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Coronavirus: Sette casi in veneto. In 450 chiusi all'ospedale di Schiavonia

Coronavirus: Sette casi in veneto. In 450 chiusi all'ospedale di Schiavonia

Lo sfogo di una infermiera: 'Siamo stanchi, affamati e preoccupati'

22 febbraio 2020, 13:50

Redazione ANSA

ANSACheck

Coronavirus in Italy - RIPRODUZIONE RISERVATA

Coronavirus in Italy - RIPRODUZIONE RISERVATA
Coronavirus in Italy - RIPRODUZIONE RISERVATA

"Sono arrivati a sette i casi di persone risultate positive ai test sul Coronavirus in Veneto", lo ha detto a Marghera, il governatore del Veneto Luca Zaia, durante una pausa del summit in corso al centro Veneto della Protezione civile dopo che ieri un uomo di 78 anni contagiato dal virus è morto. Zaia è poi rientrato alla riunione per collegarsi in videoconferenza con il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. "I sette casi - ha aggiunto - sono tutti di Vo' Euganeo tra cui due familiari del deceduto". Sarebbero secondo quanto si è appreso, la moglie la figlia dell'uomo.

Intanto sarebbero 450 in tutto le persone chiuse da ieri pomeriggio all'interno dell'ospedale di Schiavonia (Padova) a causa dell'allarme da coronavirus. Di questi, 300 sono pazienti e 150 i dipendenti della struttura. Per tutti è prevista l'effettuazione del tampone per accertare l'eventuale contagio. L'ospedale di Schiavonia ha complessivamente 300 posti letto e 600 dipendenti. Anche il personale che non si trovava ieri nei reparti sarà sottoposto ai test.

"Abbiamo dormito sui letti e sulle barelle della sala operatoria, arrangiandoci con felpe e lenzuola. Siamo stanchi, affamati e preoccupati. Non pensavamo proprio che una cosa del genere potesse succedere a un ospedale di provincia come il nostro, non siamo abituati a girare per l'ospedale senza lavorare e non possiamo uscire nemmeno in cortile, è una situazione irreale". Lo sfogo arriva da un'infermiera strumentista dell'ospedale di Schiavonia (Padova), trattenuta nel blocco operatorio da ieri pomeriggio con altri 14 colleghi per l'emergenza coronavirus. "Io dovevo smontare alle 20, ma poco prima ci hanno detto che non potevamo lasciare l'ospedale - racconta l'infermiera - Il tampone ce l'hanno fatto a mezzanotte e mezza, le analisi hanno dato la precedenza ai medici della rianimazione che sono entrati in contatto col paziente deceduto; i risultati sono già arrivati e per fortuna sono tutti negativi". L'emergenza non ha interrotto le attività sanitarie: "Questa notte i colleghi hanno fatto anche due interventi - racconta l'infermiera - Il dirigente infermieristico e il dirigente medico sono rimasti con noi e hanno dormito nei loro uffici, inoltre abbiamo tante mascherine per chi deve entrare a contatto coi pazienti. Quando potremo tornare a casa, dovremo fare una quarantena fiduciaria di 14 giorni, restando isolati e usando le mascherine con i famigliari".

In via precauzionale per la presenza di casi di Coronavirus nel Padovano è stato annullata la sfila dei carri mascherati a Vicenza prevista per il locale Carnevale. L'ha annunciato il sindaco di Vicenza Francesco Rucco che segnala che al momento non risultano esserci casi di contagi in tutta la provincia di Vicenza.

"La corsa all"acquisto di mascherine nelle farmacie venete era stato piuttosto blanda fino a ieri, ma nelle ultime ore la situazione è precipitata. Da stamattina abbiamo visto un impennata folle delle vendite". A spiegarlo all'Ansa è il presidente di Federfarma Veneto, Alberto Fontanesi. "Stamani - spiega - ho aperto la mia farmacia e le prime cinque persone che sono venute sono entrate solo per questo motivo. Chi è l'acquirente tipo? Si va dall'ansioso che ha paura di contagio al viaggiatore, che è in partenza e ritiene di essere più esposto a rischio. Non mancano anche persone che hanno un raffreddore o una tosse e che in effetti le acquistano per il motivo più indicato, ovvero evitare di contagiare qualche familiare". Di qui l'appello ai produttori di mascherine: "dare la precedenza nell'approvvigionamento, dopo gli ospedali e gli operatori sanitari, al canale delle farmacie, e in particolare a quelle delle regioni interessate in questo momento dalla circolazione del virus". Per quello che riguarda invece le necessità di informazioni da parte dei farmacisti su come comportarsi per gestire al meglio la situazione, spiega: "per il momento non abbiamo avuto indicazioni da parte delle autorità, se i colleghi in Veneto debbano o meno utilizzare mascherine quando sono dietro al bancone e quale altre misure prendere per proteggersi, oltre a una più frequente disinfezione degli ambienti, che stiamo già attuando. Speriamo arrivino il prima possibile".

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