Il 2023 è stato l'anno più caldo degli ultimi decenni. L'aumento delle temperature, conseguenza del cambiamento climatico, ha portato anche alcune tendenze comuni, come "l'aumento dei periodi di siccità: ciò che accade a livello idrico può avere delle ripercussioni anche su altri aspetti, come quello economico". Lo ha detto Hans-Martin Füssel, esperto di adattamento al cambiamento climatico, Agenzia Europea dell'Ambiente (Eea) durante il convegno "Energia rinnovabile al servizio del territorio e impatto climatico nelle aree montane: soluzioni locali per lo sviluppo sostenibile europeo", organizzato a Saint-Vincent dalla Commissione Enve del Comitato delle Regioni, in collaborazione con la Regione Valle d'Aosta.
Il tema è come il cambiamento climatico incida, in particolare, sui territori di montagna. Aumentano i rischi di eventi estremi, come frane, alluvioni e smottamenti, ma ci sono anche dei rischi legati all'aspetto turistico, con la diminuzione delle precipitazioni nevose che influisce sul turismo invernale e la scarsità di piogge che può andare a toccare anche la produzione di energia idroelettrica. Anche la Valle d'Aosta dovrà confrontarsi con questi problemi. "Le Alpi si stanno scaldando al doppio delle velocità rispetto alla media globale - dice Marta Galvagno, biometeorologa dell'Arpa Valle d'Aosta-, purtroppo continueremo a scaldarci se non faremo qualcosa attraverso la riduzione delle emissioni di gas serra". Gli eventi estremi, inoltre, incidono sulla capacità degli ecosistemi di assorbire anidride carbonica. "È successo nel 2018 in Trentino con la tempesta Vaia - dice Galvagno - e in Valle d'Aosta abbiamo osservato qualcosa di simile nel 2022, con forti anomalie negli ecosistemi dei pascoli e delle foreste".
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