(ANSA) - VENEZIA, 03 GEN - Con la pressione dei contagi che
non molla, più che ad abbandonare la fascia gialla il Veneto
deve guardarsi dal non retrocedere in arancione. La regione, ha
spiegato oggi il governatore Luca Zaia, resta appesa al filo
dell'occupazione dei posti letto nell'area medica degli
ospedali, ora al 19,5%, rispetto ad un target del 30%. Vicine
invece al superamento le terapie intensive, al 18,6%, rispetto
ad un limite del 20%. "Almeno due settimane le faremo in giallo"
ha annunciato Zaia, illustrando i dati del contagio da
Coronavirus. L'incidenza attuale è di 821 su 100 mila residenti,
l'Rt è 1,19.
Intanto i nuovi contagi nelle ultime 24 ore sono risaliti a
6.468 (un numero doppio rispetto a ieri) mentre sono stati 17 i
decessi. Le persone attualmente positive sono 111.589. Pesante
la situazione ospedaliera: i malati Covid ricoverati in area
medica sono 1.316 (+52), 200 (-2) quelli in terapia intensiva.
Poco più di un terzo della popolazione residente, il 35,7%, ha
ricevuto la terza somministrazione di vaccino anti-Covid. Con le
dosi inoculate ieri, 26.183, si tratta di 1.759.894 persone. I
numeri della campagna vaccinale si fanno imponenti, e ad un anno
dal via dell'operazione si avvicinano ormai ai 10 milioni di
dosi somministrate (9.173.985).
Terminate le Festività, ci si prepara ad affrontare le
conseguenze della variante Omicron nel momento in cui gli
studenti torneranno in aula, dato che alcuni osservatori
sostengono la necessità di rinviare il rientro previsto il 7
gennaio. Sulla scuola, ha detto Zaia, "porteremo una proposta
al Tavolo nazionale delle Regioni che modifica le regole
rispetto alla durata delle quarantene e di chi dovrà farle,
rispetto alla situazione vaccinale". "Sarà una decisione del
Tavolo nazionale - ha aggiunto - su cui non posso dare
anticipazioni, ma verrà presa da tutti. Soprattutto per le
superiori le percentuali di vaccinazione sono molto alte, per
cui riusciamo a gestire le presenze in maniera migliore", ha
concluso.
Infine una curiosità la variante Omicron del virus
Sars-CoV-2, ha reso noto Francesca Russo, dirigente del
Servizio di prevenzione regionale, è ormai presente nell'80%
dei campioni di acque reflue raccolti e sequenziati dai
principali impianti di depurazione del Veneto. Il dato fa parte
dell'ultimo monitoraggio relativo alle tre settimane centrali
del mese di dicembre, effettuato in base alle direttive
dell'Unione europea. I depuratori del Veneto presi a riferimento
sono quelli delle province più grosse (Verona, Padova, Vicenza,
Treviso e Venezia), con prelievi effettuati ogni settimana e
sequenziamento delle varianti. L'ultimo report riguarda i
campioni prelevati nelle settimane 5-11, 12-18 e 19-25 dicembre.
"Assieme al sequenziamento dei tamponi - ha sottolineato Russo -
è una fotografia della progressione della diffusione di questa
variante". (ANSA).