"Io quando penso a Roma vedo mia
madre, nelle vie, nei muri nelle statue, nei volti della gente.
In ogni pezzo e rovina di questa città". Così Virginia Eleuteri
Serpieri racchiude l'intenso e struggente viaggio personale
nella città eterna tra elaborazione del lutto, ricordi, ritratti
e l'apertura a un nuovo inizio, nel suo documentario Amor, al
debutto fuori concorso alla Mostra Internazionale del Cinema di
Venezia e prossimamente in sala con Stefilm (anche produttrice
con Era film e Rai Cinema).
Un racconto illustrato da foto, filmini d'epoca, suggestioni
che ha all'origine per la cineasta il trauma del suicidio della
madre Teresa avvenuto durante i mondiali di calcio nel luglio
1998, gettandosi, in una Roma deserta, nel Tevere. Un dolore che
nel film porta a un immaginario nuovo legame a distanza con la
donna, immaginata su un piano rovesciato, tra gli abitanti di
Amor, 'il pianeta della cura' circondato dall'acqua e dove le
vie, le piazze, le fontane ricordano quelle di Roma e gli
animali sono liberi di circolare.
L'io narrante della regista unisce in un percorso onirico
squarci sulla capitale, tra storia, leggenda, paure, pericoli
(come quelli rappresentati nel passato dalle alluvioni del
Tevere) rivelazioni, a uno sguardo alla propria storia
famigliare e in particolare alla vita della madre, che aveva
visto spegnersi le sue passioni (come le battaglie per la difesa
delle donne), l'amore per la famiglia e la sua gioia di vivere,
a causa della depressione bipolare di cui soffriva, paragonata a
"un covo di serpenti, che trova dimora nel corpo più
sofferente".
L'idea "di raccontare la mia storia attraverso Roma e il suo
fiume è avvenuta piano piano - spiega Virginia Eleuteri Serpieri
in conferenza stampa -. Quando mia madre si è gettata nel Tevere
Roma era deserta". Quando "il corpo è stato recuperato ho avuto
un secondo trauma. Perché mia madre aveva scelto di morire in
quel Tevere che era stato padre e madre di Roma". Un fiume che
però "con le sue alluvioni, nei secoli passati, aveva portato
anche la peste e la fame". In questa storia conflittuale di Roma
con il Tevere "mi sono identificata".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA