Luogo - Punto di Interesse

Museo archeologico ambientale

Luogo: Corso Italia, 163, San Giovanni in Persiceto (Bologna)
Il museo, ospitato nel cassero dell'ottocentesca Porta Garibaldi, propone nel percorso di visita i principali ritrovamenti del territorio persicetano dall’età del Ferro fino al periodo rinascimentale. Le raccolte rappresentano il risultato di altrettanti momenti di ricerca. Un primo nucleo è costituito da un interessante serie di ceramiche rinascimentali riferibili ad un quartiere artigianale venuto in luce nel centro storico a partire dal 1981. Vi sono poi i materiali recuperati nel corso di alcune campagne di ricognizione archeologica di superficie, che hanno interessato nei primi anni Novanta la zona centuriata compresa tra San Giovanni e Sant'Agata Bolognese, e quelli provenienti dalle indagini nel villaggio fortificato o castrum altomedioevale della Nuova Geovis nel territorio di Sant'Agata. Recentemente l'excursus cronologico della storia persicetana ha visto aggiungersi un nuovo tassello con lo scavo di emergenza di via Imbiani, ove sono emerse tre sepolture di epoca villanoviana, con le collegate suppellettili funebri. Arricchiscono i reperti archeologici numerosi pannelli con immagini, ricostruzioni, disegni e testi esplicativi che accompagnano il visitatore nell'itinerario espositivo. Notevole importanza viene conferita agli aspetti ambientali che permettono di comprendere il rapporto uomo-ambiente-territorio nel corso dei secoli.Oggetto sin dall'età del Bronzo di un'intensa frequentazione antropica che si è concentrata lungo il corso del torrente Samoggia, coagulandosi in una serie di importanti abitati fra cui appunto quello di S. Giovanni in Persiceto, anche durante l'età del Ferro il territorio persicetano è stato teatro di una densa rete di piccoli insediamenti le cui importanti tracce messe in luce nell'Ottocento hanno trovato nuova conferma nel recente recupero del piccolo sepolcreto di via Imbiani. Si tratta di tre tombe a cremazione risalenti al Villanoviano III (seconda metà VIII-inizi VII sec. a.C.) il cui corredo comprende vasellame ceramico, oggetti di ornamento personale in bronzo e ambra, elementi di bardatura equina in bronzo e appliques in corno con incisioni lineari. Ben rappresentata è anche l'età romana sin dagli esordi del dominio sul territorio che, accatastato e ripartito fra coloni con il metodo della centuriazione, risulta fittamente popolato, come attesta la cinquantina di piccoli insediamenti rurali identificati e corrispondenti a singole abitazioni agricole con le relative pertinenze. Ne illustrano la quotidianità e le principali occupazioni produttive svariati reperti che vanno da elementi di carattere edilizio (soprattutto laterizi e pavimentazioni) a numerosi esempi di vasellame da mensa e da trasporto (ceramica fine, dolii, anfore) e a un'ampia campionatura di oggetti minuti: balsamari, lucerne, pesi, piccoli manufatti metallici. Il museo espone poi gli importanti risultati degli scavi condotti nel castrum medievale di Sant'Agata Bolognese che si crede corrispondente al castello di Pontelongo più volte citato dalle fonti. L'imponente mole di reperti e di dati storici, archivistici, e paleoambientali acquisiti consente di ricomporre un quadro esauriente dei modi di vita, dei costumi e delle attività che avevano luogo nell'antico borgo: dalle tecniche agricole, con i relativi attrezzi, agli scambi commerciali, dall'alimentazione alle stoviglie e agli utensili in uso sulla tavola e nella cucina, dalla filatura alla molinatura e alla metallurgia. Il percorso museale si chiude con un'analisi delle trasformazioni del territorio e dello sviluppo del centro urbano di S. Giovanni in Persiceto tra XV e XVI sec., rivisitati attraverso numerosi ritrovamenti effettuati nei contesti storici cittadini in occasione di lavori e di ristrutturazioni architettoniche. Emblematica è la serie di ceramiche, soprattutto nelle categorie della graffita e della maiolica, che riportano ad un'intensa attività di manifatture e botteghe operanti in uno degli spazi centrali della città. Tipologie formali, repertori decorativi, singoli elementi figurativi offrono una rilevante opportunità per cogliere aspetti e stili di vita che caratterizzarono i diversi ceti sociali in seno alla comunità persicetana in epoca rinascimentale.
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