La riserva idrica disponibile nei
bacini montani della Valle d'Aosta "attualmente è circa il 20%
sopra la media storica degli ultimi 20 anni. L'anno scorso
eravamo arrivati in media con le nevicate di marzo e aprile,
quest'anno invece ci sono state le nevicate di febbraio e marzo
che ci hanno riportato sopra la media storica". Così Paolo
Pogliotti, tecnico dell'ufficio cambiamenti climatici e
sostenibilità ambientale di Arpa Valle d'Aosta, interpellato
dall'ANSA.
In base all'ultima stima, aggiornata a venerdì 19 aprile
scorso, "siamo attorno al miliardo di metri cubi" di acqua
stoccata nella neve. Il livello massimo della stagione attuale
"è già stato raggiunto un paio di settimane fa, quando sono
stati superati i 1.100 milioni. Poi il caldo ha provocato la
fusione di un po' di neve. Ora sono tornate temperature più
fresche, quindi la fusione in quota è temporaneamente
rallentata".
"La grande variabilità durante la stagione - il febbraio
caldissimo, il periodo di marzo-aprile più freddo e in cui
nevica di più di quanto siamo abituati - è un'espressione dei
cambiamenti climatici", precisa il tecnico. Inoltre l'attuale
situazione "non ci mette al riparo da eventuali problemi di
scarsità idrica o siccità perché dipenderà molto da come saranno
i mesi estivi. Se avremo temperature anomale, come abbiamo
vissute nelle ultime estati, con lo zero termico che permane
sopra i 4.000-5.000 metri per diversi giorni o addirittura
diverse settimane consecutive, anche questo stock idrico nivale
comunque è destinato a fondere molto velocemente e a defluire
rapidamente nei torrenti".
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