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Vela olimpica azzurra: voglia di stupirvi!

Ready, Steady, Italy, la vela azzurra c'è: 1 oro + 1 argento

Responsabilità editoriale Saily.it

VIDEO E FOTO, INTERVISTE E PREMIAZIONI - L'oro di Ruggero Tita e Caterina Banti (catamarano misto foiling Nacra 17) e l'argento di Mattia Camboni (windsurf RSX): un bel bottino per la vela italiana al test event preolimpico di Enoshima, il campo di gara delle Olimpiadi di Tokyo 2020. Dopo 5 finali su 10, anzi, l'Italia è addirittura in testa al medagliere (!). Emozioni e gioia di atleti, staff, presidente federale. Senza esagerare, ma... Il commento sulla (possibile) reale portata di questi risultati

 

Le statistiche sono una cosa, la storia è un'altra cosa, la vela italiana è persino una terza cosa. Vinciamo di rado a livello di classi olimpiche, inutile negarlo. Questo da un lato aumenta le emozioni e i battiti del cuore quando qualche vittoria arriva finalmente, dall'altro non deve far dimenticare i conti col passato. Accontentarsi di vincere poco e gioire di quei pochi successi? Non ci basta più. Vogliamo voltare pagina. Vogliamo vincere non per caso.

Forse è questo che il quadriennio 2017-2020 voleva e ha messo a progetto. Meno regole rigide, più consapevolezza, autonomia costruttiva, squadra che cresce insieme. Percorsi personalizzati, binari diversificati, il tutto però contenuto in un progetto unitario, in una visione. Che il presidente Ettorre ha dapprima congegnato e limato assieme al DT Marchesini, subito dopo la non scontata conferma di quest'ultimo all'indomani di Rio 2016, tanta jella ma pur sempre zero medaglie, flop-bis dopo Londra 2012. E che in seguito i due, più i vari componenti dello staff tecnico e gli stessi atleti, muovendosi come uno stormo di uccelli migratori, hanno assimilato, trasformato in mantra, messo in pratica.

Oggi abbiamo una vela olimpica solida, con campioni di assoluto valore capaci di confermarsi come un tempo vedevamo fare solo a un fenomeno chiamato Alessandra Sensini. Lo spiega bene nel commento tecnico che potete leggere qua sotto proprio il DT. Insieme ai campioni assoluti (Tita e Banti, per dirne una, hanno messo in riga, alle loro spalle, ben due equipaggi inglesi, si, loro! Quelli di Britannia Rule the Waves. E Mattia, quel mostro di atleta che è diventato il ragazzo di Civitavecchia, non ha avuto il minimo rispetto di avversari spaventosamente forti) ci sono dei giovani prospetti, che devono ancora crescere, c'è talento da sgrezzare e far sedimentare, lo vediamo soprattutto nei 470.

In almeno 30 anni, ne abbiamo vissute di campagne olimpiche, di stagioni preolimpiche, di regate test preolimpici, di titoli vinti l'anno prima dei Giochi, di singoli equipaggi di valore, che poi alle Olimpiadi raccoglievano poco o nulla, delusioni, interrogativi, dove abbiamo sbagliato? Siamo arrivati persino (Rio 2016) a sbagliare dei rigori al novantesimo, le Medal dove partivamo con medaglia al collo. Inevitabile che il ritornello, la vulgata, sia diventata: ok, la vela olimpica italiana, bravi velisti, qualche titolo, ma poi alle Olimpiadi o c'è la Sensini o non si vincono medaglie.

Noi a questa vulgata non vogliamo credere e anzi vogliamo ribaltarla. Lo sport di alto livello è basato su infiniti dettagli e anche su tanto imponderabile, quando ci sono campioni che si equivalgono. Ma come l'era di Valentin Mankin, che il presidente FIV del tempo Sergio Gaibisso volle alla guida tecnica della squadra olimpica, ha portato - dati alla mano - le medaglie di Sensini, Devoti e Romero, così questo quadriennio sull'asse Ettorre-Marchesini puo' segnare l'inizio di un nuovo ciclo vincente. Non c'è e non ci deve esser pudore a pensarlo.

Il riassunto più chiaro lo offre Gabriele "Ganga" Bruni, ex olimpico, ex atleta agli ordini di Mankin, ex di Coppa America, oggi coach Nacra 17, considerato il vero "mago" della classe del cat misto foil. Che dice, citando Valentin Mankin: "Le medaglie si vincono in allenamento. Alle Olimpiadi si va solo per ritirarle". E' lo stesso Ganga Bruni che ha fatto scelte importanti in questi anni, andando ad allenarsi a Cagliari e Trapani, vento e onda, studiando tabelle e approntando calendari serrati.

L'oro di Tita e Banti, l'argento di Camboni, al netto dell'assenza di Flavia Tartaglini (auguri di pronta guarigione), sono figli di un disegno generale e non sono frutto di singole supercapacità. Enrico Chieffi vinse il Mondiale Star l'anno delle Olimpiadi 1996, e poi finì sesto ai Giochi. Roberto Benamati era campione del Mondo Star prima di Barcellona 1992, ma ai Giochi regatò nelle retrovie. Ci sono tanti casi sporadici e indicativi. Francesco Marrai, splendido atleta che purtroppo per ragioni mediche ha per ora lasciato l'attività agonistica, vinse l'oro preolimpico al test-event Laser a Rio 2015. Un anno dopo ha solo sfiorato la Medal Race. E' un delicato meccanismo di forza, talento, resistenza, carattere. Il velista è una macchina e la squadra intorno a lui è la strada. Non possono prescindersi a vicenda.

Discorsi importanti sui quali torneremo. Come torneremo sul delicato (e fin qui fallimentare) tema del "comunicare lo sport della vela". World Sailing è evidentemente in altre faccende affaccendata, e non cura questo aspetto. Il test-event per la visibilità della vela è stato una Caporetto, speriamo se ne rendano conto a Londra e aggiustino il tiro. Poi ciascuna nazione sarà chiamata a fare il suo, comunicando e lottando (con grano in zucca, progetti chiari e impegno costante: alla Mankin insomma!) per la visibilità di vela e velisti.

Ora con la gioia di questo bottino la vela olimpica si da (e da) appuntamento sul Garda sponda bresciana a metà settembre per il CICO, Campionato Italiano Classi Olimpiche, che sarà una bella occasione per fare festa, vedersi, contarsi, leggersi... Nella vela giovanile abbiamo creato un onda di successi inarrestabile negli anni, è possibile trasferire quest'onda lunga anche al vertice olimpico del movimento.

VIDEO HIGHLIGHTS DAY 5 ENOSHIMA

IN ARRIVO ALTRI CONTRUIBUTI, FOTO GALLERY, COMMENTI SU ENOSHIMA E INTERVISTE AI MEDAGLIATI

REPORT FIV CON LE DICHIARAZIONI DEI PROTAGONISTI - (Federvela) Una medaglia d’oro e una d’argento conquistate dalla squadra azzurra al test event olimpico ad Enoshima, Giappone, Ready Steady Tokyo.

Ruggero Tita e Caterina Banti (SV Guardia di Finanza/CC Aniene) tornano a vincere, e dopo una settimana sempre in testa alla classifica dei Nacra 17, si confermano i migliori e vengono premiati con la medaglia d’oro; Mattia Camboni (GS Fiamme Azzurre) parte oggi in medal race degli RS:X quarto a pari punti con il terzo, e finisce secondo la prova finale a punteggio doppio e secondo overall, per lui è medaglia d’argento!
 
Una bella giornata azzurra, quella che si è da poco conclusa in Giappone, tre atleti in Medal Race con due sole possibilità di medaglia, ed entrambe centrate con il più alto risultato possibile.



RUGGERO TITA E CATERINA BANTI, ORO PREOLIMPICO NACRA 17 - “Una settimana fantastica iniziata bene e finita altrettanto, finalmente dopo un anno complicato siamo tornati vincenti. E’ stata una medal difficile, eravamo tutti molto vicini coi punti, in cinque ci giocavamo l’oro, ma ce l’abbiamo fatta noi e abbiamo al collo la medaglia d’oro! Questo era l’evento che più contava per noi per la stagione, era il nostro obiettivo e ce l’abbiamo fatta!!”
 

Sul podio Nacra 17 con Tita e Banti, ci sono due equipaggi britannici, John Gimson e Anna Burnet, secondi, e Ben Saxton con Nicola Boniface, terzi; Vittorio Bissaro e Maelle Frascari (GS Fiamme Azzurre/CC Aniene) sono secondi nella medal race e settimi in generale.


MATTIA CAMBONI, ARGENTO PREOLIMPICO WINDSURF -
 “E’ appena finita la settimana del test olimpico, evento su cui si basava molta della nostra preparazione per la stagione, conquistare l’argento è un sogno che si avvera, una vittoria personale, costruita con tanto sacrificio e molti giorni di allenamento, per questo vorrei ringraziare per primo il mio allenatore Riccardo Belli dell’Isca che è stato veramente fondamentale negli ultimi anni, giorni e in questa settimana. Sono felice anche perché la medal race partiva molto aperta, eravamo tutti vicini con i punti e ogni scenario era possibile, quindi era molto psicologica. Un po’ di fortuna e moltissima voglia di vincere, ci hanno fatto conquistare la medaglia d’argento, sono super felice!”
 


Con Camboni negli RS:X maschili, il campione è il cinese, Gao Mengfan, e la medaglia di bronzo va al polacco Piotr Myszka.
 
Per le classi ‘lente’, oggi era l’ultima giornata di qualificazione, domani ci saranno le medal race per i Laser, i Radial, i Finn ed i 470 maschili e femminili, ma non ci saranno equipaggi italiani impegnati nella prova finale, per la squadra azzurra la trasferta giapponese finisce qui.
 


LE ALTRE CLASSI - Nei 470 maschili, Giacomo Ferrari e Giulio Calabrò (Marina Militare) con i parziali odierni di 9 e 12 sono 17esimi, dopo una settimana di alti e bassi. Le ragazze del doppio olimpico, Benedetta Di Salle e Alessandra Dubbini (Marina Militare/SV Guardia di Finanza), chiudono in tredicesima posizione, con 13 e 12 come ultimi risultati.
 


Nei Laser Radial Silvia Zennaro (SV Guardia di Finanza) è 21esima (22, 29) e Carolina Albano (RYCC Savoia) è 29esima con i buoni parziali odierni 10, 15 che segnano un miglioramento nella seconda parte della serie.
 


IL COMMENTO TECNICO DI MICHELE MARCHESINI DIRETTORE TECNICO SQUADRA ITALIANA -“Si chiude oggi una settimana di successo, non solo per le due medaglie conquistate, ma per come ha funzionato tutta la nostra macchina di squadra Italiana, il nostro staff ha superato il test, gli atleti che dovevano fare bene qui sono andati a bersaglio, grazie sia al lungo percorso di preparazione che alla gestione della regata. Tita e Banti si sono comportati come hanno più volte dimostrato di sapersi comportare e Camboni è stato semplicemente Camboni! Questi sono atleti di alto profilo tecnico, solidi e maturi, pronti per fare grandi cose.
Nella squadra non tutti vanno alla stessa velocità, ci sono diversi binari e per ognuno va scelto l’approccio migliore. Per vincere le medaglie bisogna performare, avere le capacità tecniche, ed essere solidi nelle stagioni. Semplicemente aver raggiunto la maturità agonistica, tutte qualità indispensabili che alcuni dei nostri atleti già possiedono. Altri sono, anche per età, ancora acerbi e non hanno la maturità per trasferte così lunghe.

"Gli equipaggi del 470 sono in Giappone da molto tempo, hanno avuto il Mondiale qui, adesso la preolimpica e poi seguirà World Cup Series, non potevamo aspettarci che ripetessero una prestazione di successo su più eventi. Se parliamo di Tita, Camboni e Bissaro si tratta di atleti che hanno già partecipato a un’Olimpiade mentre per altri qui era la prima preolimpica. Equipaggi più freschi hanno bisogno di avvicinarsi all’obiettivo con la giusta velocità. Credo comunque che non sia inverosimile che giovani promesse di oggi arrivino a fare una regata di alto profilo a Tokyo 2020, abbiamo tanto lavoro da fare a livello sia sportivo che tecnico, ma ce la possiamo fare. Mi dispiace molto per Tartaglini, di comune accordo con l’atleta e il suo allenatore Adriano Stella abbiamo deciso di farla rientrare pensando al Mondiale di Torbole tra un mese. E’ un’atleta che va gestita con attenzione: aveva un problema muscolare, ci abbiamo provato lo stesso e non ha funzionato, ma voltiamo pagina e guardiamo avanti.”
 


FRANCESCO ETTORRE PRESIDENTE FIV - “Una trasferta davvero positiva, per noi era una regata obiettivo per la stagione e abbiamo trovato le certezze del lavoro che stiamo facendo: i ragazzi sono stati splendidi e hanno tenuto o migliorato le posizioni nonostante fosse una medal race complicata. Qui abbiamo trovato le conferme che cercavamo, lo staff tecnico ha svolto un ottimo lavoro e con loro i ragazzi, tutto questo è il risultato del buon lavoro fatto in questi anni.
Nelle classi dove non abbiamo raggiunto la medal abbiamo comunque visto buoni segnali e dove lavorare per i prossimi otto nove mesi per migliorare. Nel complesso è una squadra solida e mi auguro che serva da slancio per tutta l’attività italiana, i risultati di oggi devono essere un volano per l’attività giovanile e di inizio al nostro sport.”

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