"Per la seconda volta nell'arco di
un mese e mezzo il presidente della Regione, Renzo Testolin, si
è rifiutato di venire in commissione a riferire rispetto
all'iter e ai contenuti della norma di attuazione dello Statuto
in materia di concessioni per le grandi derivazioni
idroelettriche". Così le consigliere del gruppo Progetto Civico
Progressista, Erika Guichardaz e Chiara Minelli, commentano il
voto contrario della maggioranza sulla loro mozione discussa
oggi in aula.
"Il presidente - aggiungono - si sottrae al confronto in
commissione perché la maggioranza ha una posizione debole e
incerta su una questione che pure è cruciale per l'autonomia
valdostana e per le scelte di politica energetica. La Regione
Valle d'Aosta, pur avendo la titolarità delle acque pubbliche,
non ha oggi la competenza per disciplinare con propria legge le
procedure e le modalità per assegnare le concessioni in
scadenza. Deve ancora applicare un regio decreto del 1933, altro
che autonomia! Mentre tutte le regioni a statuto ordinario, e
anche la Regione a Statuto speciale del Trentino-Alto Adige, già
hanno approvato o stanno approvando le loro leggi".
Le consigliere proseguono: "Autonomi sì, ma incompetenti a
legiferare, e le scadenze delle grandi concessioni in essere
sono prossime. Il problema è risolvibile con una norma di
attuazione dello Statuto, ma tale norma - che deve essere
predisposta dalla Commissione paritetica Stato-Regione, in cui
ben quattro componenti su sei sono "valdostani" (i tre
componenti designati dalla Regione ed Emily Rini, designata
dallo Stato) - non è ancora arrivata a conclusione del suo
lavoro. Eppure esiste, fin dal giugno 2019, una bozza che
risponde bene alle richieste avanzate all'unanimità dal
Consiglio regionale. È ora di concludere e non di tergiversare
come sembra voler fare il presidente Testolin, che confida in un
emendamento al decreto energia in discussione alla Camera dei
Deputati, di improbabile approvazione e che comunque non
sostituisce la necessità della norna di attuazione del nostro
Statuto".
Le consigliere di Pcp si dicono "dispiaciute che ancora una
volta la maggioranza regionale, con i suoi 18 voti di
astensione, abbia respinto una mozione che ha una forte valenza
autonomista. Sottolineiamo però anche due aspetti positivi del
dibattito odierno: il primo è che comunque il presidente
Testolin ha dovuto infine affermare che la bozza del 2019 non
deve essere modificata, rimane la strada maestra da perseguire.
Il secondo è il fatto che questa volta tutta la minoranza,
attraverso argomentazioni diversificate, con i suoi 15 voti si
sia espressa a favore della mozione e dell'audizione del
presidente della Regione in commissione per chiedergli di
mettere tutte le carte sul tavolo".
Sul tema il gruppo regionale Pcp annuncia che interverrà con
ulteriori iniziative "ogni mese, fino alla definizione della
norma di attuazione".
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