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Solitaire du Figaro, fine del primo tempo

Commento alle prime due tappe

Responsabilità editoriale Saily.it

VIDEO IN ARRIVO SU SAILY TV - Il commento alle prime due tappe del Figaro con 46 navigatori e alcune leggende oceaniche francesi. Tra conferme, sorprese, fughe, recuperi improbabili e colpi di scena ecco tutto quello che c'è da ricordare del primo tempo di una regata che ha ancora molto da raccontare, compresa quella dell'esordiente Alberto Bona che con Sebago ITA 51 è l'unico italiano in gara

 

di Christophe Julliand

Si è conclusa giovedi a Roscoff, la seconda tappa della Solitaire Urgo Le Figaro. Rimangono altre du tappe prima della conclusione di un'edizione che rimarrà nella storia, non solo perché è la cinquantesima della grande classica d'altura francese o perché il debutto del nuovo monotipo ma proprio per quello che si è visto in acqua. Tra conferme, sorprese, fughe, recuperi improbabili e colpi di scena ecco tutto quello che c'è da ricordare del primo tempo di una regata che ha ancora molto da raccontare, compresa quella dell'esordiente Alberto Bona che con Sebago ITA 51 è l'unico italiano in gara.

Yoann Richomme al comando - Vincitore della prima tappa Nantes-Kinsale, secondo nella seconda Kinsale- Roscoff: le due prime frazioni della Solitaire hanno rivelato un leader indiscusso: Yoann Richomme (Hellowork-Groupe Telegramme). Sorpresa ? Mica tanto. Qualcuno, sbilanciandosi un po', l'aveva indicato tra i favoriti (leggi qui http://www.saily.it/it/news/50-anni-di-solitaire-bona-voglia-di-volare). Se da una parte Richomme partiva in ritardo ha potuto confermare la sua ottava partecipazione all'ultimo minuto (al posto suo ci doveva essere Charles Caudrelier che ha dovuto rinunciare per altri impegni di cui riparleremo), dall'altra il nuovo Figaro Bénéteau 3 è una barca che conosce meglio di tanti altri skipper, avendo partecipato attivamente alla messa a punto dei due prototipi. Di fatto ha dimostrato durante le due tappe di essere sempre al posto giusto, con ottime velocità e la regolarità di un orologio svizzero.

Les jeux ne sont pas faits - Prima dell'inizio del secondo tempo, dopo già oltre 1.100 miglia navigate (purtroppo il tracking non dà indicazioni delle miglia effettivamente percorse) in un tempo cumulato di più di 7 giorni, in classifica generale, Richomme ha due ore e 23 minuti di vantaggio su Pierre Leboucher, e 2 ore e 34 minutti sul terzo, Armel Le Cleac'h, il decimo Michel Desjoyeaux è a 4 ore e 52 minuti.

E' un bel materasso, certo, ma non sufficiente per abbassare la guardia. In effetti, le due prime manche hanno dimostrato che grandi distacchi al traguardo sono all'ordine del giorno e questo per tutta una serie di motivi. Già ci sono le caratteristiche del nuovo FB3 one design, il suo piano velico di cui abbiamo giù parlato, le sue appendici a foil che se non sono concepiti per volare producono comunque un effetto turbo, particolarmente nelle andature da reaching. Poi ci sono i percorsi elaborati dalla direzione di regata, con porzioni che lasciano sempre aperte opzioni strategiche spinte che possono andare a buon fine o meno. Infine, e qui torniamo sull'assenza di assistenza esterna, c'è il fatto che a bordo i concorrenti dispongono di pochissime informazioni sulla posizione degli avversari. Ricevono due classifiche al giorno con le distanze all'arrivo di ciascuno, non le posizioni precise. Per quanto riguarda la spia AIS è limitata a 3 o 4 miglia soltanto. Stesso discorso per le informazioni meteo : due bolletini al giorno e basta.

Colpi vincenti e non - Ed è così che, durante la prima tappa, per parlare di due grandi favoriti, abbiamo visto un Armel Le Cleac'h tornare da una situazione che poteva sembrare compromessa seguendo una rotta solitaria e un Yann Elies compromettere una situazione che sembrava favorevole trascinando con se un gruppo di 15 barche, tra cui Sebago ITA 51 del nostro Alberto Bona che ha chiuso al 41mo posto la prima frazione, doppiamente punito perché rimasto intrappolato in una zona di bonaccia prima del Fastnet. In fatto di opzioni radicali, la seconda tappa non è stata da meno. Nel penultimo bordo tra l'isola di Wight e la punta della Bretagna, Richomme e i suoi inseguitori passano a Nord della DST al centro della Manica (zona vietata alla navigazione), mentre Adrien Hardy e pochi altri, tra cui Alberto Bona, scelgono il Sud. Mossa vincente.

All'arrivo a Roscoff, Hardy stacca una quinta vittoria in una carriera già lunga dieci anni in Figaro e risale al settimo posto nella graduatoria generale (a 3 ore e 24 minuti del leader). Bona invece mette a segno un altro gran bel recupero questa volta con una scelta decisa e nel ventone (il primo a piccoli colpi tattici nella prima tappa nelle ariette del Sud Bretagna), torna brevemente nella top ten prima di girare l'ultima boa e fa un errore. ''Il vento è calato e invece di orzare deciso per andare a incrociare con i primi dell'altro gruppo, ho continuato a navigare il più poggiato possibile'' ci ha raccontato a parole fiorite sui pontili di Roscoff dove è arrivato 21mo. Ordunque, come ha dichiarato ai giornalisti della Solitaire sempre sui pontili, in francese e questa volta senza francesismi: ''Commetti un errore, la fattura arriva subito, perdi 10 posti in un attimo.''

Riposo e manutenzione - Barche e organismi hanno sofferto durante la seconda tappa. Specialmente, all'inizio del lungo bordo al traverso di notte con 30, 35 nodi tra le Isole Scilly e la boa dei Needles, vicino all'isola di Wight. Diverse barche hanno avuto entrate d'acqua dalle scasse delle derive, tanto da provocare il ritiro di tre concorrenti. Il cantiere Bénéteau ha mandato una dozzina di tecnici per rinforzare la parte debole, uno dei difetti di giovinezza del FB3. prima di ripartire. In effetti, meglio recuperare tutte le forze ed aver una barca a posto prima di affrontare le due ultime tappe. Per la terza di 450 miglia, sono previsti partenza e arrivo da Roscoff dopo un vero e proprio giro di tutte le zone più insidiose della Manica e del Mar d'Iroise intorno alla punta della Bretagna.

Tanti passaggi stretti tra scogli, isole e isolotti dove le correnti di marea rinforzano provocando quello che i membri della setta dei Figaristi chiamano ''passaggi a livello'': alcuni li passano con la corrente a favore, sbarre alzate, altri in ritardo se la ritrovano contro, dietro alle sbarre abbassate, costretti a vedere passare il treno. Tante trappole da evitare, quindi, e un chiaro vantaggio ai tanti concorrenti locali che conoscono questi passaggi come le loro tasche. Per Alberto, l'obiettivo numero uno rimane quello di imparare, dare il massimo senza strafare e cercare di recuperare posizioni sia nella classifica generale (30mo) sia in quella speciale dei dodici esordienti presenti quest'anno. In questa classifica, quella dei bizuth come dicono i francesi, dominata da uno stratosferico Tom Laperche (quinto nella graduatoria generale) e da un brillante Sebastien Marssett (ottavo), Bona risulta al sesto posto dopo due tappe. 

Partenza della seconda tappa, domani domenica 15 giugno - DA VEDERE IN DIRETTA SU SAILY

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