"L'attenzione alle donne sulle tematiche legate all'interruzione di gravidanza è alta, come alta è l'attenzione, più in generale, sulla tutela della dignità e la salvaguardia dei pazienti. Il personale obiettore, peraltro esiguo nei numeri nella nostra regione rispetto ad altre realtà, non si occupa del percorso di interruzione volontaria di gravidanza. Nel caso un obiettore venga a contatto con tali pazienti, nel rispetto dell'autodeterminazione delle donne, indirizza le stesse ai colleghi non obiettori". Lo ha detto l'assessore regionale alla sanità, Carlo Marzi, rispondendo in aula ad un'interpellanza sull'interruzione volontaria di gravidanza e sul personale obiettore di coscienza.
"La donna che intende interrompere la gravidanza - ha aggiunto - può rivolgersi, per il rilascio del certificato, sia ai consultori, sia a strutture socio-sanitarie a ciò abilitate, sia ad un medico di sua fiducia. La tutela delle donne è sempre garantita, con assoluta riservatezza. Ad oggi, non emerge alcuna necessità di procedere ad una revisione della procedura aziendale relativa all'interruzione volontaria". Di parere opposto Erika Guichardaz (Pcp): "La procedura dell'Usl è vaga: sembrano delle linee guida che non garantiscono alle donne di non entrare in contatto con gli obiettori. Non c'è nulla rispetto a come garantire la non colpevolizzazione della donna; manca poi tutto il pezzo di come garantire la privacy ed evitare il contatto con le puerpere. Nulla infine si legge sulle minorenni. Mi aspettavo un minimo di apertura per rivedere questa procedura, visto che nulla di quello che ha detto l'Assessore è previsto, ma come al solito ci sentiamo rispondere che "è già stato fatto tutto" e non ci sono problemi".
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