"La storia d'amore tra due persone
che hanno costruito una famiglia atipica, un'intimità nella
quale ognuno riesce grazie all'altro ad affrancarsi
dall'esclusione della società". Così Adriano Valerio definisce
Casablanca, il documentario su un amore tra persone di culture
diverse, che debutta alle Giornate degli Autori (Notti
Veneziane) alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia,
appena acquisito per le vendite nel mondo da Salaud Morisset.
Protagonisti sono Fouad, figlio dell'Imam di un quartiere
popolare di Casablanca, clandestino in Italia da dieci anni, in
attesa di cure mediche e Daniela, che viene da una famiglia di
esoteristi dell'alta borghesia pugliese. Ex tossicodipendente,
vive in una grande solitudine. Si sono conosciuti per caso in
Umbria, e ognuno dei due afferma senza esitazioni che l'altro
gli ha salvato la vita. Il loro incontro è l'inizio di un amore
che guarisce al ritmo lento di stagioni e riti quotidiani, un
luogo sospeso che danza nel tempo. Con il passare degli anni
però, Fouad si stanca di aspettare i documenti, stremato da un
ambiente a cui sente di non poter mai appartenere.
"Ho conosciuto Fouad in un bar di Gubbio, nel 2016. Mi ha
raccontato la sua storia e ho immediatamente sentito il
desiderio di farne un documentario - ha spiegato il regista
nelle note di produzione del film, prodotto da Films Grand Huit
e Dugong Films -. Ho filmato lui e Daniela dal 2016 fino al
2022, tra l'Umbria, Parigi e Casablanca, cercando di cogliere i
momenti più salienti della loro relazione, ma anche la
profondità delle loro anime, tutte le sfumature di sofferenza,
umorismo e poesia che ne hanno segnato le vite". L'obiettivo del
cineasta è stato "creare un flusso narrativo ed emotivo che,
prescindendo dal tempo, fosse in grado di ricostruire
l'eccezionalità della loro relazione. Gli anni e i mesi si
confondono in un processo creativo che, liberando la storia
dalla sua cronologia, ne cristallizza i sentimenti".
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