(di Fausto Gasparroni)
"Papa Francesco da un
lato ha deluso i cattolici di sinistra, che speravano
ingenuamente in un endorsement papale a Kamala Harris.
Dall'altra parte Francesco ha mandato un messaggio a quei
vescovi e quei cattolici che tendono ancora a vedere con più
favore Donald Trump. Il fatto che è che quei vescovi e quei
cattolici che votano Trump hanno smesso di ascoltare papa
Francesco da molto tempo". E' quanto dice sulle dichiarazioni di
papa Francesco nella conferenza stampa in aereo, a proposito dei
due candidati alle presidenziali Usa, il prof. Massimo Faggioli,
docente di Teologia e Studi religiosi alla Villanova University
in Pennsylvania, attento osservatore sia della politica che del
cattolicesimo e della Chiesa americani.
"Ci sono molti modi di mantenere l'equidistanza, e il Papa
qui lo ha fatto usando un linguaggio poco diplomatico - afferma
in un'intervista all'ANSA -. Francesco ha lanciato un messaggio
importante sulla necessità per gli elettori cattolici di non
considerare solo una questione (aborto vs immigrazione) quando
votano" . "Quello che in Vaticano si sa, ma che il Papa (che è
anche un capo di Stato) non poteva dire - aggiunge -, è che uno
dei due candidati, Trump, e il suo partito rappresentano un
rischio per il futuro della democrazia e lo stato di diritto in
America, visto quello che è successo dopo il novembre 2020 e
specialmente il 6 gennaio 2021 con l'assalto al Campidoglio, e
visto quello che Trump ha promesso di fare se rieletto".
Faggioli annota che quelle di papa Francesco, che da ieri
hanno fatto il giro del mondo - "ambedue i candidati sono contro
la vita, scegliere il male minore" -, "sono dichiarazioni
sicuramente diverse da quelle della campagna del 2016 in cui
Francesco prese una posizione chiara contro le intenzioni del
candidato Trump sull'immigrazione". "Le elezioni del 2024, con
l'uscita di scena di Biden e l'arrivo sulla scena di Harris e
del cattolico paleo-conservatore Vance per i democratici -
spiega -, rappresentano in un certo senso la fine di una fase
nella storia del cattolicesimo politico in America che iniziò
negli anni sessanta: oggi è un paese più secolarizzato, e anche
i due partiti politici molto più distanti dall'elettorato
religioso. Il cattolicesimo liberal o sociale-progressista, che
una volta aveva la sua casa politica nel partito democratico, è
quasi scomparso tra i quadri del partito e al Congresso".
Secondo il docente e teologo, i temi dell'aborto e dei
migranti, sicuramente molto divisivi, "incideranno sulle scelte"
dell'elettorato Usa, "ma è difficile dire quanto, e specialmente
nei sei o sette Stati decisivi per l'elezione presidenziale".
"La novità è che dopo la sentenza della Corte Suprema del
2022 - osserva -, le politiche restrittive sull'aborto sono
diventate un tema che penalizza i repubblicani alle elezioni e
quindi il partito di Trump ora ha quasi abbandonato la sua
storica piattaforma anti-abortista a livello nazionale (a
livello locale è diverso)". "Sull'aborto le distanze tra I due
partiti si sono ridotte - aggiunge Faggioli -. Ora entrambi i
partiti politici a livello nazionale sono sostanzialmente
pro-choice, non solo i democratici. Non succedeva dagli anni
settanta".
In ogni caso, il Papa "ha spiazzato ancora una volta la
Conferenza episcopale Usa, che da una ventina d'anni circa ha
adottato una piattaforma per cui l'aborto è la 'priorita'
preminente".
Per quanto riguarda infine il lungo tour del Papa appena
concluso, Faggioli lo ritiene "un viaggio importante, come tutti
quelli di Francesco specialmente in Asia e ora anche in Oceania:
dialogo interreligioso, inculturazione della fede cristiana
nelle Chiese locali, missionarietà come Chiese di minoranza".
"Ma da un certo punto di vista è stato un viaggio più facile
rispetto a quello che sarebbe un viaggio in Germania o in
Nordamerica - sottolinea -. Queste Chiese di minoranza sono le
Chiese più vicine a Francesco perché sono Chiese 'non allineate'
nelle lotte culturali intra-cattoliche sul ruolo delle donne
nella Chiesa, sulla necessità di riforme interne, riforma del
ministero dei preti ecc..., e che quindi non pongono sul tavolo
le questioni più spinose per i cattolici nel mondo occidentale,
che sono anche sul tavolo del Sinodo che si apre tra poco a
Roma".
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