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Giancarlo Pedote: le giuste misure a Sud

Vendée Globe on the way

Responsabilità editoriale Saily.it

IL GIRO COMPIE UN MESE DALLA PARTENZA - Il navigatore italiano tra la nona e la decima posizione, spiega la scelta di non spingere sull'acceleratore: le lezioni dell'Oceano Indiano, imparare le giuste misure. La sicurezza della barca viene prima di tutto. Negli ultimi giorni venti oltre 40 nodi e sollecitazioni importanti

 

Il Giancarlo Pedote che abbiamo imparato a conoscere in regata è un attaccante, uno che non si accontenta. Quarto di Serie alla prima Mini Transat, poi secondo beffato dopo tutta una tirata in testa alla seconda partecipazione, con barca e marinaio al top. Poi le puntate sui trimarani con il Multi 50, e i Class 40. Obiettivo essere leader. Ma il mare insegna il rispetto degli elementi e degli avversari. E niente più di un Vendée Globe riesce a convincere meglio. Non si puo' sempre attaccare, spingere, bisogna imparare a risparmiare la barca e se stesso.

Il Pedote di questo primo mese del suo primo Vendée, del suo primo Buona Speranza, del suo primo Indiano.. è un marinaio riflessivo e prudente, attento, presente alla situazione. E' nella top-10 da tempo, un gruppo compatto che insegue due barche in fuga, che però restano a distanza costante, tra 500 e 700 miglia. Lui è lì dietro che scopre ogni giorno i propri limiti e adegua la corsa all'immenso che comanda tutto. Davvero un nuovo Pedote, più completo, che ci piace.

Inizio di dicembre - A metà strada tra le longitudini del Madagascar e delle isole Kerguelen, Giancarlo Pedote continua il suo viaggio su un Oceano Indiano caotico, fedele alla sua reputazione. Preservare l'imbarcazione resta la parola d'ordine dello skipper di Prysmian Group, che questo inizio settimana ha navigato in venti di oltre 40 nodi (74 km/h) nel passaggio di un fronte, ma soprattutto in un mare complesso, pericoloso per la struttura delle imbarcazioni, mare che lo ha portato alla decisione di sollevare un po' il piede dall'acceleratore sulla strada per Capo Leeuwin. L'atteggiamento di navigazione "a buon marinaio" che Pedote ha adottato in queste difficili condizioni metereologiche, nasconde in realtà una perfetta gestione dell'equipaggiamento e dell'uomo a bordo, ed è solo una fase di preparazione strategica, che evolverà quando la situazione sarà più favorevole.

“Questa mattina (lunedì), un fronte è passato sopra di noi. Ho visto gli strumenti segnare oltre 40 nodi di vento. Ho dovuto tenere duro, perché il mare è sempre molto corto e incrociato. Più volte la barca ha planato e si è piantata nell'onda davanti o, viceversa, in più occasioni è stata raggiunta da quella dietro”, ha commentato ieri Giancarlo Pedote dopo aver trovato condizioni di vento più gestibili. “Davanti a noi c'è un flusso da nord-ovest ma abbiamo ancora a che fare con un vento da sud-ovest, sul dorso della depressione. Il vantaggio è che ci permette di impostare una rotta a 90 °, cioè verso est ”, ha sottolineato lo skipper dell'IMOCA che veste i colori di Prysmian Group e Electricians sans Frontières, attualmente al 10 ° posto in classifica e che naviga a oltre 15 nodi di velocità media.

Riuscire a domare i mari del sud - "Ho scelto di rimanere un po' più a nord rispetto ai miei diretti concorrenti per preservare l'equipaggiamento. Non nascondo il fatto che al momento sto navigando in modo abbastanza conservativo perché nell'Indiano, le barche rischiano di poter subire forti sollecitazioni. A mio avviso, è bene limitare gli shock contro le onde. Quando le condizioni del mare saranno più gestibili, tirerò fuori le armi a mia disposizione, ma visto il tratto di oceano che stiamo percorrendo, non è il momento di rischiare", ha detto lo skipper italiano consapevole della potenza di questo famoso Oceano Indiano, spaventoso e temuto da molti navigatori.

“Sto scoprendo molte cose. Non avevo mai navigato nei mari del Sud prima e le persone che me ne avevano parlato lo avevano fatto di sfuggita. Probabilmente perché è indescrivibile ", ha aggiunto Giancarlo, impressionato dalla maestosità delle onde.

Imparare ad essere paziente - “Sono molto alte e il loro ciclo è piuttosto breve. Quando vai a prua, fa impressione, ma è dovuto anche al fatto che l'aria è fredda, il cielo è grigio ... Ti senti in un luogo inesplorato. Lo domini poco a poco, un po' come quando attraversi per la prima volta il Golfo di Biscaglia. Più passa il tempo, meglio sappiamo governare la barca, gestire la sua andatura rispetto a queste particolari condizioni meteo ... Rimango paziente e calmo, ben consapevole che la reagata è lunga e che per finirla bisogna subire i minori danni possibili”, ha concluso Giancarlo Pedote che sta gestendo la regata con razionalità e inizia ad immaginare con sempre maggior precisione una nuova barca, forte dell'incredibile esperienza che sta facendo.

Responsabilità editoriale di Saily.it