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Casinò, lo studio Ernst & Young: "Continuità o gestione a terzi"

Casinò, lo studio Ernst & Young: "Continuità o gestione a terzi"

"Entro fine anno si decida", il documento in mano ai consiglieri

AOSTA, 17 luglio 2024, 19:39

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Continuità o affidamento della gestione a un soggetto terzo, da selezionare tramite gara: sono le due sole opzioni di governance concretamente perseguibili per il futuro della Casinò de la Vallée spa, secondo lo studio commissionato ad Ernst & Young da Finaosta. Il documento è stato consegnato nei giorni scorsi ai consiglieri regionali, che saranno quindi chiamati a esprimersi sul futuro della casa da gioco di Saint-Vincent e del complesso alberghiero.
    Lo studio indica che a prescindere dall'opzione che si intenderà attuare, in funzione della scadenza al 31 dicembre prossimo del periodo concordatario, è fondamentale indirizzare le azioni attuative del modello di governance e organizzativo nel breve. L'obiettivo è di arrivare a fine anno con il processo attuativo in fase sufficientemente avanzata, almeno in termini di comprensione delle possibili risposte del mercato rispetto all'opzione della concessione traslativa (cioè l'affidamento della gestione a un soggetto terzo).
    Considerando la gestione della partecipazione, tra i punti di forza della concessione traslativa, in base allo studio c'è il fatto che il socio pubblico godrebbe di una totale 'schermatura' rispetto alle attività operative e ai risultati delle stesse. Attività che sono di fatto di responsabilità del soggetto privato a cui si è esternalizzata la gestione operativa. Si tratterebbe di un incentivo per il soggetto terzo nell'attuare gli obiettivi definiti dal socio pubblico in modo efficiente, con relativi impatti sulle performance della casa da gioco e del valore generato per la collettività e per l'indotto. Nel caso di continuità con l’attuale modello ci sarebbe invece - sempre secondo lo studio di Ernst & Young - la potenziale necessità di maggiore strutturazione del presidio della Regione sulla Casinò de la Vallée spa. Un bisogno dettato anche dall’attuazione del rilevante piano investimenti e delle azioni di rilancio da porre in essere.

   Guardando al personale, la continuità consentirebbe di mantenere l’attuale organico, che rappresenta per la società un valore. Tuttavia si dovrebbe far fronte a un ricambio generazionale dei croupier e a un incremento dei manager per attuare il piano investimenti. Il tutto rispettando i vincoli della legge Madia su assunzioni e incentivazioni. Regole a cui invece, in caso di concessione traslativa, l’operatore privato non dovrebbe sottostare, schermando il socio pubblico da ogni aspetto di potenziale rischio. Tra le criticità per la gestione di un privato vi potrebbero essere questioni relative all’occupazione, come un vincolo al non trasferimento.

   La gestione degli investimenti non presenta specifici punti di forza in caso di continuità, ma solo di debolezza: l’impegno finanziario diretto della Casinò de la Vallée spa per gestire gli investimenti e il rischio di essere sotto organico per gestirli. In caso di concessione traslativa, invece, sarebbe il soggetto terzo ad occuparsi della copertura finanziaria e sullo stesso ricadrebbero eventuali rischi operativi. Se si trattasse di una holding, potrebbe sfruttare i propri uffici interni per alleggerire dal carico di lavoro quelli del Casinò. Andrebbero però definite le logiche di remunerazioni del capitale investito e quelle di ripartizione, tra privato e Regione, dei maggiori introiti derivanti dagli investimenti. In entrambi i casi - riporta lo studio di Ernst & Young - il piano investimenti potrà fare leva su una base di partenza rilevante per la propria copertura data dalle attuali risorse di cassa della società. Disponibilità con cui, nel caso di concessione traslativa, la Regione potrebbe costituire un fondo da utilizzare per co-finanziare il piano investimenti.

   Considerando l’andamento prospettico del costo del personale, l’attuale gestione pubblica rischierebbe di trovarsi di fronte a pressioni sindacali che potrebbero tornare a livelli ‘pre-concordato’, con un effetto negativo sulla sostenibilità del piano di investimento. Allo stesso tempo, però, verrebbero massimizzati gli introiti, con un impatto positivo sulla collettività. Un gestore privato invece sarebbe incentivato a gestire i costi del personale in logica di mercato e impegnarsi a incrementare il volume d’affari. Tuttavia sulle sue casse peserebbero le decadi sugli introiti di gioco, i corrispettivi per l’utilizzo degli immobili ed eventuali altri schemi di redistribuzione.
   

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