Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

America's Cup, cosa abbiamo capito

Tra tre settimane si comincia con la Prada Cup a Auckland

Responsabilità editoriale Saily.it

ANALISI RAGIONATA DELLE WORLD SERIES - Auckland, subito prima di Natale, ha mandato in scena 12 regate in 3 giorni, per tutti poco più che un riscaldamento in vista della vera stagione di Coppa nei primi mesi del 2021. Ma cosa hanno detto davvero quelle regate? In questa retrospettiva cerchiamo di analizzarlo nei dettagli, e guardando al futuro. Barche, regate, uomini, sistemi, team, tv. Il calendario e cosa succederà dal 15 gennaio - FOTO E VIDEO

 

SPECIALE COPPA AMERICA SU SAILY: TUTTE LE REGATE IN DIRETTA SUL NOSTRO SITO - AC ROOM, IL RULLO CON TUTTE LE NOTIZIE SUL PORTALE, E SU SAILY TV I FORMAT VIDEO: COPPA36 E IL PROCESSO ALLA COPPA - BUONA COPPA CON SAILY

1. LE BARCHE

Sono la vera grande base di novità che rende questa Coppa unica, innovativa e originalissima. Primi monoscafi volanti, prima volta assoluta del sistema dei foil-arm, le grandi ali-braccia laterali che si alzano e si abbassano e sostengono le wing finali libere alla scelta dei team. Il modo di navigare a vela di questi scafi (per molti neanche si puo' parlare di monoscafi, meglio definirli multiscafi "mascherati") è totalmente diverso, ed è una tale primizia che gli stessi grandi velisti che li governano hanno dovuto fare lunghi mesi di studi, preparazione specifica, tante ore al simulatore, quindi test sui vari "muletti" e infine gli agognati allenamenti sulle barche reali, per cominciare a comprendere fino in fondo le loro potenzialità.

Diciamo "cominciare" perchè, essendo all'inizio di una nuova era, gli uomini sono in una fase di scoperta della macchina. Sui tavoli progettuali e sui simulatori elettronici, poco più di un videogame, gli AC75 promettevano velocità fino a 50 nodi. Nelle World series appena concluse a Auckland il record toccato (ironia della sorte dalla barca arrivata ultima in classifica, Ineos UK) è stato di 43,3 nodi. La strada verso quei 50 è tracciata, quasi inevitabile, considerando che nelle prossime settimane, prima della Prada Cup, durante quelle lunghe sfide, o nei test progressivi che parallelamente condurrà il defender solitario, e per finire nel Match della XXXVI AC, quel limite sarà avvicinato e probabilmente toccato o persino superato. E' scritto.

Altro discorso è se questa tecnologia segnerà la via maestra della vela del futuro. Con un "salto di specie" dalle barche da regata a quelle da diporto. Come il passaggio dalla randa aurica alla Marconi, o dalle chiglie lunghe alle derive con bulbo e alle canting keel. Oggi la vela foiling è un universo di possibilità diverse, come vediamo dalle applicazioni spesso lontanissime tra loro: foil che partono dall'alto o dal basso, larghi o stretti, dritti o curvi, fissi o mobili. La scelta della classe AC75 è entrata nel mondo della vela come una rivoluzione, un mai detto e mai visto. Dall'opera viva (e chissà se persino questo nome avrà ancora senso, visto che considerava il fatto che quella parte "vivesse" per l'appunto nella sua immersione e nel rapporto con l'acqua e le forze idrodinamiche) sono sparite le appendici, tutto è demandato ai foil-arm, funzione deriva e funzione lift per il decollo in volo.

Le andature poi sono a loro volta rivoluzionate, e con esse il piano velico e la stessa struttura delle vele. Per evitare il ricordo all'ala rigida, sicuramente più efficiente in assoluto ma scomoda, fragile e costosa, si è arrivati alla randa con doppia pellicola. Quindi si è eliminato il boma, portando la base della randa a raso del ponte. Infine, la velocità estrema ha ridotto le esigenze di manovra delle vele, che restano sempre cazzate quasi come una bolina, venendo il vento apparente sempre da prua. Se questo sarà un punto di arrivo del futuro di tutte le barche a vela, lo vedremo. Di certo è il presente dell'America's Cup, per vincere il trofeo più antico e conteso si deve fare i conti con questa modalità.

E' altrettanto certo che per lunghissimo tempo ancora coesisterà, e sarà anzi larghissima maggioranza, una vela "normale", fatta di chiglie, derive, boma, tangoni, spinnaker, opere vive immerse e navigazione dislocante. A livello giovanile, dalle scuole vela alle prime regate, non si vola. A livello olimpico, a Tokyo il 90% delle classi è dislocante, mentre a Parigi 2024 lo sarà il 60% compresa l'eventuale keelboat offshore mista insieme a 49er, FX, 470, Laser, Radial. A livello di vela d'altura e offshore il foiling è maggioritario nelle scelte a grandi livelli oceanici professionistici, ma ancora largamente minoritario nelle regate a rating. A livello diportistico infine il 99,9% resta vela dislocante e il foiling è rara eccezione.

La cosa più saggia da pensare è che l'evoluzione volante sia, e resti, una variante della vela, che non sostituirà mai del tutto quella con gli scafi in acqua. Quando arriverà il giorno in cui tutta la vela sarà 100% foiling saremo probabilmente in un'altra era geologica. Morale: prendiamoci il meglio di questa stagione e viviamo la Coppa America dei foil-arm e delle barche-aeroplani con la passione che merita, con il tifo nazionale, con le gesta dei campioni, con il tributo che si deve alla storia di un trofeo che ha l'innovazione e la spinta in avanti nel suo codice genetico. Poi torneremo a casa e ognuno andrà sulla barca che vorrà e potrà.

AC ROOM, LA STANZA CON TUTTE LE NOTIZIE DAL MONDO AMERICA'S CUP: SOLO SU SAILY.IT

 

2. LE REGATE

A barche diverse corrispondono regate diverse. Lo avevamo già visto con i catamarani foiling, prima gli AC72 a San Francisco poi gli AC50 a Bermuda, con le partenze al traverso e i famigerati boundaries, i confini virtuali (per penalità reali) del campo di regata. Auckland 2021 sta provando un doppio colpo che sembra geniale: con barche rivoluzionarie tornare a regate tradizionali, almeno in certi aspetti. La partenza è tornata di bolina. Pochi secondi e poco circling rispetto ai dieci minuti di una volta (oggi col tempo di una vecchia partenza si corre metà regata!), ma comunque un elemento di interesse che consente manovre ravvicinate, ricorso al regolamento, penalità (se ne sono viste molte in partenza e non solo, alle World Series). Il vecchio match racing, scomparso dal 2010 nella farsesca regata tra il trimarano di Oracle e il catamarano di Alinghi, sembra tornare sulla scena. Nei team torna il rule advisor, si studiano schemi e modelli di partenze e duelli sulle diverse mure. Si è visto a dicembre, sarà un punto chiave della Prada Cup, e forse (se non ci sarà troppa differenza di prestazioni tra defender e sfidante finale) anche nel Match di marzo che scriverà la storia.

Un aggiustamento necessario riguarderà probabilmente i limiti di vento: si è visto che sotto a 8 nodi le barche non volano e sono penosamente lente per il peso e il trascinamento dei foil-arm. Ancora una volta bisogna intendersi: si vuole lo spettacolo? Allora si puo' regatare solo con vento superiore a 8 nodi. Un limite notevole, che mette a rischio molte giornate di gara, ma necessario per il tipo di navigazione.

In conclusione: si, le regate tra AC75 simili come prestazioni, in mano a fuoriclasse come Burling, Spithill, Bruni, Ainslie o Barker, hanno dimostrato di poter essere spettacolari ed emozionanti, con duelli, sorpassi e colpi di scena. Il contraltare è che tra barche super performanti le differenze di velocità istantanee possono creare distacchi incolmabili e rendere noiosa qualche regata. Ma questo, a ben vedere, succedeva anche con le vecchie barche di Coppa.

Non a caso in questi giorni di sospensione natalizia stanno emergendo ragionamenti e proposte di modifiche ad alcune regole. Due esempi su tutti: obbligo del Code Zero sotto gli 8 nodi (difficile però pensare di costringere un team a usare una certa vela o meno...) e soprattutto eliminare i famigerati boundaries, i confini del campo di regata gestiti elettronicamente, per lasciare maggiore libertà all'estro delle scelte tattiche, anche più estreme, necessarie a chi è indietro per tentare il recupero. Oggi i confini sono visibili sono in tv e su schermi elettronici, ma in mare servono anche a gestire la presenza delle barche spettatori, già centinaia alle ACWS e attese a migliaia in piena estate per Prada Cup e Match finale. Se è difficile pensare di eliminarli del tutto, almeno un loro allargamento è auspicabile, almeno in alcuni dei diversi campi di regata che il Comitato sceglie ogni mattina.

RIVEDI QUI LA SINTESI VIDEO DELLE ACWS

 

3. UOMINI E SISTEMI

Le World Series hanno fatto vedere in diversi momenti l'importanza uguale e decisiva che possono avere in regata sugli C75 gli uomini, i velisti-atleti, ma anche i sistemi, gli elementi meno visibili ma più importanti dell'attrezzatura di queste barche. La giusta aggressività dei timonieri e dei tattici in una partenza o a un giro di boa, la scelta di una parte favorita del campo di regata, persino la scelta di una vela o di un'altra, sono tutte situazioni nelle quali è decisiva la qualità del velista. Molte regate delle ACWS sono state decise dai giocatori in campo. E' una buona notizia, visto che si temeva che queste barche togliessero importanza al ruolo dell'uomo. Certo cambiano i ruoli nella formazione: non ci sono più (o quasi) i prodieri, mentre i timonieri raddoppiano (non per tutti i team), e il grosso della squadra è fatto di grinder che lavorano di gomito per gran parte della regata.

In ogni barca abbiamo visto uomini e stili assai diversi. Su Patriot (American Magic) Dean Barker che corre abbastanza scoordinato da una mura all'altra passando a poppa della randa, lasciando per qualche secondo il timone (che nel loro caso vibra tantissimo in modo inquietante) a un certo Paul Goodison, oro olimpico Laser e due mondiali Moth davanti a Checco Bruni. Mentre il CEO Therry Hutchinson che fa il grinder non si puo' guardare.

Su Ineos la stessa scenetta accade tra Ben Ainslie, stessa corsetta disarticolata, sarà la velocità del mezzo?, e Giles Scott, due che già si sono succeduti sul trono del Finn alle Olimpiadi. Appena diversa la scena su Te Rehutai: Peter Burling, con una agilità e serenità ben superiore, fa la sua breve corsetta passando a prua dell'albero, e infilandosi nel "buco" del timoniere che nei corridoi dei kiwi è il più avanti anzichè indietro (per maggiore visibilità o proprio per questo giretto più breve?), mentre il cambio è assicurato da Glenn Ashby. Infine Luna Rossa, dove solo il randista Pietro Sibello si muove come un gatto in virata o abbattuta, e dove l'asse Bruni-Spithill ha mostrato di funzionare incredibilmente bene anche nei momenti-clou come partenze o ingaggi in boa.

Poi entrano in scena i "sistemi", i motori nascosti delle barche-aeroplani. L'insieme di pistoni, cavi, alberi di trasmissione e tubazioni che consentono da una parte ai foil arm di compiere il movimento di alzarsi e abbassarsi, ma anche a trasmettere un ordine a una qualunque manovra o componente: i flap dei foil, la randa, il timone a T. Fanno tutto le colonnine con le maniglie girate dai grinder in un senso e nell'altro, e servono a tutto ciò che è necessario a bordo. Se qualcosa si inceppa, è un guaio. Ineos l'ha fatto vedere, si rischia la scuffia o comunque ci si siede e si perde la regata. L'energia e la sua produzione, affidata alla forza umana, ha stimolato diverse soluzioni per ottimizzarla. Senza arrivare all'estremizzazione dei ciclisti kiwi a Bermuda (qui sono vietati) ci sono scelte assai diverse per i grinder tra tutte le barche, gli inglesi addirittura sono girati verso l'esterno dello scafo. Luna Rossa (forse imitata da altri) ha un sistema meccanico innovativo che regala maggiore leva al movimento delle braccia. Sul tema la ricerca è tuttora in corso.

 

4. TEAM

C'è una classifica, e trattandosi di sport quella fa fede oltre ogni altra considerazione. Il rapporto vittorie-sconfitte: ETNZ 5-1, USA 4-2, Luna Rossa 3-3, Ineos 0-6. Ma siamo all'America's Cup, e qui anche le classifiche possono essere tranelli. Dunque proviamo a valutare i team, la loro preparazione e competitività dopo le World Series (appena 6 regate ciascuno) e aspettando la Prada Cup (solo tra i tre sfidanti), per quello che si è visto ma soprattutto per quello che non si è visto e che si sente, si capta o si presume...

1) Emirates Team New Zealand - Il defender è partito col piede giusto come previsto. La barca c'è, il team non lo scopriamo oggi, l'apparato complessivo ha radici nelle tre Coppe vinte, la guida si chiama Grant Dalton e a bordo comandano le medaglie olimpiche in quantità. L'unico neo puo' essere nella eccessiva sicurezza che viene dalla superiorità. Con queste barche la distrazione la paga anche il numero uno, e la concentrazione puo' essere il tallone d'Achille dei neozelandesi, anche perchè si alleneranno da soli per due lunghi mesi, e una parte del team sarà comunque distratta da questioni organizzative da padroni di casa... Quanto ai programmi tecnici e novità, anche il defender è un cantiere aperto, ma con una barca così avanti può anche limitarsi a guardarsi intorno.

2) American Magic - Il programma tutto boat-handling di Therry Hutchinson sembra pagare. Muletto, barca 1 in anticipo, tanto mare e poco simulatore, gli americani sembrano molto a proprio agio in tutte le condizioni. Il possibile limite? Il match race: Goodison ne sa poco o nulla, Barker non è mai stato un fighter, nella prima contro Luna Rossa si è visto che disorientati dall'attacco hanno perso anche il controllo del mezzo. Mezzo che è sorprendentemente veloce e senza buchi rilevanti. Con un pacchetto così New York darà molto fastidio. Al netto di sviluppi sulle wing.

3) Luna Rossa - Uscita lievemente ridimensionata dalle ACWS in termini di velocità assoluta, sconfitta due volte dai kiwi e una dagli americani, adesso sappiamo che dovrà sudarsi ogni match per arrivare dove vuole, alla Prada Cup e poi chissà. Questo obbligo di lavorare duro, continuare a limare verso l'alto, lottare "su ogni pallone", si addice al dna del team. Lo si è visto dall'aggressività nei duelli in partenza, dalla perfezione di alcune manovre di attacco ai giri di boa. Certo non si puo' sempre vincere di volontà e carattere, è necessario un rinforzino alla barca: intanto, dall'Italia sono in arrivo le ultimissime wing per i foil.

4) Ineos UK - Dopo le figuracce alle World Series uno come Ben Ainslie avrebbe dovuto evitare di apparire nelle press conference, invece lo abbiamo persino visto sorridere sotto i baffi. Più che bastonato, sornione. Da qui (e dai soldi di Ratcliffe) l'idea di non credere che Ineos sia già finita qui, che anzi abbia qualche arma segreta da estrarre al momento giusto. Certo, il percorso fin qui non induce a ottimismi, barca 1 sbagliata, barca 2 tutta diversa, poche uscite in mare, problemi con il sistema idraulico degli arm, difficoltà evidenti con vento leggero. Ma allora perchè Ben se la ride? Di sicuro si sa che dalla Gran Bretagna è partita una spedizione verso Auckland contenente l'ultimo design dei foil per Ineos. Vedremo.

 

5. CALENDARIO

Il 15 gennaio (venerdi) inizia la Prada Cup, in gara Luna Rossa, American Magic e Ineos UK. Si regata nei weekend, ven-sab-dom (più eventuali recuperi lun-mar-mer). Quattro Round Robin, ovvero gironi di tre regate ciascuno (ognuno incontra gli altri due team). Domenica 24 gennaio, salvo imprevisti, con la dodicesima regata si chiudono i RR: il primo in classifica va direttamente alla Finale di Prada Cup (inizio 13 febbraio). Gli altri due fanno quattro giorni di ripescaggio dentro-fuori: dal 29 gennaio, passa il primo che vince cinque regate. Fino al 31 gennaio non si conoscerà il primo team eliminato. Poi un paio di settimane di stop prima della Prada Cup Final dal 13 febbraio. Qui i giorni cambiano un po': si parte con un weekend sab-dom, si prosegue con mercoledi 17, poi 19-21 febbraio ven-sab-dom, due prove al giorno per sei giorni fa 12. Dovesse servire (in caso di clamorosa parità 6-6) si correrà la bella lunedi 22 febbraio. Anche qui previsti giorni di riserva ufficiali (16-18-23-24 febbraio). Comunque anche in caso di 7-0, prima del 19 febbraio non si conoscerà il nome dello sfidante ufficiale di ETNZ per la XXXVI America's Cup.

6. COMUNICAZIONE

Il popolo della vela (e dintorni) è ancora diviso sullo spettacolo di questa Coppamerica. Oltre alle barche, al formato delle regate, ai contenuti tecnico-velico-sportivi, si valuta la copertura tv dell'evento. In Italia Rai 2 e Sky Sport trasmettono le dirette, come Saily ha anticipato e raccontato, con due squadre di giornalisti e ospiti tecnici. Servizio pubblico e pay tv, impegno e professionalità, le World Series come test. La redazione di Saily ha preparato una inchiesta di prossima pubblicazione sui numeri (audience, share), i commenti e il bilancio (degli organizzatori e dei team) dei ritorni media della prima fase. Un utile strumento per avvicinarsi alle prossime con la speranza che la Coppa in tv faccia da traino alla vela per la primavera in arrivo e contro la pandemia.

SPECIALE COPPA AMERICA SU SAILY: TUTTE LE REGATE IN DIRETTA SUL NOSTRO SITO - AC ROOM, IL RULLO CON TUTTE LE NOTIZIE SUL PORTALE, E SU SAILY TV I FORMAT VIDEO: COPPA36 E IL PROCESSO ALLA COPPA - BUONA COPPA CON SAILY

Responsabilità editoriale di Saily.it