Il Consiglio Valle ha accettato le dimissioni di Augusto Rollandin dalla carica di consigliere regionale a causa di problemi di salute. "Si è dimesso con grande senso del dovere e di responsabilità - ha detto il capogruppo di Fp-Pd, Paolo Cretier - e gli auguriamo una pronta e rapida guarigione". Chiara Minelli (Pcp) ha osservato: "La parte politica da cui provengo ha sempre dato un giudizio politico negativo, chiaro e netto, sul politico Rollandin, non ha mai fatto accordi con lui, non ha apprezzato il suo modo di operare. Sul piano umano è altra cosa: ci è spiaciuto vedere il peggioramento delle condizioni di salute di Rollandin a cui personalmente ho sempre portato rispetto, quel rispetto che recentemente ho visto mancare talvolta in quest'aula". "Oggi occorre anche ricordare - ha aggiunto - che non bisogna soltanto provvedere alla sua sostituzione in quanto Consigliere, ma anche come componente di parte regionale della Commissione Paritetica: ci sono sul tavolo questioni importanti, a partire dalle concessioni delle grandi derivazioni idroelettriche".
In aula è intervenuto anche l'assessore Marco Carrel, compagno di partito del dimissionario: "Augusto Rollandin mi ha insegnato due cose, che il silenzio in quest'Aula talvolta è meglio di troppe parole e che se si sceglie di parlare bisogna essere coerenti con ciò che si dice. L'atto che oggi ha compiuto è una preziosa lezione che ci ricorda ancora una volta il rispetto che lui ha per l'Istituzione e per i valdostani ribadendo che lui ha sempre lavorato 'per' e non 'contro'. La continuità della sua visione e del suo pensiero, non si interrompe con questa scelta ma resta patrimonio del nostro movimento e di quest'Aula per consentirci di proseguire nel percorso finalizzato a raggiungere il benessere per la nostra comunità".
Aurelio Marguerettaz, capogruppo dell'Union valdotaine, ha poi sottolineato: "A volte i percorsi si dividono e, ultimamente, su alcuni passaggi politici abbiamo avuto visioni diverse. Tuttavia, se gli ultimi anni sono quelli più facilmente memorizzabili, la storia non si cancella: Augusto è stato nell'Uv dal 1975 fino al 2020. Oggi è questo che dobbiamo ricordare: il percorso, le battaglie, i successi ottenuti insieme". Albert Chatrian, capogruppo di Av-VdaUnie, ha ricordato le "diverse visioni politiche e di metodo che hanno contraddistinto, in anni passati, il dibattito interno all'Union Valdôtaine e che hanno sollecitato tutti a ricercare le migliori soluzioni possibili: nel momento in cui le nostre visioni si sono allontanate tanto da non consentirci più di trovare una sintesi comune, il nostro gruppo ha deciso di intraprendere un cammino diverso". "È indubbio - ha proseguito - che Augusto Rollandin abbia rivestito un ruolo centrale nella vita politica della nostra Regione, negli ultimi decenni, condizionandola nel bene e nel meno bene. Da suo vicino di banco in questa sua ultima avventura, mi sono reso conto che i suoi problemi di salute non gli consentivano più di adempiere compiutamente al suo ruolo istituzionale e quindi comprendo l'importanza della decisione". Infine Mauro Baccega (Forza Italia): "Un uomo del fare che mi ha dato la fermezza e la volontà di continuare a fare politica. La politica porta inevitabilmente a compiere scelte diverse, a volte anche divisive che nulla tolgono alla stima e alla considerazione nei confronti di una persona dal così grande spessore. Non dimenticherò mai i momenti politici più significativi passati a suo fianco in Consiglio regionale".
"Sulle dimissioni di Augusto Rollandin dal Consiglio Valle - ha aggiunto Stefano Aggravi (Rassemblement valdotain) - concordo pienamente con chi dice che il silenzio è la migliore forma di rispetto non soltanto per la persona, bensì anche per quello che ha rappresentato nelle istituzioni valdostane. Per quel che è della politica, più di ogni altro momento e al di là delle tante parole, credo sia necessario guardare avanti, liberi dai ricordi, più o meno idealizzati (nel bene e nel male), avendo finalmente consapevolezza del fatto che i tempi e le possibilità di oggi non sono più quelle di ieri. Del passato, però, una cosa deve restare immutata: la volontà pragmatica di fare e risolvere piccoli e grandi problemi avendo il coraggio di farlo veramente senza alcuna paura".
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