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Pulz, Aosta si piega a retorica velenosa

Pulz, Aosta si piega a retorica velenosa

"Sdoganamento ideologie e argomenti vecchie e nuove destre"

AOSTA, 10 febbraio 2020, 17:57

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"Aosta, città medaglia d'oro della Resistenza, si piega alla retorica velenosa del Giorno del Ricordo. Come per i 15 anni precedenti assistiamo a un vero e proprio 'sdoganamento' degli argomenti e dell'ideologia delle vecchie e nuove destre nell'ufficialità istituzionale contornata da narrazioni squinternate e odiose, ricostruzioni storiche infondate e leggende metropolitane". E' quanto dichiara Daria Pulz (Adu), commentando la posa ad Aosta di un cippo commemorativo in onore dei 'martiri' delle foibe.
    "La data del 10 febbraio - spiega - ricorda il giorno della firma del Trattato di pace che dettò dure condizioni alle ex-potenze dell'Asse, Italia compresa; è una data che non dovrebbe portare con sé macchie di revanchismo e nostalgie varie, ma tant'è. Da quando, nel 2005, è stato istituito il Giorno del Ricordo appare evidente la strategia di manipolazione degli eventi storici che si intendono commemorare in modo ufficiale, la ricorrenza è stata di fatto imposta dalle forze politiche di destra in risposta alla Giornata della Memoria e da questa discutibile genesi si può facilmente desumere di fronte a quale retorica ci troviamo immancabilmente ogni 10 febbraio. Le destre post fasciste hanno bisogno di una 'loro' narrazione nella quale il collaborazionismo diventa 'eroismo' o 'martirio' e nella quale scompaiono i crimini di guerra italiani nei Balcani".
    Secondo Pulz "il ricordo diventa così il modo per riabilitare di fatto il regime nazifascista in nome della 'italianità' e per condannare in blocco il Fronte di Liberazione del Popolo Sloveno in nome di una stucchevole retorica anticomunista". Eppure molto altro ci sarebbe da dire - prosegue - sull'esodo istriano, fiumano e dalmata. Persone che lasciarono per sempre i loro averi pensando che sarebbero stati via forse qualche mese, ma che dopo avrebbero potuto fare ritorno alle loro abitazioni, cittadini di Zara mandati nei villaggi dell'Appennino umbro-marchigiano, pescatori del Quarnaro mandati a morire di crepacuore nelle nebbie della Padania, contadini dell'Istria spediti a fare i coloni vicino ad Alghero. Uomini e donne spediti come pacchi da un capo all'altro d'Italia, come oggi vengono spediti i richiedenti asilo, esseri umani rigettati ai margini mentre si moltiplicano commemorazioni e Giornate per ricordare".
    "Adu - conclude Pulz - intende condannare la totale e cinica ipocrisia di queste e altre operazioni falsificatorie e stigmatizzare la partecipazione irresponsabile delle Istituzioni a momenti di spregio della memoria storica, la nostra ferma presa di distanza valga soprattutto come segno di rispetto per tutte le vittime le cui storie tragiche vengono manipolate e strumentalizzate per bassi fini propagandistici".
   

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