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Un milione di skipper, tutti al Vendée virtuale!

Numeri, personaggi e business del giro del mondo al computer

Responsabilità editoriale Saily.it

CHI SONO GLI ITALIANI CHE STRAMBANO COL MOUSE - C'è un altro Vendée in corso, è quello virtuale: oltre 950 mila iscritti, stesso percorso, stessa meteo, stesse regole. Ci sono anche dei big: Alberto Bona è nella top-10, Loick Peyron e Francois Gabart arrancano... Ma il boom dell'oceano virtual è anche un business: ecco i conti. E poi ci sono i team, con una squadra italiana che insidia i francesi. Scopriamo chi sono, come regatano, cosa si vince. E la notte... VIDEO

 

Avete presente il Vendée reale, il giro del mondo in solitario senza scalo, i 40 Ruggenti, le planate a 20 nodi, le bonacce atlantiche, i rischi, la passione, l'arte marinaresca, l'avventura, la tecnica, il routage meteo, la scelta delle vele, la rotta... Bene, c'è un altro Vendée Globe Challenge, che è seriamente, realisticamente, dannatamente virtuale. Si corre sulla piattaforma Virtual Regatta, quella ormai notissima anche per i Mondiali E-sailing di World Sailing o degli Italiani della FIV, e da qualche giorno anche della Prada Cup.

Si corre seduti, o sdraiati sul divano, davanti allo schermo di un computer o di uno smartphone o tablet. Si stramba col mouse, si cambia vela col trackpad, si orza col tasto freccetta... Ma il Vendée, il giro del mondo in barca a vela, anche da virtuale ha una storia tutta sua, e tutta da scoprire. Sia per i numeri incredibili (a oggi quasi 960.000 iscritti registrati, e ci si avvicina a grandi passi verso il milione!), sia per la grande serietà con il quale è affrontato da molti concorrenti. Che in gran parte sono comunque velisti veri.

Saily è andata a scoprire il mondo nascosto che da vita al Vendée virtuale, con passione e costanza, impegno e dedizione che - seppure non paragonabili a quello dei 33 skipper del VG reale - meritano rispetto e attenzione. Anche perchè siamo venuti a sapere che tra il milione di iscritti c'è una quota italiana significativa, e anche con risultati da sottolineare.

"Siamo tutti velisti reali e virtuali, per molti di noi non è il primo Vendée al computer, parecchi hanno esperienze di vela offshore da armatori o in equipaggio - rivela Salvatore Boffoli, che guida il team italiano al VG virtuale, con il nome non casuale di "Cabobranco" - I gruppi hanno un numero massimo di 50 concorrenti, e c'è una classifica a squadre, e noi siamo in lotta per il primo posto."

Come è iniziato tutto? "Come il VG normale - risponde Salvatore - siamo partiti l'8 novembre (ma volendo ci si puo' ancora iscrivere e il software vi inserisce grosso modo a metà classifica, a oggi verso l'Atlantico del sud, ndr), poi la regata virtuale segue quella reale, stesso percorso, stesse condizioni meteo, stesse scelte chiave da fare, sulla rotta, le vele da usare, il gioco offre una barca base, poi ci sono pacchetti acquistabili per aggiungere vele, foil, strumenti, funzionalità, fino a un pack completo che costa circa 30 euro. E ci sono in palio premi importanti, messi a disposizione dallo sponsor Ulysse Nardin."

Basterebbe fermarsi qui, e calcolare il business dell'operazione con quasi un milione di iscritti, per invidiare chi ha avuto l'idea e ha continuato a perfezionare il software. Ma adesso il punto è un altro. In perfetta somiglianza con il vero VG, l'80% dei partecipanti è francese. Eppure, tra i non francesi, spunta questo gruppo di italiani che come squadra primeggiano tra la top 5 e spesso la top 3 della classifica, non disdegnando qualche sorpasso fino a diventare primi. E nelle classifiche individuali molti di loro sono nelle prime 15 posizioni. Un cammino di tutto rispetto.

"E' una passione e un impegno, ci si organizza e non è necessario svegliarsi la notte per virare o strambare. E' possibile pianificare il cambio di rotta considerando i salti del vento o il giro di una depressione, e il programma autonomamente stramberà per te alle 2 di notte. Il routing meteo è fondamentale nel gioco, e molti concorrenti adottano dei propri software di routing. Poi, certo, bisogna dare per scontato che tutti giochino lealmente..."

Non è così?

"Nella stragrande maggioranza dei casi si, ma non possiamo essere certi, per esempio, che qualcuno smanettando entri nel software e colleghi le previsioni meteo alla propria barca e al pianificatore della rotta, di fatto in quel modo a regatare non è una persona ma una macchina..."

L'intelligenza artificiale al timone! Un po' come quei bot che adesso scrivono anche le news su certi portali, al posto dei giornalisti. Comunque diamo per sicuro che tutti corrano lealmente. Certo, fa gola il premio in palio alla barca che raggiungerà per prima il famoso Nemo Point, il punto del Pacifico più lontano da ogni terra emersa...

Non tutti gli iscritti sono uguali: il VG Virtuale riconosce un ruolo particolare ai cosiddetti velisti "certificati", che sono praticamente dei professionisti. Per esempio Alberto Bona (al momento di scrivere è intorno al 40° posto assoluto, ma pochi giorni fa era nei primi 10, le posizioni cambiano in fratta e di molto quando regati con oltre 900mila concorrenti). Tra i pro troviamo nomi niente male come (tenetevi forte), Yves Le Blevec, Loick Peyron, Ian Lipinski, e ben tre, dico tre, vincitori realissimi di veri Vendée Globe: Vincent Riou, Francois Gabart e Armel Le Cleac'h (et voilà).

L'aspetto interessante si diceva è quello delle squadre. E allora prendete nota che, volendo, si puo' tifare anche per il team Italia ST2.0, che è nella top-10 della classifica, unica squadra non francese! Oltre al nostro Capobranco (intorno al 300° posto overall, che non è male per un non certificato), ci sono nel team bei nomi velici, da Roberto Pardini (Janas, ex asso del match race e tutt'ora timoniere e tattico di un certo peso...) a Nicolò Trani (ex campione italiani Soling, armatore di Janega, una passera di Sciarrelli), da Luigi Mazzoncini (tre Middle Sea Race con Steinlager, Maximus, Tetefonica Black, due Roma Giraglia, Lunga Bolina, varie Barcolane, vicepresidente dello YC Marina di Loano), a Sergio Pizzo (mondiale Melges e nazionale d'area ORC), da Matteo Bert (armatore di Mordilla, una traversata atlantica ed esperienza come tailer sullo Swan 35 Mintaka, più tanto altro, il suo CV velico è assai ampio e invidiabile!) a Michele Dandolo (Tachicardia Sailing Team sui Melges 20), da Umberto Carrara (del glorioso Red Red Wine, proto Frers 11 tra i primi offshore vent'anni fa)...

Capito insomma, no? Velisti veri che si divertono a vivere virtualmente ma non troppo lungo la rotta del Vendée Globe. Oltre alla squadra Italia ST2.0, secondo Virtual ci sono oltre settemila italiani iscritti al VG al computer!

VIDEO DA ITALIA ST2.0: ECCO COME FUNZIONA

 

I CONTI IN TASCA AL FENOMENO VIRTUAL REGATTA - Con quasi un milione di barche virtuali iscritte - più del doppio rispetto a quattro anni fa - il Vendée virtuale si sta rivelando un enorme successo per Virtual Regatta, che ha approfittato anche del primo lockdown per un anno pazzesco. La pandemia ha consentito ad alcuni settori di attività di registrare una forte crescita. È il caso dell'eSport e in particolare dell'eSailing rappresentato da un attore principale del mercato, Virtual Regatta.

A capo dell'azienda da lui fondata nel 2006, Philippe Guigné - intervistato dal media francese Tip & Shaft - conferma: "Durante il lockdown abbiamo decuplicato il pubblico, fino a 200.000 giocatori al mese contro i 20.000 precedenti. Il periodo ci ha anche permesso di realizzare numerosi altri progetti. Molti organizzatori di eventi cancellati o rinviati si sono rivolti a noi per sostituirli con un evento digitale che ancora non esisteva, in Francia e in molte parti del mondo".

Anche in Italia il fenomeno è stato sensibile, ma non solo: "Siamo passati da 6 a 20 federazioni nazionali che hanno preso parte al campionato del mondo di eSailing", continua Philippe Guigné. E a quanto pare si è alla firma dei contratti per la versione Virtual delle regate olimpiche di Tokyo, sperando che si tengano comunque quelle vere!

Tornando al VG virtuale del milione di iscritti, è stato chiesto a Guigné: quanti si iscrivono all'opzione a pagamento "pacchetto completo" (29,99 €) e agli abbonamenti VIP? "Non comunico mai queste cifre. Quello che posso dire è che la crescita è proporzionalmente maggiore di quella del numero di giocatori, il rapporto è notevolmente aumentato", risponde il boss di Virtual Regatta che aggiunge che l'offerta a pagamento rappresenta attualmente l'80% del fatturato del VG virtual.

Gli altri proventi provengono dalla pubblicità: Corum sponsorizza lo schermo 3D, B&G e Ulysse Nardin la bussola e il cronometro. I panel interstitial giornalieri - venduti a 6.000 euro - vengono offerti anche ad inserzionisti attraverso una concessionaria. E c'è chi commercializza "gare private", principalmente con partner nautici, ma anche con società esterne. Si tratta di eventi che permettono loro di coinvolgere dipendenti e clienti, distribuendo "pacchetti completi", una classifica a parte, un gioco vestito con i colori dell'azienda. Trenta di queste gare personalizzate, secondo Philippe Guigné, sono state vendute per questa edizione Vendée, per budget che vanno da 6.000 a 10.000 euro tasse escluse (a cui vanno aggiunti 2.000 euro per i costi tecnici).

CI SONO PERSINO SPONSOR CHE RIMASTI FUORI DAL VG REALE, SPONSORIZZANO SKIPPER PER IL VG VIRTUALE... - Ci credereste? Alcuni skipper professionisti hanno trovato partner appositamente per gestire un Vendée Globe virtuale. È il caso in particolare di Loïck Peyron o del figarista Achille Nebout, che racconta sempre a Tip & Shaft: "Stavo giocando a Virtual Regatta con lo status di skipper certificato, quando sono stato notato da Claude Robin, il presidente di Amarris, azienda interessata a una sponsorizzazione nella vela. Ha capito vedendo l'esempio di Loïck Peyron che il Vendée Globe virtuale poteva essere una grande opportunità per fare un primo passo. Mi ha contattato su Linkedin, l'ho messo in contatto con un altro dei miei partner, Primeo Energie, hanno unito le forze per sponsorizzare il mio Vendée Globe virtuale". In attesa forse di farlo nella vita reale: infatti Achille Nebout ha appuntamento nei prossimi giorni con il boss di Amarris "per discutere del resto".

Molto presente sui media, Virtual Regatta, passato di recente da 10 a 15 dipendenti a tempo indeterminato, si aspetta una enorme crescita nel 2020: da 1,5 milioni di euro nel 2019, la stima è che il fatturato possa superare i 3m milioni quest'anno. Le vie del business sono infinite, e fortunato e bravo è chi le sa scovare. Meglio se con la vela di mezzo.

Responsabilità editoriale di Saily.it