Correlati
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MILANO - Il Comune di Milano ha pubblicato on line, sul sito internet www.comune.milano.it, i 96 disegni del Fondo Peterzano che i due studiosi Maurizio Bernardelli Curuz e Adriana Conconi Fedrigolli hanno attribuito al giovane Caravaggio. Ogni immagine è accompagnata da una scheda con i numeri d'inventario e il soggetto raffigurato, redatta dal Gabinetto dei disegni del Castello Sforzesco
Inoltre dal 12 luglio, si legge in una nota, le immagini e le relative schede informatizzate saranno disponibili e consultabili da tutte le postazioni informatiche delle biblioteche civiche milanesi, all'indirizzo http://graficheincomune.comune.milano.it. Sullo stesso motore di ricerca sono inoltre consultabili oltre 30.000 schede con immagini di opere grafiche o librarie finora informatizzate, che fanno parte di raccolte civiche del Castello Sforzesco come l'Archivio storico civico e Biblioteca Trivulziana, il Civico gabinetto dei disegni, la Civica Raccolta delle Stampe 'Achille Bertarelli'. Tra queste anche il codice di Leonardo da Vinci conservato alla Biblioteca trivulziana.
di Mauretta Capuano
ROMA - Fa ancora discutere il ritrovamento di un centinaio di disegni del Fondo Peterzano, attribuibili a Caravaggio, annunciato all'ANSA dagli storici dell'arte Maurizio Bernardelli Curuz e Adriana Conconi Fedrigolli. Gli autori della scoperta rilanciano mettendo a confronto uno dei disegni con le celebri versioni della Cena in Emmaus custodite nella Pinacoteca di Brera, a Milano, e nella National Gallery di Londra.
Torna sulla validità dell'operazione compiuta dai due studiosi Vittorio Sgarbi sottolineando che "sono stati bravi, meritano rispetto, hanno scosso l'immobilità che caratterizza questo settore". Anche Claudio Strinati, esperto del Seicento e di Caravaggio, che non ha ancora avuto tempo di vedere gli e-book con i disegni, ma si riserva di farlo al più presto, considera "intelligente" l'operazione, ma riflettendo sul metodo usato dai colleghi è arrivato alla conclusione che "si resterà nel dubbio per sempre" sull'attribuzione. "Il metodo seguito da Bernardelli Curuz e Conconi Fedrigolli - spiega Strinati - è meno debole di quello che mi era sembrato, ma è un ragionamento di carattere strutturale.
L'attribuzione fatta con questo criterio ha dei limiti perché la struttura dell'immagine non è tutto. La forte somiglianza non è necessariamente identità. A costituire un'opera d'arte sono struttura e stile. Ci vuole anche la diagnosi stilistica che non c'é". Ragionamento che per Strinati varrebbe, in qualche modo, anche per il raffronto con il profilo di testa maschile, con la barba, contenuto nel Fondo Peterzano, che secondo Bernardelli e Conconi Fedrigolli, sarebbe stato riproposto da Caravaggio in due celebri opere della maturità. "Si vede chiaramente - dicono i due studiosi - lo stesso tratto, a livello di ductus disegnativo, presente nella figura del discepolo che sta a destra di Cristo nella Cena in Emmaus detta cena Patrizi, quella custodita a Brera". E, in qualche modo "giocando con l'immagine e rovesciando il disegno in modo speculare, ci siamo resi conto che la stessa testa maschile torna anche nella Cena Mattei, quella conservata alla National Gallery". In ogni caso, per Sgarbi, "non c'é nessuna offesa all'arte, nessun involgarimento" e, dice il critico ferrarese "mi lasciano perplesso certi commenti di alcuni studiosi" per quella che ribadisce sia "un'operazione spavalda, abile e apprezzabile".
Per Strinati le conclusioni di Bernardelli Curuz e Conconi Fedrigolli sono "azzardate e secondo me si resterà nel dubbio per sempre. Non si troverà nessun elemento che trasformi l'indizio in prova". Ma, conclude, "renderò onore a questi studiosi: non ho ancora studiato a fondo, ma ho fatto riflessioni in piena coscienza".