(dell'inviata Alessandra Magliaro)
Sigourney Weaver un po'
scherza e un po' no quando dice: "sono onorata del Leone d'oro
alla carriera a Venezia ma nel pacchetto del premio non possiamo
metterci anche un film italiano?". L'attrice americana, che
sotto al Palazzo del Cinema giovani fan aspettano con in mano la
locandina di Avatar, uno dei suoi film più popolari, professa
amore per la nostra cinematografia e come capita davvero molto
spesso (sempre oggi ha detto la stessa cosa anche Tim Burton)
paga un tributo di crescita e di passione verso il cinema
proprio a partire dalla nostra filmografia. "Da spettatrice mi
sono innamorata di Fellini, De Sica e Antonioni. Mi ricordo
Divorzio all'italiana come fosse ieri, quei film mi portavano in
un mondo diverso ed è lì che è cominciato tutto".
Weaver, 74 anni portati con grande splendore, questa sera
alla cerimonia di apertura della 81/ma Mostra del cinema di
Venezia riceverà dall'attrice francese Camille Cottin il premio,
ma di fine carriera non si parla affatto: "Ho ancora due Avatar
- scherza - e a Londra in teatro, una mia grande passione, sarò
Prospero nella Tempesta di Shakespeare". Quanto al tenente Ellen
Ripley della saga di Alien di Ridley Scott, uno dei ruoli che
l'hanno resa famosa, non esclude il ritorno.
"Spesso mi chiedo perchè dovrei fermarmi. E' vero sono stata
molto fortunata, ho sempre amato e rispettato questo lavoro e
incontrato registi adorabili come Peter Weir e Ridley Scott che
mi hanno dato la possibilità di interpretare persone più che
donne, recitare una parte che non deve essere femminile per
forza e questo è raro. Si sono ritrovati a pensare in questa
industria che donne più agee potevano interpretare persone
reali". Alien, Avatar, ma anche Gorilla nella nebbia ("Lavoro
sempre per la fondazione Dian Fossey per la salvaguardia di
questi animali che amo tanto"), Sigourney Weaver ha una carriera
di donne cinematograficamente non stereotipate.
"Mi chiedono sempre perchè interpreto donne forti e la
ritengo una domanda davvero strana: semplice, le donne sono
forti, lo sono da sempre e tutti i giorni, sono in prima linea
su ogni emergenza, a cominciare dalla crisi climatica e non lo
sono perchè vogliono ma perchè devono", s'infiamma Weaver. "E le
donne reali sono la mia fonte d'ispirazione. Ad Hollywood non
siamo state utilizzate come potevamo, siamo in grado di fare
tutto, il cinema ha utilizzato solo un pezzo di torta ma ce la
meritiamo intera. E se io a mia volta sono considerata un
simbolo per l'empowerment ad Hollywood sono felice, ma lo devo a
loro. Tante donne mi ringraziano: pensare che il mio lavoro
possa avere avuto un impatto per le donne mi rende felice, ora
siamo tutte elettrizzate per Kamala Harris".
Figlia d'arte, un padre produttore tv, una madre attrice,
racconta di aver cominciato "quasi contro la loro volontà, come
tutti i genitori che non vogliono che fai la loro professione
perchè ne conoscono i lati negativi". "Erano convinti che mi
avrebbero mangiata viva nel mondo del cinema e invece si sono
dovuti ricredere", aggiunge Sigourney Weaver che vuole ricordare
anche la sua primissima fonte d'ispirazione Ingrid Bergman, "di
cui sono stata assistente agli inizi della mia carriera".
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