Sono 17 le opere autografe di
Tiziano e una decina di confronti con dipinti, incisioni e
disegni di autori a lui contemporanei come Giorgione, Sebastiano
del Piombo, Albrecht Dürer e Francesco Vecellio, sui cui a
fulcro la mostra "Tiziano 1508. Agli esordi di una luminosa
carriera". inaugurata oggi alle Gallerie dell'Accademia di
Venezia fino al 3 dicembre.
Nel 1508, in una Venezia dominata dalla fama di pittori quali
Bellini e Giorgione, inizia a emergere la figura di Tiziano che
presto oscurerà entrambi per notorietà. Proprio in quell'anno il
giovane artista di Pieve di Cadore, quasi ventenne, intraprende
una carriera pubblica che lo avrebbe, di lì a breve, trasformato
nel pittore ufficiale della Repubblica Serenissima e in un punto
di riferimento per la storia dell'arte dei secoli successivi. A
ripercorrere questo preciso momento, in cui si data, secondo la
testimonianza di Vasari, l'opera l'Arcangelo Raffaele e Tobia, è
dedicato il percorso espositivo che si focalizza sui primi anni
dell'attività di Tiziano e racconta la capacità dell'artista di
assimilare componenti culturali diverse - in particolare
giorgionesche, düreriane e michelangiolesche - e di indirizzare
il linguaggio pittorico veneziano verso una commistione di
naturalismo e classicismo.
Tra i lavori esposti ci sono importanti prestiti, per esempio
la grande stampa del Trionfo di Cristo della Bibliothèque
nationale de France, il Cristo risorto degli Uffizi, la Madonna
con il Bambino tra sant'Antonio da Padova e san Rocco del Museo
del Prado e il Battesimo di Cristo dei Musei Capitolini. Molte
opere - hanno evidenziato i curatori - sono state riscoperte
grazie a nuove ricerche, indagini scientifiche e restauri.Un
lavoro che ha portato a interessanti rivelazioni, come nel caso
della tavola l'Angelo con tamburello, proveniente dalla Galleria
Doria Pamphilj di Roma ed esposta per la prima volta in una
mostra.
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