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Grant Dalton ruggisce: E' un attacco deliberato

36 America's cup, volano i coltelli ad Auckland

Responsabilità editoriale Saily.it

SE SCENDE IN CAMPO L'AMMIRAGLIO GRANT - Il gran capo del defender kiwi interviene personalmente sulle vicende degli ultimi giorni, la guerra di spie e le accuse trapelate da informatori interni all'organizzazione della Coppa. Accuse sulla qualità dell'organizzazione, truffe bancarie e presunti prestiti al team. "Un attacco molto ben orchestrato alla credibilità del team. Vogliono danneggiarci e favorire i nostri avversari in acqua. Ma non scenderemo al loro livello, abbiamo altre priorità adesso. I tifosi stiano tranquilli"

 

di Fabio Colivicchi

Arriva Grant, con quella faccia da ammiraglio, e prende il toro per le corna. La polemica che squassa la Coppa America, Emirates Team New Zealand, Auckland e sfiora persino il governo ha risvolti ancora oscuri, ma per Dalton - che viene dalle tempeste in tutti gli oceani del mondo - è tutto fin troppo chiaro.

"Questa settimana c'è stato un attacco altamente orchestrato alla nostra integrità e credibilità da parte di persone le cui motivazioni sono quanto meno discutibili. Vogliamo rassicurare tutti i nostri sostenitori, i nostri sponsor e i partner che il team non ha nulla da temere, non vi è stata appropriazione indebita di denaro pubblico e stiamo lavorando con MBIE (Il Ministero delle imprese, dell'innovazione e dell'occupazione è il dipartimento di servizio pubblico della Nuova Zelanda incaricato di "fornire politiche, servizi, consulenza e regolamentazione" che contribuiscono alla produttività economica e alla crescita delle imprese della Nuova Zelanda, ndr), per chiarire tutte le accuse."

La tempesta perfetta nella quiete (si fa per dire) della City of Sails, era stata scatenata da un articolo del New Zealand Herald, che riportava un documento fatto arrivare alla redazione da fonti MBIE, che di fatto accusava ETNZ e ACE (America's Cup Event Ltd, l'ente organizzatore dell'evento 2021 a Auckland) su diversi fronti, persino finanziari. Il licenziamento dei due "informatori" interni ad ACE, autori della fuga di rilievi, non ha fermato l'esplodere del caso, anzi.

Prima una lettera congiunta (1 luglio) di ETNZ e ACE ha ricostruito punto per punto i temi sul tappeto: dalle accuse sui ritardi nel garantire la sicurezza in mare dell'evento, spiegati anche con le richieste senza risposta a Polizia e Guardia Costiera di avere supporto di mezzi e uomini, fino alla più grave, riguardante un presunto "prestito" di 3 milioni di Dollari neozelandesi a ETNZ quale interfaccia dell'organizzazione. (Vedi la lettera originale allegata negli "approfondimenti" in questa pagina)

"Rimuovendo tutti gli strati di ciò che sta accadendo qui, si tratta di un caso da manuale di Danno intenzionale alla reputazione - tuona adesso Dalton -. È un attacco deliberato, sinistro e altamente orchestrato che include suggerimenti anonimi, registrazioni e perdite di documenti. Gli "informatori" lanciano accuse ingiuste, aggirando i normali processi e andando direttamente alle autorità esterne. Le autorità esaminano correttamente le affermazioni. Una volta iniziato il procedimento, le informazioni vengono divulgate ai media per creare un processo giudiziario "a canguro", da parte di alcuni media specifici. E anche quando i reclami si dimostrano inesatti o errati, il danno reputazionale è fatto."

I 3 MILIONI DI DOLLARI - Uno degli informatori avrebbe riferito del presunto prestito di 3 milioni di dollari da ACE (finanziata dal governo) a ETNZ, si tratta di soldi pubblici e quindi c'è molta attenzione al caso. L'importo, come chiarisce la lettera del team e dell'autorità organizzatrice, era previsto all'origine in tutti i bilanci preventivi e i documenti. Si tratta di un importo considerato corretto e anzi inferiore ai valori di mercato, confrontandolo con situazioni simili per esempio in Formula 1, e riguardante il lavoro di alcuni membri del team a supporto dell'organizzazione generale dell'evento 2021. "In base al tempo dedicato l'importo corretto sarebbe dovuto essere il doppio, 6 milioni di dollari - scrivono nella lettera ACE e ETNZ - e invece non è stato addebitato neanche l'intero importo previsto di 3 milioni, e non lo sarà..."

LA TRUFFA VIA MAIL ALLA BANCA UNGHERESE - Nelle "carte" della vicenda spunta anche una truffa via mail, che ha portato al pagamento su un conto bancario ungherese fraudolento di una somma non identificata. ACE ha subito denunciato la truppa alla polizia neozelandese, che ha avvisato le autorità internazionali competenti con tutte le misure opportune avviate attraverso Kiwibank uno studio legale, per tentare di recuperare i fondi, sostituiti da altre entrate nel bilancio di ACE. Sul punto, l'accusa per ACE e ETNZ è stata la reticenza a fornire informazioni agli inquirenti. Accusa alla quale rispondono così: "Abbiamo collaborato, pur con le circostanze difficili del lockdown, e molte delle informazioni richieste riguardano contratti e materiali riservati che richiedono di essere esaminati sul posto, presso la nostra base."

Insomma, non un bel vedere, a 5 mesi dalla prima (e unica) regata delle AC World Series, e a 7-8 mesi dalla Prada Cup e America's Cup. Con tre sfidanti pesantissimi come New York (col peso di 131 anni di Coppe vinte), Royal Squadron (col peso di un budget senza limiti a disposizione di Ben Ainslie) e CV Sicilia (col peso della sesta sfida di Patrizio Bertelli, che ha superato persino Sir Thomas Lipton), non giova al defender una distrazione come questa polemica gigantesca, che si aggiunge alle fibrillazioni della pandemia.

Lo dice chiaro Grant Dalton: "Tutto questo accade in un momento nel quale ogni ora conta, e mentre cerchiamo di concentrarci sulla realizzazione di un grande evento e sulla difesa dell'America's Cup. I tempi sono stati molto ben considerati per distogliere la nostra attenzione da questi obiettivi vitali."

"Un'enorme ironia è che uno dei capi d'accusa è il non essere stati stati disponibili a fornire informazioni altamente riservate e commerciali. Il motivo per cui non volevamo fornire elementi di queste informazioni era perché nutrivamo serie preoccupazioni per la mancanza di riservatezza nel processo. E chiaramente avevamo ragione - continua Dalton -. Il motivo per cui siamo stati seriamente preoccupati per la fuga di notizie sui media è che ciò offrirà un vantaggio competitivo ai nostri sfidanti in acqua durante questa e le successive campagne, per questo abbiamo intrapreso tutte le azioni disponibili per proteggere tali informazioni e la nostra posizione competitiva."

Si sospetta che a orchestrare l'attacco possa essere stato qualche avversario? O la questione è tutta interna alle dinamiche di potere tra politica e finanza (tutto il mondo è paese)? "Tutti ci chiediamo: quali sono i loro motivi? Ci stiamo facendo opinioni sempre più chiare su questo aspetto, ma oggi non ci abbasseremo al loro livello, la nostra attenzione deve essere altrove in questo momento. E voglio sottolineare, come abbiamo fatto per tutta la settimana, che tutti i risultati dell'indagine di MBIE possono e saranno elaborati per garantire la realizzazione di un grande evento e una campagna di successo. Lavoreremo con il governo e i partner del progetto per garantirlo. Come squadra, tutto ciò che vogliamo fare è difendere con successo questa Coppa America nel marzo 2021 e mostrare al mondo che paese straordinario siamo, in un evento gestito e trasmesso con successo."

Responsabilità editoriale di Saily.it